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  1. Sono di recente diventato, fortunatamente e per caso, proprietario di una Vespa Utilitaria, che ho pagato meno di un PX in mediocri condizioni. Mi sono subito messo al lavoro per avviare un restauro (spero conservativo) e sono quindi andato alla ricerca di informazioni. Sulla Vespa U sapevo solo ciò che si trova normalmente su riviste e libri, mentre in rete, nei forum, trovo che se ne sia parlato davvero poco (compreso qui su VR). Ho quindi pensato di avviare questa discussione sperando che, con l'aiuto dei più esperti, si possano raccogliere il maggior numero di informazioni. Intanto quella che segue è solo una base di partenza, che ovviamente sarà integrata, emendata, ampliata,corretta, ecc. Sicuramente vi saranno delle cose da rivedere e da sistemare/correggere, ma intanto grazie a quanti vorranno contribuire. VESPA 125 U – VU1T (1953) Commercializzata nel 1953 e prodotta in poco più di n. 6.000 esemplari, la Vespa U - poco apprezzata ieri - è oggi - per la sua rarità - un modello tra i più ricercati dai collezionisti. Lo studio, in principio classificato come Vespa 125 E ”Economica”, avrebbe dato luogo al completamento del primo prototipo nel mese di agosto del 1952 ed in seguito Piaggio decise di mettere in produzione un modello di Vespa caratterizzato dal risparmio nei componenti. Fu ufficialmente presentata, in occasione di una riunione estesa a tutti i concessionari d’Italia, il 7 dicembre 1952 all’Hotel Gallia di Milano, con il nome di Vespa 125 U “Utilitaria”, dove fu addirittura sottoposta al rito marinaro della rottura della bottiglia di spumante. Il giorno successivo, ultima giornata del Salone del Ciclo e Motociclo, l’esemplare fu esposto presso il Padiglione della Meccanica della Fiera Campionaria di Milano. La Vespa U non fu il primo modello utilitario costruito da Piaggio, già nel 1946 esisteva infatti in listino la Vespa 98 “Normale”, venduta a un prezzo ribassato del 10%; dal 1951, inoltre, Piaggio costruì un ulteriore modello economico, destinato al mercato americano (la Vespa Allstate), di cui la nuova “125 U” ereditò la tinta, il disegno dei listelli della pedana, il faro applicato sul manubrio. La Vespa U è la prima vespa destinata al mercato italiano che monta il faro sul manubrio anziché sul parafango anteriore Per abbattere i costi di costruzione furono adottate diverse scelte tendenti al risparmio e si intervenne su diversi particolari: - viene eliminato l'ammortizzatore anteriore; - vengono aboliti tre listelli pedana e sono eliminati i profili in gomma (i listelli sono simili quelli usati per l’Ape); - viene abolito il bloccasterzo; - l'asta rubinetto non è prevista (il rubinetto per la miscela si trova all'interno del piccolo vano carburatore); - vengono semplificati molti componenti; - tappo serbatoio (che, verniciato in tinta, diventa con chiusura ad incastro); - abolizione della protezione in gomma del pedale avviamento e abolizione della gomma del pedale del freno posteriore; - mancano le scarpette in gomma sui piedini del cavalletto; - riduzione delle dimensioni della sella con perdita del molleggio anteriore; - rimozione del parzializzatore dell’aria sul filtro carburatore; - un solo colore previsto, viene adottato il colore della Allstate, verde pastello (MaxMayer 1.298.6334) codice Piaggio 334; - sacca attrezzi (con sportellino senza levetta di apertura) e cofano motore furono ridimensionati e costruiti in acciaio. Questi ultimi due particolari, nei primissimi esemplari, venivano addirittura fissati alla scocca privi di guarnizione. Entrambe le pance posteriori sono specifiche per questo modello: la destra (lato motore) è alleggerita e ridotta ad una copertura per la parte superiore del propulsore. Entrambe hanno un sistema nuovo per il fissaggio della scocca: il bordo di lamiera infatti è piegato verso