Vai al contenuto

candido

Utenti Registrati
  • Numero contenuti

    753
  • Iscritto

  • Ultima visita

Tutti i contenuti di candido

  1. Almeno una volta nella vita li abbiamo avuti nelle mani, consapevoli che senza di essi non avremmo potuto smontare una libreria, serrare il tubo del lavandino di casa, montare una mensola o aggiustare l’anta dell’armadio. Parliamo di giraviti e chiavi inglesi, cioè gli utensili comuni che permettono di svolgere operazioni di montaggio, smontaggio e riparazione e che non possono mancare nella dotazione degli strumenti per il fai da te. In commercio ne esistono diversi tipi, in vendita in ipermercati, negozi e catene specializzate nel bricolage come Leroy Merlin, Bricofer, Pratiko, Castorama, Bricocenter e altri. L’importanza dello standard Allo scopo di uniformare la produzione degli utensili, l’Iso, l’Organizzazione internazionale per la normazione ha sviluppato degli standard specifici che garantiscono parametri omogenei per tutti. In genere comprendono le dimensioni (lunghezza massima e minima e lo spessore), il collaudo (cioè la resistenza, nel tempo, a un certo utilizzo e testata in laboratorio) e la marcatura (indicazione della misura e del nome del produttore). Gli attrezzi che riportano indicati questi standard sono quindi affidabili perché adottano leghe d’acciaio ad alta resistenza, hanno le stesse dimensioni e vengono costruiti con procedimenti professionali. Gli standard in questione però non sono obbligatori per legge, in quanto l’Iso è un organizzazione non-governativa cui aderiscono gli enti nazionali di 162 Paesi. Come ci spiega Giuseppe Farina, responsabile della Gestione sistema qualità e certificazione di Beta “sono gli stessi produttori che decidono di aderire alle norme Iso, impegnandosi a realizzare prodotti di qualità per gli utenti finali che, nel nostro caso ad esempio, sono per lo più aziende e liberi professionisti”. Le norme Iso quindi vengono recepite dall’Ente dedicato di ciascun Paese: Din in Germania, Afnor in Francia, Bsi in Gran Bretagna e via dicendo. In Italia c’è l’Uni (Ente nazionale italiano di unificazione) che con oltre 7mila soci fra imprese, professionisti e associazioni svolge attività normativa in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario. Uso sporadico o intenso? Come orientarsi per comprare il prodotto giusto? Dipende ovviamente dall’uso che intendiamo farne e da quanto possiamo o vogliamo spendere, in quanto i prezzi possono oscillare di molti euro. Se il nostro obiettivo è spendere il meno possibile perché sicuri che useremo questi strumenti pochissime volte, solo in casi di emergenza ad esempio, esistono i classici prodotti a basso costo di fabbricazione cinese (sul retro della confezione troverete l’indicazione Made in China o Made in P.R.C.). E’ bene precisare però che non si tratta di prodotti di qualità – non rispettano gli standard Iso – e quindi tendono a usurarsi velocemente. Spendendo qualche euro in più invece si possono portare a casa utensili di una certa qualità e adatti a un utilizzo medio (alcuni sono in linea con gli standard Uni-Iso). Si rivolgono a un ampio range di consumatori visto il buon rapporto qualità prezzo. Tra i marchi più diffusi ci sono Valex (che ha due linee di prodotto: una normale e una Arancio, di qualità migliore), Dexter (marchio della catena Leroy Merlin) Crescent, Abc e Stanley. Se siete invece dei veri e propri amanti del bricolage e non badate a spese, potete acquistare utensili professionali, di elevata qualità (rispettano tutti gli standard internazionali), adatti a un uso intenso e che garantiscono le stesse caratteristiche per diversi anni. A fronte però, logicamente, di un costo notevole. I