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Oizirbaf

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Tutti i contenuti di Oizirbaf

  1. Arco Iris in spagnolo significa arcobaleno quindi hanno tradotto esattamente il nome del modello.
  2. Gran bel ritrovamento! Dalle foto sembra perfetto.
  3. Oizirbaf

    Il deserto?

    Ma almeno non affollata!!
  4. Oizirbaf

    Il deserto?

    Lawrence d'Arabia sosteneva che il deserto gli piacesse perchè è pulito. Di mio aggiungo che, oltre ad essere pulito, il deserto è deserto. Il che presuppone che il rompicabbasisi più prossimo dista tanti, ma tanti, chilometri quadrati di distanza e quindi per venire a rompere debba impegnarsi tanto, probabilmente valuterà che non ne vale la pena e finirà per astenersi. Penso che anche io apprezzerei il deserto! Certamente più di quanto apprezzi vivere in un condominio in una città sovrafollata lavorando in un posto dove siamo tenuti come polli di batteria. Qualcuno ricorda del mai abbastanza compianto F. Dé Andrè "La Buona Novella" una strofa del "Ritorno di Giuseppe" recita: Gli uomini della sabbia hanno profili da assassini, rinchiusi nei silenzi d'una prigione senza confini. Appunto una prigione senza confini!!
  5. Quindi è possibile montare questa misura senza ricorrere a stranezze? Trovi vi sia beneficio?
  6. Oizirbaf

    guanti scaldamani

    Epperò la banana che mi porto con la merenda al lavoro spesso arriva ridotta a marmellata quindi l'articolo avrebbe una utilità!
  7. Capperi ! A casa di mio nonno ricordo di averne vista una uguale. Chissà che fine avrà fatto?
  8. Oizirbaf