l'esterno e il bloccaggio avviene tramite viti con testa a taglio e una particolare guarnizione, di colore grigio, si interpone fra le pance e la scocca; - il parafango anteriore è ridotto nelle dimensioni ed è specifico per questo modello; - forcella, biscottino della sospensione e piatto del freno anteriore sono tutti verniciati in tinta come il resto della carrozzeria; - il copri ventola ed il convogliatore dell’aria del cilindro, verniciati in tinta con la carrozzeria; - i cerchi sono da 8 pollici anch'essi in tinta; - il manubrio è rimasto quello del modello del 1951/52, anziché cromato, è completamente verniciato in tinta come il resto della Vespa; - la scritta sullo scudo frontale è verniciata in verde scuro, anziché cromata e fissata con ribattini; - il logo Piaggio, scudetto al centro dello scudo è un Paccagnini dipinto (anzichè smaltato); - il portapacchi – così come nella 98 – ritorna a essere escluso dal prezzo di listino, ed è considerato accessorio; - non previsto il contakm, neanche come accessorio, anche se venne montato sicuramente per le 100 Vespe esportate in Svizzera, dove invece era obbligatorio; - l’impianto elettrico è rimasto uguale al modello base, ed è a 6 V, il commutatore ha ora il coperchio in plastica, con la scritta Vespa ed ha tre posizioni: spento, mezza luce, abbagliante; - il serbatoio arrotondato e non "a scatola"; - vengono abolite tutte le cromature limitandosi all'anello del faro anteriore; Ma è proprio il faro anteriore a subire l'unica modifica che anticiperà i tempi, passando dal parafango al manubrio. Questa variazione, introdotta per economicità, si rileverà decisamente più funzionale e sicura e verrà adottata sulle successive produzioni. Sigla motore VU1M. La meccanica era praticamente la stessa del modello dell’anno precedente, tranne poche differenze che riguardavano i nuovi carter centrali, con il vano della frizione maggiorato e accensione di nuovo tipo, la marmitta di scarico con il terminale sul lato sinistro, sotto la sacca portaoggetti come nel modello base ma, con il collettore di ingresso sul cilindro, posizionato nello stesso punto delle Vespa precedenti. Motore monocilindrico due tempi, da cc. 124,85 (56,5 x 49,8) , rapporto compressione 1:6,4; potenza max cv 4,5 a 5000 giri/minuto; raffreddamento ad aria forzata; cambio a 3 velocità, comando al manubrio sul lato sinistro; distribuzione: a 3 luci comandata dal pistone -1 travaso; accensione: a volano magnete; carburatore: Dell'Orto TA17B; frizione a dischi multipli in bagno d’olio; freni a tamburo, anteriore diametro mm. 124, posteriore diametro mm. 126; sospensioni: molla elicoidale (anteriore), molla elicoidale e ammortizzatore idraulico (posteriore) Miscela al 5% - consumo dichiarato è di 2,3 lt. x 100 km - serbatoio da 6,25 litri (di cui lt. 0,65 riserva) Velocità massima dichiarata km/h 65 Pneumatici: 3,50 X 8 peso: 78 Kg dimensioni lunghezza 1680 mm larghezza 790 mm interasse 1160 mm altezza 950 mm Nonostante impoverita, senza cromature e costruita utilizzando numerosi componenti di modelli precedenti, per la realizzazione della U sono stati creati molti componenti ex-novo, con relativo studio, progettazione e stampi per la realizzazione (parafango, cofani, sella, listelli pedana, pedale freno, pedivella avviamento, carter e alcuni componenti del motore, ecc..). Il prezzo di vendita fu stabilito in 130.000 lire, cioè 20.000 lire in meno rispetto al modello Faro basso coevo; le modifiche adottate, in realtà non risultarono sufficienti a coprire interamente il ribasso di prezzo. Una riduzione che si rivelò eccessiva, considerato che il risparmio di costruzione toccava a malapena le 8.000 lire a pezzo. Nonostante il prezzo decisamente più basso, questa Vespa non incontrò il favore del pubblico italiano. Sarà perché chi desiderava così tanto uno scooter era disposto a fare qualche sacrificio in