brand più noti sono Usag, Beta, Facom, Pastorino e Hazet. Facciamo qualche esempio concreto. Un set completo di 9-10 cacciaviti (5 piatti e 4-5 a croce, a seconda delle confezioni) di fabbricazione cinese costa intorno ai 10 euro. Con una cifra compresa fra i 15 e i 20 euro si trovano set analoghi Valex e Stanley, in base a quale serie si sceglie (economica o normale). Leggermente più costosi i kit da 10 di Pastorino (25 euro) fino ad arrivare a quelli più cari di Beta (32 euro), Facom (33 euro) e Usag (35 euro). La musica non cambia per le chiavi inglesi (nel nostro caso combinate). Un set da 12 pezzi di importazione costa anch’esso intorno ai 10 euro. Cifra che comincia a crescere se si opta per un marchio più affidabile: dai 17 euro per il set da 9 Valex (Linea Arancio), passando per i 27 euro per quello da 8 della Stanley, fino ad arrivare ai 50 euro per il kit da 9 targato Facom. Per quanto riguarda infine i set di utensili (che comprendono di solito cricchetto, bussole di varie misure, punte da cacciaviti, prolunghe, snodi e talvolta anche chiavi inglesi o in alternativa le classiche pinze) si spendono all’incirca 20 euro per un prodotto di importazione. Il ventaglio dei prezzi è comunque molto ampio e varia in base alla qualità, al marchio e al numero di pezzi presenti nel kit, che può oscillare da un minimo di 22-28 a un massimo in media di 100-110. Un set da 60-70 utensili di discreta qualità costa intorno ai 50-60 euro mentre per i kit professionali si possono arrivare a spendere senza difficoltà anche 250 euro. Da ricordare infine che soprattutto sui set di utensili si possono spuntare spesso dei buoni prezzi finali in quanto sia le catene della grande distribuzione sia i produttori attuano offerte e promozioni. La lega Il nome del produttore, la presenza dello standard Iso e il prezzo finale sono certamente degli indicatori essenziali per poter comprare un prodotto di qualità. Tuttavia occorre fare attenzione anche ad altri aspetti altrettanto importanti. Uno su tutti quello del materiale. Buona parte degli utensili oggi in commercio è realizzata impiegando una lega speciale, l’acciaio cromo-vanadio che grazie alle sue proprietà garantisce un’elevata durezza e resistenza all’usura. “L’acciaio cromo-vanadio è una lega specifica per utensili – spiega Ivan Lorenzini, responsabile informazioni tecniche di Usag – Molti si fregiano di questa dicitura, ma di fatto solo alcuni produttori la impiegano in modo corretto. In certi strumenti di bassa qualità ad esempio può esserci cromo-vanadio, ma in percentuali talmente basse che non influiscono sulla qualità dell’utensile”. Per questa ragione potreste imbattervi in prodotti con impressa a fuoco la sigla Chrome-Vandium (o CR-V) pur non essendo degli strumenti di qualità. Un aspetto che può avere degli effetti collaterali sul vostro lavoro. “Usare un cacciavite scadente – continua Lorenzini – può danneggiare la testa della vite mentre una chiave inglese non di qualità può rovinare il dado, compromettendo l’attività che si sta svolgendo”. Un altro aspetto da non sottovalutare è l’uso dell’attrezzo corretto. In altre parole non tutti i giraviti o chiavi vanno bene per tutto. Utilizzando un cacciavite non idoneo (ad esempio a taglio per una vite a croce) o troppo piccolo si può rovinare sia la testa della vite, sia la punta dell’attrezzo. Allo stesso modo un giravite con punta Pozidriv (vedi articolo) non si accoppia correttamente con una vite Phillips, mentre un giravite a croce avvita una testa Pozidriv, ma con un grip ridotto che costringerà a fare più forza, rischiando di rovinare il metallo. La regola prevede che la misura corretta giravite-vite è in genere la più grande che si