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Risposte
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No, non è un problema perché è una cosa comune, allega copia del certificato cronologico. Ciao, Gino
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grazie, in effetti o fatto altre prove, se smonto quella parte che mi hai indicato l'ingranaggio sottostante gira bene quindi il problema è nella parte superiore
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Ciao! ho un problema con la re iscrizione di una Sprint 150 radiata d'ufficio. Ho chiesto certificato cronologico da microfilm dove risulta il passaggio ad un propietario nel 1977 e dopo un timbro con scritto per l'appunto "cancellata d'ufficio" . Il problema è che nello spazio "addì" manca la data.. il "conservatore" credo se la sia dimenticata. Nella "dichiarazione di corretta conservazione" viene proprio richiesta la data di radiazione. A qualcuno è successo? E' un problema? grazie Ciao
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Quoto al 100%. Tieni presente che il dado è a sagoma quadrata, imprigionato in una gabbia di lamiera saldata alla scocca. Armati di pappagallo e cerca di bloccare il dado, nella consapevolezza che, per questo, occorrerà probabilmente deformare la gabbia. Nell'intervenire su questo e su tutti gli altri bulloni, anche quelli che andrai a sostituire, premurati di ingrassare tutti i filetti. È un'operazione non effettuata in catena di montaggio nella maggior parte dei casi, ma è assai utile. Tanto più nel tuo caso, dove sale ed umidità possono rivelarsi più incisivi che altrove. Concordo, la serratura si può sostituire, con la raccomandazione di trasferire il cilindro, anche se già presente in quella nuova, per mantenere la stessa chiave per ogni serratura. Tuttavia tenterei prima una bella pulizia, eventualmente con spazzola metallica (ottime quelle da montare su trapano). Anche qui non lesinare sul grasso, anche se può sporcare il "fungo". Essendo quasi completamente nascosta nella sella, è accettabile che la serratura presenti tracce di ruggine.1 punto
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Fai bene a sostituire tutte la parti arrugginite che non fanno parte del telaio, ma ti consiglio di seguire il suggerimento di Marben per quel che riguarda l'ammortizzatore posteriore. Sul telaio, per la ruggine, soprattutto se in zone non molto visibili, vai di cif con spugnetta, poi magari usa un convertitore e risciacqua una volta che si è fissato. La serratura della sella, se ha la stessa chiave del bauletto, conservala: la spazzoli con una spazzola d'acciao e poi fai il trattamento col convertitore. Altrimenti, sostituiscila pure, si trovano a meno di 10 euro. Per il bullone del copri ruota, segui il suggerimento di senatore, dovresti riuscire ad arrivare al dado da sotto. Ciao, Gino1 punto
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Nel supporto della ruota di scorta saldato al telaio, c'è un dado al quale si avvita il bullone lungo che tiene al suo posto il copriruota e la ruota stessa. Evidentemente la ruggine ha bloccato il dado al bullone e quando tu cerchi di svitare il bullone gira tutto insieme, cioè il dado gira insieme al bullone invece di restare fermo e consentire quindi al bullone di svitarsi. Ciò che puoi fare è, da sotto, se riesci a tener fermo il dado mentre sviti il bullone, altrimenti dovrai andarci con le cattive sacrificando il copriruota per poter avere un accesso migliore al bullone e tagliarlo. Successivamente, dovrai intervenire per togliere il tutto e cercare di ripristinare un altro dado nel supporto della ruota di scorta.1 punto
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Per quanto riguarda il corretto serraggio delle due vitine M3 che tengono la ghiera in acciaio sul rubinetto, io ho sempre fatto a questo modo: innanzi tutto le avvito sino in fondo e poi le svito di mezzo giro per volta, verificando ogni volta se il distributore ruota. Ovviamente, con le due vitine avvitate sino in fondo sarà quasi impossibile che il distributore ruoti e, quindi, bisogna trovare il punto giusto sin dove avvitare le due vitine e che non faccia perdere carburante al rubinetto. Il punto giusto lo si trova appunto svitando di mezzo giro alla volta e verificando se il distributore ruota. Quando avremo trovato il punto in cui il distributore ruota facilmente, è quallo il momento di fermarsi. Ovviamente compio l'operazione con il rubinetto montato sul serbatoio e nel serbatoio c'è un po' di benzina, così da poter verificare se il distributore tiene o perde.1 punto
