Di certo non si può ridurre la differenza fra una PX ed una 125 stradale a pura estetica, che peraltro resta fattore soggettivo e non valido come termine di paragone, trattandosi comunque di categorie molto differenti.
C'è tutto un discorso di praticità, funzionalità, economia di esercizio. Elementi sui quali la vecchia PX ha costruito il suo successo, al di là di qualsiasi moda e specialmente molto prima della mania del vintage che è storia ben più recente.
L'estetica della Cosa, che pure può essere reputata infelice, è figlia del suo tempo, partorita peraltro dalla mente di un certo Paolo Martin che di non era propriamente l'ultimo arrivato.
Basti pensare a certa concorrenza di quegli anni: il Peugeot Metropolis registrò buone vendite, ma oggi non esiteremmo a giudicarlo orribile.
La PX però era molto più semplice ed economica; la sua temporanea uscita di scena gettò nello sconforto la clientela ligure, notoriamente attenta all'economia d'esercizio , col risultato che si prodigò nell'importazione dalla vicina Francia delle Arcobaleno, che là erano ancora in vendita.
Aggiungiamo qualche peccato di gioventù della Cosa, tale da preoccupare una clientela sin lì abituata a mezzi poco bisognosi di manutenzione e riparabili senza troppe competenze o attrezzature.
Oggi le cose sono cambiate, l'economia e l'essenzialità non contano come un tempo: anche la PX ormai è consegnata al passato, sostituita da oggetti ben meno duraturi.