adatta. Se si dispone di una gamma completa, è consigliato cominciare con la dimensione maggiore e provare fino a che la punta dell’attrezzo entri nella testa. Ricordate infine che i giraviti di buona qualità hanno punte rinforzate, finiture in nichel-cromo, steli in lega d’acciaio, e impugnature in gomma bimateriale porosa per una presa sicura (al contrario i prodotti scadenti hanno manici in normale plastica). Per quanto riguarda i cricchetti controllate che il meccanismo interno di rotazione scorra in modo regolare, senza intoppi, che abbiano un’impugnatura ergonomica, ma soprattutto che siano dotati di un pulsante apposito (posto sulla testa dell’attrezzo e da azionare manualmente) che evita l’uscita accidentale della bussola dalla sua sede. Verificate inoltre (se avete la possibilità) che la bussola una volta innestata nella sede non abbia un “gioco” eccessivo. Sappiate infine che i prodotti di fabbricazione tedesca sono considerati un punto di riferimento nel settore degli utensili meccanici. Per non farsi cogliere impreparati ricordiamo quindi le certificazioni GS, che sta per Geprüfte Sicherheit (sicurezza certificata) e TÜV, acronimo di Technischer Überwachungs-Verein (Associazione di Controllo Tecnico). Panoramica degli utensili Punta piatta o a croce? A forchetta o combinata? La varietà di giraviti e chiavi inglesi oggi in commercio è ampissima. Per orientarsi e comprare l’utensile che fa al caso nostro quindi occorre prima conoscerli da vicino. Partiamo dal cacciavite. Si compone di punta, stelo e manico e si divide in 3 dimensioni: piccolo, medio e grande. I più diffusi sono a taglio (con punta piatta, Iso 2380) e a croce (o Phillips, dal nome dell’inventore, Iso 8764). In commercio esistono anche cacciaviti con punta Pozidriv che rispetto alla tradizionale a croce cui assomiglia, garantisce maggiore grip fra testa e punta, e minore usura; a punta esagonale, quadrata (detta Robertson) e Torx, detta anche stella a 6 punte e dedicata a usi particolari. E ancora cacciaviti con punte intercambiabili che consentono di avere tutto in un solo strumento e quelli cercafase-isolanti, specifici per elettricisti. Passiamo alle chiavi. Dette anche di manovra o inglesi servono principalmente a serrare e allentare dadi e bulloni. Ne esistono di cinque tipi: a forchetta (le più comuni, trasmettono la forza ai due lati del dado, Iso 10102), poligonali (dove l’estremità chiusa blocca il dado completamente evitando che si rovini o si spani, Iso 10103), combinate (da un lato a forchetta, dall’altro poligonale con la stessa misura su entrambe le estremità, Iso 7738), regolabili (dette anche a rullino si adattano alle dimensioni del dado attraverso la rotazione di una rondella che allarga o stringe la forchetta, Iso 6787), a pipa (a forma di L hanno estremità con profilo esagonale o poligonale, Iso 6747) e a tubo (con estremità dal disegno esagonale su tutti e due i lati, Iso 6745). In commercio sono disponibili chiavi "a cricchetto" con profilo poligonale che ruotano in senso orario e antiorario facilitando così il serraggio dei bulloni. Completano il quadro i set di utensili con bussole e cricchetto. Quest’ultimo è lo strumento principale (Iso 3315): reversibile – ruota cioè in senso orario e antiorario – consente di avvitare dadi e bulloni con maggiore velocità rispetto a una chiave tradizionale. Ha tre dimensioni, in base all’attacco: 1/4 (piccolo), 3/8 (medio) e 1/2 (grande). Maggiore sarà la misura, maggiore sarà la forza che riusciremo a esercitare sul dado. Sul cricchetto infine vanno innestate le relative bussole (Iso 2725) di dimensioni variabili (solitamente da 4 mm a 32 mm) in base alla grandezza del bullone su cui si opera.
  2. candido