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Una cosa del genere non poteva accadere, in primis non avrebbe coinciso l'omologazione e, secondariamente, non avrebbe avuto mercato. Il tizio l'ha sparata grossa! Ciao, Gino1 punto
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Tutto corretto,niente di complicato . Io ti consiglio di rimuoverlo , è più comodo e puoi verificare lo stato di spia e serbatoio olio. Non è necessario rimuovere la guarnizione della spia1 punto
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Giacché i buoni propositi non durano nemmeno dall'alba al tramonto, come sempre... Federico, evita di fare la cavia di Poeta. Gli olii adatti esistono e non è il caso di assecondare gli esperimenti di chi non li conosce. Poeta, occhio ai consigli che dai. Stai consigliando al nostro amico un olio generico, senza sapere quali effetti possa procurare, dicendogli per giunta che se poi strappa o slitta deve smontare la frizione? Se non sai a cosa esponi chi ha bisogno di aiuto, evita di dare consigli balzani. Poeta avvisato...1 punto
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Si prosegue con piccoli lavori, e questa è la volta del rubinetto. benzina. Questo è del tutto particolare, diverso dai soliti rubinetti. Il corpo è completamente in ottone, e non in lega leggera; è privo del tubo di sfiato e l'attacco del tubo benzina è orientato perpendicolarmente al suolo. È montato su tutte le VNA1T e VNA2T, sulla VNB1T sino al n. 32099 e sulla VBA1T sino al n. 81256. Monta su un foro più stretto rispetto ai successivi, di conseguenza anche il serbatoio è differente. Nel caso della nostra VNA, il ristagno della vecchia benzina rossa, nel corso degli anni, ha causato non pochi problemi: la formazione di ruggine e morchie all'interno del serbatoio, coinvolgendo anche il rubinetto. Il rubinetto è così aggredito da croste ormai del tutto solidificate e presenta non pochi segni di corrosione. Per fortuna la rimozione non è difficile; l'assenza del tubo di sfiato consente l'impiego di una chiave a tubo. Forse il fatto stesso di essere di ottone nichelato ha impedito il bloccaggio del dado per ossidazione. Una volta rimosso, ecco il rubinetto nelle sue tristi condizioni: Con solventi, spazzole metalliche e pure il fuoco vivo si riesce a sgrossare almeno la parte esterna dell'elemento filtrante: Purtroppo l'interno è invaso dalla morchia indurita. La retina di filtraggio è ormai un ricordo, resistono pochi brandelli in zone non visibili. Decido così di tentare di rimuovere tutto il corpo del filtro. Infilo un cacciaspine nell'asola più in alto e blocco il cacciaspine stesso nella morsa. Con un martellino do colpi leggeri al distributore, ovvero il componente cilindrico al quale è fissata l'asta di comando. In questo modo, senza eccessivo sforzo, è possibile estrarre il corpo del filtro. Se questo risultasse meno docile, prima di deformarne la lamiera è conveniente tentare un aiuto, riscaldando la zona di giunzione delle parti. Sulla sommità del filtro è applicato un cappuccio di lamiera: in questo caso è cianfrinato, in altri può esserci un riporto di saldatura. A questo punto smontiamo tutte le parti mobili e concentriamoci sul corpo vero e proprio. Ovviamente i condotti non sono stati risparmiati dalla morchia. Dopo una prima pulizia esteriore, occorre tentare di liberare i passaggi. Nel nostro caso abbiamo avuto un pizzico di fortuna: evidentemente il livello di benzina al momento del fermo era già al di sotto di quello della "riserva", quindi il tubetto che pesca in posizione "Aperto" risultava già piuttosto libero. Una fatica in meno! Per la pulizia qualsiasi strumento è lecito: cacciaviti sottili, fil di ferro, ecc. Per liberare completamente i passaggi, io uso con soddisfazione una punta da trapano di diametro adeguato, montata su un mandrino che funga da impugnatura. Tanto meglio se la punta