    Amici Miei

    La SuperCazzora è da allora divenuta un settore della vita politico cultural lavorativa del nostro paese autentici stuoli di specialisti nel genere imperversano in ogni campo. Orsù! Non ditemi che anche voi non capita, almeno quotidianamente qualcuno che tenta di farvi la supercazzora! .....Come fosse antani!
  9. Sono la base del portapacchi che era estraibile con due fermi a scatto. In genere lo toglievo perchè la Ducati con il portapacchi era davvero triste. Per togliere quella base si dovevano invece smontare diverse cose.
  10. Mi è stato difficile decidere se inserire questo post nel forum “Non solo Vespa” oppure in “Come eravamo”. Infine tra i due ho scelto “Non solo Vespa” perché il soggetto delle foto allegate è la moto e non il sottoscritto con un paio di decenni in meno, (rabbrividisco scrivendolo), che compare in alcune immagini. Veniamo a lei: “Cacafuego” questo il nome che le diedi. La acquistai, ovviamente usata, con i risparmi dei primi stipendi, nell’85 se la memoria non mi inganna. Una Ducati 500 Pantha II serie (credo) era la prima versione del bicilindrico progettato dall’Ing. Taglioni. Nato 500 cc, cilindrata classica, si prevedeva di realizzarne una versione 350 cc per i diciottenni (all’epoca si dovevano aver compiuto ventuno anni per guidare moto di cilindrata superiore ai 350 cc) ed eventualmente modelli di cilindrata superiore. Era un motore innovativo: la distribuzione comandata da cinghie dentate, una novità per i tempi, l’accensione elettronica, la rinunzia alla leva d’avviamento, il perno del forcellone integrato nel carter. L’architettura: bicilindrico ad L riprendeva quella dei noti “pomponi” 750 e 900 con la distribuzione comandata da alberini ad ingranaggi conici progettati anche essi da quel genio dell’Ing Taglioni motori con cui il piccolino coesisterà per alcuni anni. La moto poi aveva assetto e componentistica decisamente sportivi: tre freni a disco, ammortizzatori a gas, cerchi in lega, strumenti giapponesi come quelli delle Honda 500 four, codino asportabile per rendere la sella monoposto e soprattutto una semicarenatura davvero affascinante. Una versione da turismo venne anche proposta ma ebbe davvero poco successo. Naturalmente si conquistò subito la fama di moto potente e dotata di un gran telaio e subito fiorirono modifiche ed elaborazioni al punto che divenne ben difficile, a distanza di qualche anno trovarne una originale. Naturalmente non era tutt’oro quel che luce: la carena bella si ma disegnata e montata con notevole pressappochismo vibrava alle estremità del cupolino, non era dotata di specchietti, né era possibile installarveli in maniera decente, il supporto anteriore della carenatura, in alluminio, si rompeva ogni settimana e l’unica soluzione consisteva nel farselo realizzare in acciaio da un fabbro. Il tappo della benzina non c’era verso che tenesse: non si poteva fare il pieno altrimenti alla prima accelerata ci si ritrovava con i cabbasisi in salamoia di benzina. La frizione, a cavo, era davvero speciale: per azionarla necessitava di una forza erculea, unita ai mezzi manubri bassi, stretti e non regolabili a causa della carenatura rendeva la passeggiata in centro una tortura con il braccio sinistro che al decimo chilometro doleva sino alla spalla. Comunque quel tipo di guida garantiva al pilota la crescita degli avambracci di Braccio di Ferro nel giro di pochi mesi. La sella biposto era congegnata in maniera tale che l’eventuale passeggero ad ogni frenata franasse sulla schiena del conducente che doveva sostenerne il peso sulle braccia e sui polsi altrimenti si sarebbe arrestato con le parti molle sulla gibbosità del serbatoio. La tenuta di strada era ineccepibile, l’avantreno solido come una roccia, le strade di montagna il terreno giusto per godersela a patto di legare sul serbatoio un bel sacco a pelo arrotolato su cui stravaccarsi alleviando la fatica di braccia e polsi. Per dire qualcosa del motore dobbiamo chiamare in causa vocaboli jazzistici: tromboncini e cornetti. La vulgata voleva che i motori Ducati dovessero avere l’aspirazione libera quindi la scatola del filtro, il filtro dell’aria e relativi manicotti si dovevano rimuovere e sostituire con i famosi cornetti montati direttamente sui carburatori. I carburatori gia! Due abbacchi posti l’uno dietro la fiancatina sinistra in posizione verticale l’altro tra i cilindri semisdraiato, ognuno con il suo bravo filo del gas, addirittura con getti diversi tra loro più magro quello del cilindro orizzontale più grasso quello del cilindro verticale. Diciamo che raramente riuscivano a lavorare in sintonia. I tromboncini: la moto usciva con due lunghe marmitte marca Conti adeguatamente silenziata. Queste marmitte oltre ad essere bruttine si sfondavano abbastanza presto alle estremità. A me la vendettero con montato un due in uno nero piuttosto brutto, però il venditore mi consegnò anche i colletori, il compensatore e le due marmitte originali sfondate. A mia volta acquistai un due in uno cromato, faceva un figurone, ma andava peggio di quello nero. Quella del due in uno sembrava una scelta logica: assai meno peso ed ingombro, una linea più sportiva e filante. Però dopo anni passati a cambiare getti, provare cornetti, montare e smontare la marmitta cromata e la nera alla fine ci feci rimontare collettori e compensatore originali con due tromboncini Conti e la moto andava bene ma ormai mi aveva stancato. La scambiai con la Vespa 200 più un conguaglio e debbo dire, che in fin dei conti, non me ne sono mai davvero pentito. Una curiosità sul nome Pantha: qualche anno prima la Ducati aveva realizzato un modello 900 con il motore a coppie coniche che battezzò Darmha sull' onda del successo dello sceneggiato Sandokan. Qualche anno dopo pensarono di seguire questa tradizione che avevano creato
  11. Oizirbaf

    124 spider

    La 124 Spider, di cui non vedo la foto, a parer mio è una delle auto più belle mai prodotte. Io la preferivo al duetto Alfa Romeo. Anche le ultimissime versioni prodotte: Le Spider Europa e Spider America son belle. Davvero un auto da sogno. Marco spero tu riesca a realizzarlo questo sogno.
  12. Oizirbaf

    Punto di Vespa

    Bell'articolo. Bravo. E buona la nuova rubrica. In quel '77 avevo quindici anni, frequentavo il terzo liceo, ricordo bene le prime PX che amici e compagni di scuola compiuti i fatidici sedici anni avevano avuto in regalo. Le senzafrecce senzaspecchietti, inutili orpelli che le leggi dell'epoca non imponevano, erano davvero indistruttibili e si che i miei amici ne facevano un uso assai poco riguardoso. Si girava senza le "chiappe" altrimenti la loro sparizione era garantita al primo parcheggio, molti, io non sono mai stato capace, erano in grado di percorrere centinaia di metri con la Vespa impennata, ricordo le discussioni che facevano sul come impennarla: di seconda ma si riusciva anche di terza. E' davvero un peccato che abbiano deciso di toglierla di produzione, sinceramente non credo che non sarebbero riusciti a farla rientrare nell'EURO3 come dimostra la LML. Forse il problema risiede proprio nel fatto che si trattasse di un veicolo progettato ancora con criteri assai meno consumistici degli attuali, una cosa fatta per durare. Troppo!
  13. Oizirbaf