    ma come caxxx???

    ma no binho figurati, io accetto consigli da ogni dove se possono aiutare nella causa: cioè avere il meglio al prezzo migliore......se hai un ricambista da proporre alternativo a calò diccelo..o dove li prendi tu....mi sono affidato a calò perchè proprio su VR ne hanno parlato tutti assai bene rispetto alla concorrenza, ma questa differenza gratuita di prezzo per ricambi uguali - a distanza di così poco tempo - mi pare eccessiva......
  3. cmq questo è davvero il colmo!!!!!!!!!!!! un 200 senza frecce nel cassonetto....io non ho davvero parole.....
  4. candido

    ma come caxxx???

    binho la crocera era originale...le altre cose che mi ha spedito calò no. erano appunto cif e altro....questo è quanto....io gli ho inviato l'elenco e loro mi hanno spedito queste cose qua...o non avevano i ricambi piaggio, ma mi pare strano visto che sono ricambisti originali de marchio, o di prassi usano i dischi frizione cif e l'ingranaggio messa in moto olympia che ti devo dire... sul fatto che piaggio non produca + ricambi l'ho letto in moltissimi post di gente assai più esperta di me tutto qua....
  5. candido

    ma come caxxx???

    binho i ricambi che ho messo in lista della veloce li ho presi da calò che è ricambista originale....ma vende Cif, rms e altri...ormai si sa che piaggio non fa niente ma reimbusta solo.....quindi.... sto ricambista di catania lo tengo in serie considerazione se può farmi un preventivo giro la lista a lui...potrei passare da catania e ritirare il pacco...angelo dimmi di + via MP graize
  6. candido

    ma come caxxx???

    ah ecco...ma conviene uguale....certo devo vedere la spedizione....
  7. candido

    ma come caxxx???

    infatti costa 52 euro....
  8. candido

    ma come caxxx???

    grazie se avete altri suggerimenti per ricambisti fatevi sotto....
  9. candido

    ma come caxxx???

    circa un mese fa ho fatto un ordine da piaggio calò per dei ricambi motore sprint veloce...ecco di seguito: kit revisione parastrappi 10 euro (Cif) ingranaggio messa in moto (89229) 30 euro (olympia) kit guarnizioni 6 euro (rms) crocera (87010) 20 euro cuscinetti albero motore (90010) e serie paraoli 45 euro frizione: dischi 10 euro (Cif) molle 3 euro campana 93200 10 euro ganasce posteriori 5 euro ieri ho inviato una richiesta di preventivo per i ricambi motore di una gtr (che non credo sia molto diversa) e guardate i prezzi diversi per gli stessi ricambi..... kit revisione parastrappi 10.00 ingranaggio messa in moto 35.00 kit guarnizioni 15.00 kit guarnizioni carburatore 5.00 spillo carburatore 2.00 puntine 10.00 (!!) crocera 25.00 cuscinetti albero motore e serie paraoli 50.00 cuscinetto ruota 10.00 frizione: dischi in sughero e quelli di metallo, molle, campana, dado a castello COMPLETA 68.00 tamburo posteriore 35.00 ganasce anteriori e posteriori 16.00 gabbia rulli spinotto 5.00 me sa che cambio ricambista.....
  10. ho cominciato a usarli un po' e devo dire che mi trovo bene...la cassettina è completa e poi veramente se penso che con 55 euro avrei comprato solo la serie di 9 chiavi combinate usag.....sono soddisfatto...tra l'altro....e poi vi girerò qualcosa al riguardo...questa cassetta rispetta gli standard Iso in materia di utensili meccanici, quindi gli attrezzi rispettano i criteri di robustezza, durata nel tempo, precisione, qualità della lega impiegata...concordati dai grandi produttori come Usag, Beta, Facom e via dicendo.....
  11. 55 euro
  12. a proposito...mi hanno appena regalato questo....che ho opportunamente impreziosito....
  13. candido

