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  1. Il contachilometri, in effetti, all'apparenza è in condizioni critiche. Il vetrino paurosamente ingiallito e fratturato fa pensare al peggio. Per fortuna però... Aprire questi strumenti è facile: la cornice ha otto linguette (quattro larghe, quattro strette) che sono ripiegate sul bordo della cassa. Facendo leva su di esse con delicatezza, è possibile liberare la cornice. Ed ecco ciò che resta della guarnizione del vetrino. Pare come fusa, al punto che viene il dubbio che sia stata sostituita da un qualche sigillante. In realtà no, è proprio la gomma che è mutata negli anni; quel che è peggio è che si è come saldata al quadrante, sul quale in effetti deve fare tenuta. Con un piccolo cacciavite si eliminano tutti i residui della guarnizione, sino a liberare il vetrino. Ed ecco il bellissimo quadrante, con pochi segni del tempo, finalmente libero. La vecchia guarnizione ha lasciato diverse tracce sul bordo. Massima prudenza, per non compromettere la serigrafia, che pure appare robusta. Si lavora di unghie, per togliere la maggior parte dei residui. La rimozione del meccanismo dalla cassa è alquanto semplice: è sufficiente svitare l'unica vite (testa a taglio) sul fondo dello strumento. Un dettaglio del robusto meccanismo, integralmente in metallo. Anche i rulli dell'odometro sono in lega e, per fortuna, una lega duratura. Per esempio la zama, se non depurata adeguatamente da componenti indesiderati (come il piombo), può diventare fragile o, talora, variare le proprie dimensioni nel tempo. Pensate ai danni che ne deriverebbero in uno strumento come questo. Invece, nel nostro caso, i materiali dovevano essere ottimi e la cura costruttiva eccellente. Direi superiore alle generazioni di strumenti che sono succeduti a questi. Una chicca: dalla foto si nota che il rullo "rosso" è affiancato da una piccola ruota dentata di ottone; su di essa insiste un dentino, governato dalla piccola molla a "U" al di sotto del quadrante. Una raffinatezza che permette l'avanzamento "a scatti" del rullo che conta le centinaia di metri. Negli strumenti più moderni esso gira con un movimento continuo, qui procede a piccoli scatti. Bellissimo a vedersi e, probabilmente, inteso per una migliore leggibilità. Forse non tanto alle astronomiche velocità delle Vespa di quegli anni, ma può essere che parte del movimento fosse impiegata sugli strumenti di veicoli ben più veloci. Altro dettaglio del meccanismo. Il foro ben visibile sul colletto dell'attacco trasmissione, è pensato per la lubrificazione periodica della parte inferiore del movimento. Il foro è coperto da un collarino di sottile lamiera, sul quale è incisa la segue prescrizione: OGNI 5000 Km LUBRIFICARE / CON GRASSO FIAT I 1 Davvero altri tempi. Opportuno, dunque, rinnovare dopo sessant'anni il grasso originale... Un goccia di grasso spray anche nella sede dell'ago, per agevolare il suo ritorno a zero, che pure avviene molto lentamente. Ad una prova col trapano (di targa 1250 giri, ma in realtà meno), la lancetta si posiziona stabilmente a circa 60 km/h. Lo stesso valore di uno strumento CEV per Gilera che uso come campione attendibile. Prima di rimontare lo strumento, è bene riservare qualche cura alla cassa, sottoposta a pulizia e leggera lucidatura, senza alcuna necessità di procedere con nuovi trattamenti galvanici. Si può procedere col rimontaggio. Ecco i ricambi utilizzati, acquistati da Pascoli. Assumendo che, con ogni probabilità, si tratti dei ricambi riprodotti migliori ad oggi disponibili, devo osservare alcune cose. La cornice è di lamierino di ferro - l'originale è di ottone - e la cromatura non è ben aderente. Nessuna ramatura od ottonatura, infatti l'adesione della cromatura non è eccellente. Piegando le linguette, pur con dolcezza ed evitando spigoli netti, la cromatura si strappa inesorabilmente. Il vetrino è visibilmente diverso nel profilo esterno. Ha un bordo marcato assente sull'originale. La guarnizione di Pascoli sembra pensata per il vetrino originale e non per quello che Pascoli stesso fornisce. Ne consegue che il vetrino sia un poco più largo e la guarnizione va allargata di conseguenza. Penso che tutto sommato non sia un male e che, esercitando maggiore pressione, possa fare una tenuta migliore. Però, visto il costo di certo non irrisorio, sarebbe auspicabile una maggiore fedeltà ai componenti originali... Ci sarebbe da aprire una parentesi, poi, sul fondello riprodotto, in vendita sempre da Pascoli e da altri commercianti. Riproduzione alquanto dozzinale, priva peraltro della bordatura stampata attorno alle finestre dell'odometro. Per fortuna in questo caso la sostituzione non è affatto necessaria: il fondello originale presenta qualche puntino di corrosione, ma si presenta comunque in condizioni invidiabili. Nel rimontaggio, dunque, bisogna calzare la guarnizione attorno al vetrino ed appoggiare l'insieme sopra al quadrante. Facendo attenzione che la guarnizione resti bene in posizione, si posa la cornice. È importante individuare un oggetto che possa sostenere il contachilometri capovolto senza danneggiare il vetrino. Io uso un coperchio di una bomboletta, in plastica estremamente morbida, interponendo uno straccio pesante. Esercitando una buona pressione sulla cassa, facciamo in modo che la guarnizione si comprima ed iniziamo ad abbassare le linguette. In due, ovviamente, si lavora meglio. Con un ferro piatto, arrotondato all'estremità (per non incidere il metallo) si abbassano le lingue in ordine incrociato, per evitare il decentramento della cornice o del vetrino. Il nostro contachilometri è pronto e non vede l'ora di tornare sulla Vespa che, esattamente sessant'anni fa, lo ha imprevedibilmente adottato.
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  2. Mi associo anche io nel rendere merito a vespabaddyno per la sua pazienza e costanza nel proporci queste bellissime immagini. Devo confessare che quest'ultima mi ha strappato qualche lacrimuccia al ricordo di un carissimo vecchio zio cacciatore che andava in giro proprio cosi in sella alla vespa ed il suo fido breton tra le gambe. Credo che avesse una struzzo ma sono passati troppi anni da allora e da bambino non ero certo un intenditore di vespa. Aggiungo anche che la utilizzava anche per lavoro, commerciava i teloni dei camion dismessi della seconda guerra mondiale trasformandoli in coperture per le messi quando erano ad asciugare sull'aia,si era fatto costruire un rimorchio e d'estate andava in giro per le campagne a venderle e spesso mi portava con se seduto sul cuscino posteriore. Ahh che bei ricordi..... Francesco
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  3. hai ragione ma vale la pena di aspettare.. sembra che Alex voglia prima essere sicuro che tutti gli interessati abbiano capito e poi rispondere alle domande specifiche.. avrei anch'io delle domande.. ma è giusto che la guida sia per tutti dai, mica solo per noi due che siam qui con la bava alla bocca :risata: Cosi più che un tutorial diventa una bibbia e la possiamo consultare negli anni, come quella della testa.
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