è piuttosto lunga, così da avere meno intralci nelle manovre. Oltre all'azione meccanica, anche quella chimica è salutare. Un po' di diluente aiuta a rimuovere le ultimi tracce, così che il metallo nudo torna ben visibile: Una pulita anche al corpo (di lamiera) del filtro: Tanti residui, compresi i pochi avanzi della retina: La corrosione ha anche danneggiato la molla, che è rimasta divisa in due parti: Qui sopra tutte le parti che compongono il rubinetto, ad eccezione della retina, che come detto è polverizzata. La pulizia è stata effettuata con spazzole metalliche su trapano, ricorrendo poi alla lucidatrice a stracci per la rifinitura finale, sia del corpo col tubetto, sia del filtro. Non avendo una molla di ricambio, ho pensato di riparare l'originale: essa non deve sopportare carichi, la sua unica funzione è quella di mantenere aderente la retina al corpo del filtro. Così ho preso un filo di rame, ricavato da un filo elettrico, ed ho avvolto una spirale: Ho pulito bene le due parti della molla da unire, e vi ho calzato la spirale di rame: Bloccando il tutto con una goccia di stagno: L'acciaio armonico non è facilmente stagnabile, ma con un po' di flussante la goccia fonde bene sul supporto. Qui entra in gioco il preziosissimo aiuto di Alfred, che generosamente fornisce una retina d'ottone che ben si presta al nostro scopo. Avevamo pensato, in precedenza, di usare la retina di acciaio del filtro T5 riprodotto da SIP, ma abbiamo constatato che questa è troppo fitta anche per il nostro scopo... figuriamoci per filtrare l'aria in aspirazione! Ritagliamo a misura la retina di ottone, avvolgendola poi sulla molla riparata: Per infilarla nel filtro, è conveniente divaricare un po' la lamiera, così che il gruppo retina + molla possa scorrere all'interno senza impigliarsi. Una volta che questo è completamente inserito, possiamo riaccostare i due bordi, modellando la lamiera con una piccola pinza a becchi corti e larghi. A questo punto possiamo reinserire il corpo del filtro in quello del rubinetto, mandandolo a fine corsa con qualche leggero colpo di martello. Riposizioniamo anche il cappuccio di lamiera. Lo blocchiamo non più ribadendolo (è già un po' ammaccato sul fianco), bensì saldandolo a stagno. Vista la massa non trascurabile, è bene usare un saldatore abbastanza potente, circa un centinaio di Watt, per contrastare la dispersione del calore. Ecco il cappuccio assicurato mediante brasatura a stagno: Possiamo procedere col rimontaggio. Raccomandabile una spianatura del distributore, per una migliore adesione alla guarnizione. Per quest'ultima, si è scelto il ricambio di colore rosso (in Viton, si dice), ovvero quello di migliore qualità. Molte altre guarnizioni in commercio, solitamente di colore nero, risultano molto dure e spesso fustellate in maniera alquanto approssimativa. Queste rosse, di solito, non riservano sorprese. Rimonto la guarnizione e preparo il distributore, stendendo un velo leggerissimo di grasso siliconico, per evitare eccessivo attrito a secco. Questo grasso è molto utile in tante piccole operazioni sui nostri mezzi: non altera le proprietà delle parti in gomma ed ha buone proprietà idrorepellenti, risultando ottimo, per esempio, nella revisione di serrature e simili. Corretto posizionamento del distributore e dell'anello elastico che lo trattiene in sede: Conveniente anche lubrificare i filetti delle due piccole viti M3, che bloccano e regolano il carico sul distributore. La vera regolazione andrà effettuata a montaggio completato, col serbatoio già carico, per escludere perdite e per evitare che la manovra dell'asta di comando risulti eccessivamente faticosa. Montiamo la guarnizione di fibra (carta) e predisponiamo il dado con la rondella piana: la revisione è finita ed il nostro rubinetto è pronto per tornare a svolgere la sua funzione. ... e direi che è un bel vedere, in confronto alla brutta (e costosissima!) riproduzione disponibile da qualche tempo presso alcuni venditori. Un grazie particolare ad Alfred che ha contribuito con l'ottima retina di ottone. Quando un forum è sede di simili giochi di squadra, diviene davvero uno strumento meraviglioso di aiuto e di condivisione.1 punto
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