    Spaccanapoli

    vabè in compenso l'ho fatto io il giretto a napoli.....mamma mia stamattina a via san biagio dei librai c'era il mondo!!!.....una fiumana di gente......e dopo i babà alla crema, ricotta e classici, stasera finalmente.....PIZZA!!!....
  14. secondo me non c'è necessità di riverniciarla...con dei lavoretti ce la fai alla grande.....
  15. no no ovviamente mi ridà tutto indietro.....per quanto riguarda l'albero sono stato io a dirlo nel senso che lui mi ha detto: "compra biella nuova e l'anello che la tiene in sede sull'albero" in pratica credo andrebbe reimbiellato l'albero...ora mi son fatto due conti e allora credo mi conviene comprare l'albero nuovo completo di biella (100 euro circa) o i ricambi che ha detto lui e magari ne spendo 70?....tutto qua... la campana frizione sembra a posto ma ormai che ci sono non aspetto che si crepi...costa 10 euro quanto all'ingranaggio cambierò anche il ventaglio che nel blocco sprint veloce si è rotto dopo averlo chiuso 3 giorni prima.. (!!!!!) grazie per le risposte..
  16. riporto un po' in vita questo topic..finalmente il mecc ha aperto il blocco e questa è una lista dei ricambi. ditemi se manca qualcosa che va cambiato cmq: Blocco motore sigla VNL2M: albero motore nuovo pistone maggiorato 53,20 mm (anche se gli ho detto che portando il cilindro in rettifica dovrebbero dargli pistone e fasce nuove...) kit revisione parastrappi ingranaggio messa in moto anello tenuta ingranaggio messa in moto (sarebbe?) kit guarnizioni puntine e condensatore crocera cuscinetti albero motore e serie paraoli cuscinetto ruota cuscinetti cambio (?) frizione: dischi in sughero, controdischi (?), molle, campana, dado a castelletto tamburo nuovo (il mecc dice che è stato rettificato e quindi con le ganasce nuove non combacierebbe bene e credo abbia ragione) ganasce posteriori gabbia rulli spinotto (sarebbe?) i punti ? stanno a significare che non ho capito a quale ricambio si riferisce il mecc.... grazie a tutti
  17. dal mio punto di vista, come quello degli altri, la valutazione dipende quasi del tutto dallo stato burocratico del mezzo ergo: con doc e targa da passaggio....sui 1000 euro circa... con doc e targa radiata.......700 circa con sola targa 500 circa.... certo è da rifare ma nel complesso si presenta meglio di tanti altri rottami veri che si vedono in giro.... ciao
  18. candido

    Mi hanno proposto...

    se decente è da prendere...prezzo onesto che di questi tempi è raro.
  19. candido

    leovespe

    ragazzi non fateci caso...ormai leo è caduto in una spirale dalla quale sarà dura riprendersi...quando ha guidato la mia ts ha detto testuali parole: "molto bella. ha il telaio basso che è tutta un'altra cosa da guidare rispetto al px...mi manca in garage una bella large anni '70".... risultato? tempo 10 giorni s'è messo in casa una Cosa e una speedmatic!!! bbbuuuahhahahahahha
  20. candido

    jeep con vespa

    stamani sono rimasto particolarmente colpito da questo annuncio...mica male...l'idea mi stuzzica.... Jeep cj6 d anche scambio con vespa o lambretta Auto usata - In vendita Massa-Carrara
  21. a me piace il portachiavi...ma come si diceva appunto..17 euro sono troppi....mi compro lo specchietto cromato che non ho.....infatti è l'unico motivo per cui non ho ancora comprato il casco ufficiale Vespa che pure mi piace..ma costa 95 eurozzi!
  22. candido

    px o no px

    vero vero hai ragione, confondevo, infatti ultima serie rally e prima serie px avevano lo stesso motore...giusto? (con la centralina Femsa?)
  23. candido

    px o no px

    ma chi l'ha fatto sto sito? è osceno nonché pieno di info errate...una rally al posto della Cosa. l'immagine di un modellino al posto di qeulla vera...ahahahah.....si si te lo raccomando.... allora un po' d'ordine: la prima serie del 200 è il p200e con accensione a puntine senza frecce e senza miscelatore (anche se alcuni lo montavano). poi c'è il p200e con le frecce sempre a puntine e senza miscelatore. poi c'è il px200 arcobaleno con frecce e miscelatore. fino ad arrivare più o meno al px200 con miscelatore, frecce a freno a disco, dopo il 98 credo..al posto del tradizionale tamburo...
  24. alex troppo buono...come i dolcetti siciliani che vi siete sbafati!! mi spiace per l'estenuante ricerca di un posto decente dove sfamarsi....alla fine la formula "a pizza ca' pummarola 'n coppa" penso abbia soddisfatto....concordo sull'idea del giretto col museo annesso...anche perché tutto il giorno fuori con il freddo invernale...
  25. colpo di scena.. rientro in lizza. domani ci sarò! AGGIORNAMENTO LISTA -candido -lml1 -netos -spaghetti -verkaufer -blu -vincenzo
×
×
  • Crea Nuovo...