    T5 vs PX125

    Nel '90 ne affittai uno per due settimane a Creta in Grecia e ci girai gran parte dell'isola, eravamo in due con bagaglio, anche se la ragazza era leggerissima. Ricordo di aver avuto l'impressione che su strada aperta facesse qualcosa di più del 200, almeno del mio. Aveva, sempre un impressione, almeno 1500 giri più dei motori PX, ai bassi regimi sembrava inferiore ai PX, però quando entrava in coppia era davvero un altra musica. L'estetica all'epoca la trovavo bruttina, però oggi non mi dispiacerebbe averne uno. Il faro faceva una bella luce e la sella era comoda. Gran bel motore peccato non l'abbiano sviluppato. Sotto un PX con freno a disco sarebbe stato proprio bene. Magari anche una versione con cubatura maggiore.
  14. Bella! Complimenti bell'acquisto! Anche io voto per la configurazione originale! Bella anche la 650 di Ricmusic era un modello dall'estetica originale. Bravo GustaV! Fuck the big ant!!
  15. Oizirbaf

    leovespe

    Anche a me era sfuggito! Il PX lo conosco, effettivamente quel colore è bello. Ma la faro basso è davvero stupenda un pezzo di storia. Certamente va tenuta con cura e l'utilizzo centelinato.
  16. Oizirbaf

    La burra

    La mia Vespa 200! nel 1989 mi disfai della Ducati 500 in cambio di questa vespa, il pagamento di entrambi i passaggi di proprietà ed una cifretta che non ricordo in contanti. Fu un pessimo affare. Ma non me ne sono mai pentito. La Vespa la consideravo un ripiego economico rispetto alla moto ed effettivamente per molti anni la ho trattata con poco riguardo. Poi ho iniziato a volerle bene. E' un PX200E del 1983 attualmente il contakm segna 115.000. Verso i 60.000 la portai a revisionare e mi dissero di aver cambiato fasce e cuscinetti dell'albero, effettivamente il carter lo avevano aperto si vede dalla guarnizione. Purtroppo quest'estate ad Agosto ha ceduto la scocca sull'attacco dell'ammortizzatore, forse a causa di un ammortizzatore non originale che vi avevo recentemente montato. Da allora è in attesa di un restauro totale, previa riparazione della scocca, che al momento non ho voglia di fare. Il nome che le ho dato significa mula o asina in spagnolo ed è meritatissimo per il carattere paziente e tetragono ad ogni sforzo come hanno dimostrato ben diciotto anni al mio servizio. Per parecchi anni ho avuto gli ammortizzatori bitubo. L'anteriore è sempre andato benissimo. Il posteriore lo ho sempre trovato assai duro finchè un giorno si schiantò di netto l'asse proprio dove si avvita nel tampone di gomma. L'anteriore lo feci revisionare ma dopo un paio d'anni cedette di nuovo. Il parabrezzino Cuppini Fumè scurissimo lo presi per corrispondenza altrimenti di quel colore impossibile non lo avrei preso mai! Prima di procedere al restauro voglio farle le foto per iscriverla alla FMI, ma non mi decido mai. Le foto allegate, recenti, sono state realizzate con la Ikonta 6*6 che vi ho presentato nel forum "Come eravamo" forse le ho sviluppate un pò troppo e sono venute nel complesso un pò scure
  17. Hanno davvero stancato! Adesso si sta proprio esagerando! Purtroppo in ItaGlia non ci ribelliamo mai. Anche a Roma da Gennaio ricominciano con la pagliacciata delle targhe alterne e con le domeniche a blocco totale tranne che per quelli che hanno l'auto nuova. Mai una cosa UGUALE PER TUTTI !!!! Io ho la Vespa nuova, Neuro2 acquistata a Settembre, sta a vedere che secondo il cacicco non va bene neppure questa!
  18. In attesa che il Marx photoshoppi le foto una breve cronaca della attrippata allegramente tenutasi giovedì sera con la partecipazione della crema dei vespisti romani. Per mia grande fortuna la pizzeria con menù a volontà non è distante da casa e considerati il freddo e qualche acciacco mi sono recato sul luogo in torpedone contando di tornare o con un passaggio da parte di qualche vespista sardomobilizzato (come poi è avvenuto) oppure a piedi se si fosse tardato oltre la cessazione del servizio degli autobus. Naturalmente il torpedone ha pensato bene di farsi attendere una buona mezz'ora mentre dall'altro lato ne son passati tre in direzione opposta, ma si sa che è così e ci si deve rassegnare. Onore al merito al Cicalone che vero vespista ognitempo va e viene da località imprecisata ma abbondantemente fuori dal Grande Raccordo Anulare deliziandosi sulla via del ritorno di incontri con foche, pinguini ed orsi bianchi che popolano le notti invernali dei vespisti. La pizza la conosciamo è di qualità più che accettabile (nulla a paragone di quella, home made by mi madre, che me sò scofanato ora ora) la birra pure e con le zampe sotto il tavolo la serata la serata trascorre in allegria. Purtroppo non ricordo i nomi di tutti i presenti ma certamente ricordo un paio di ragazzotte dal fisico competitivo della tavolata vicina. Ok lo so che alla mia età mi sarebbero potute esser figlie! Ma sapete il lupo perde il pelo ... con quel che segue. Veniamo al clou della serata la tradizionale riffa del vespista: ognuno porta qualcosa di vespistico poi si tira a sorte. Con grande gioia di mia madre che ha visto sparire un ciborio dalla scaffalatura, ho sacrificato alla bisogna uno dei miei modellini di vespa. Per tanto sacrificio la sorte è stata generosa e mi sono aggiudicato il primo premio posto in palio da un vero lord su due ruotine: niente meno che un intero copertone nuovo. E che copertone! Non credevo ne esistessero più: un autentico SC28 Pirelli quelli con la scolpitura dei Pirelli Panthom le gomme più gettonate sulle moto sportive dei primi anni ottanta, credo che queste gomme in misura da vespa le fecero appositamente per il T5 che, da brava vespa TamarSportiva, doveva richiamare le moto. Ora bisognerà trovargli la sorella. La Vespa più bella della serata? Senza ombra di dubbio la TS (credo) rosso amaranto con cesta di vimini modello Garfield viene con me. Sulla via del ritorno con l'ottimo High abbiamo effettuato un doveroso pellegrinaggio presso i rottami di vespe semiabbandonate del mio quartiere e, se la notizia può interesare, la mattina successiva ne ho scoperti altri due nel corso di una passeggiata a piedi, niente di che: i soliti PX strausati. Uno giace nel cortile di un palazzo accanto alla rettifica di Serafino, dove mi sono recato per farmi modificare le staffe del parabrezza perchè i buchi sotto il manubrio della PX ultima serie hanno una distanza divesa dal consueto. Probabilmente lì vive anche il proprietario che sarà felicissimo di disfarsene in cambio di un piatto di lenticchie! Bene dopo aver scritto tutte queste fesserie è giunta l'ora che mi metta a cuccia cosa che con questa giannetta che tira si fà più che volentieri. Buonanotte a tutti!
  19. Oizirbaf