più ma prenderlo bello e accessoriato, così che non desse l'idea di un mezzo utilitario. Per questo rimarrà in produzione solo per un anno (1953) e ne verranno prodotti poco più di 6.000 esemplari: la produzione iniziò con il telaio 1001 e terminò con il telaio 7028 (dati da ricerche presso l’archivio Piaggio), mentre secondo il Registro Storico Vespa e secondo i dati replicati con il “tam tam della rete” sarebbero da telaio 1001 a 7001. Una produzione così contenuta, negativamente influenzata da un mercato poco propenso ad accogliere un modello tanto spartano, fece sì che la sua esportazione rappresentò per la Piaggio una soluzione efficace per smaltire le scorte che in stabilimento stentavano ad essere assorbite dai concessionari italiani. Si puntò quindi sui mercati esteri. La “U” fu tra le Vespa del primo decennio il modello più esportato in assoluto, con una percentuale di esportazione, mai raggiunta prima, di circa il 31%. Il registro delle spedizioni conservato dalla Casa (meticolosamente esaminato dallo storico-Vespa, P. Zanon) dimostra come le “U” esportate siano state ben n. 1855, inviate in 27 diversi paesi stranieri d'Europa, dell’Africa, delle Americhe ed in Oriente: --Svezia 349 --Venezuela 250 --Iran 189 --Belgio 160 --Olanda 154 --Messico 132 --Danimarca 119 --Svizzera 100 --Sud Africa 86 --Grecia 70 --Portogallo 47 --Colombia 37 --Etiopia 34 --Australia 33 --Haiti 20 --Argentina 18 --Finlandia 13 --Libia 10 --Senegal 10 --Tailandia 9 --USA 5 --Costa d'Avorio 5 --Israele 1 --Inghilterra 1 --Cuba 1 --Norvegia 1 --Siberia 1 Un lotto fu fornito anche alle Poste di Teheran (Iran), un altro alla Polizia di San Cristobal (Venezuela). Un grosso quantitativo rimase invenduto a magazzino in fabbrica fino al settembre del 1955 e le ultime due furono addirittura esportate in Portogallo il 28 dicembre del 1961. Si tramanda che la Vespa U sia nata per controbattere sul mercato, la Lambretta E "economica " dell’Innocenti, e che Enrico Piaggio avesse ordinato a d'Ascanio di progettare una Vespa ancora più economica, e siccome il costo di produzione di una Vespa andava in base al suo peso, chiese a Corradino di risicare sui pesi. Sembra che invece sia nata da una costola della Vespa Allstate costruita da Piaggio per il mercato USA. Come dimostrato da una lettera inviata da Enrico Piaggio il 26 aprile del 1951 all'ing. Lanzara, la SEARS ipotizzo a Piaggio la richiesta per una fornitura di 1000 Vespa al mese. Partì così il progetto Allstate ma al momento della sottoscrizione del contratto, la SEARS chiuse con numeri ben più bassi di quelli ipotizzati in principio. L'anno successivo Piaggio decise così di fare una versione Utilitaria che potesse sfruttare alcuni componenti rimasti inutilizzati per la Allstate, nella speranza di recuperare sul ridimensionato progetto. Non è dato sapere quante delle n. 6.028 Vespa U prodotte siano sopravvissute ed arrivate ai giorni nostri (probabilmente si stima siano meno del 50%). In Italia dovrebbero esserne state vendute circa n. 4.173, e sembrerebbe che in maggioranza siano state immatricolate nel Mezzogiorno. I più noti collezionisti ne espongono almeno un esemplare nei loro musei privati, una è esposta al Museo Piaggio, conosco diversi vespisti che la utilizzano regolarmente per i raduni storici e per rievocazioni. Pochissime le Vespa U che risultano essere state “Omologate dal Registro Storico Vespa” ; riporto qui di seguito i dati pubblicati sul sito: n. 2 1953 Frisinghelli Luigi n. 172 1955 Bemer Valter n. 490 1953 Mastrorazio Pellicciaro Katia n. 715 1953 Pasquariello Sebastiano n. 1251 1953 Benignetti Franco Principali info: - Paolo Zanon (pagina fb); - Museo Piaggio; - Registro Storico Vespa; - Motori Retrò
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Board startup date: September 04, 2017 19:43:09
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