    Zeiss

    Dal sito che ho segnalato sopra il numero della rivista da scaricare è scattiapr04 sono dei pdf quindi non particolarmente onerosi da scaricare. L'articolo è dedicato alla Super Ikonta 6 * 6 ma l'autore cita anche la 6 * 9 definendola rara. Le Super Ikonta vennero presentate nel 1951, dal medesimo articolo desumo che esistesse un modello con obiettivo Planar più costoso rispetto al Tessar che monta la tua, la qualità tuttavia è paragonabile, anzi mi è capitato di leggere in più di un articolo che il Tessar per molti aspetti offriva prestazioni superiori al più costoso Planar. Considera che da un negativo 6 * 9 puoi stampare un manifesto. Ho controllato il retro della carta protettiva della pellicola: non vi sono numeri ripetuti. Quindi, credo, che la foto sia allineata quando nel primo spioncino (quello dal lato opposto al chiavistello di trascinamento) compare il numero 1 per la prima foto, si scatta si arrotola pianino, il numero 1 dovrebbe divenire visibile nel secondo spioncino ed il due nel primo.
  20. Bene! Bene! La verde Umbria è alla portata anche di un vespista pavido su di un PX 150 cateteritico come la mia Grigia. Il lago Trasimeno, incantevole lago vulcanico dove, la storia ricorda, Annibale il cartaginese assestò una formidabile scanizza alle legioni romane, si può andarvi a vela ed anche in kayak ma SOPRATUTTO la ridente Castiglion del Lago che per l'appunto sul lago si specchia ha dato i natali alla divina!!!! Sento qualcuno chiedere la divina chi ???? Ma .... Monica Bellucci .... naturalmente! E .... se tra la restante parte della cittadinanza femminile del luogo ve ne è una percentuale che solo la ricordi alla lontana già basta come ragione per una visita!
  21. Oizirbaf

    Zeiss

    Aggiungo che osservando dove ha le finestrine per la numerazione della pellicola credo che sia una 6 * 9. Questo perchè la carta protettiva della pellicola 120 sul retro riporta tre numerazioni: quella più in alto è per il 6 * 4,5 che consente 16 foto quella al centro per il 6 * 6 che consente 12 foto e quella in basso per il 6 * 9 che, credo ne consenta 8. Quindi le sei per nove hanno le due finestrine per controllare l'avanzamento della pellicola in basso come la tua. Non so perchè le 6*4,5 e le 6*9 hanno due spioncini mentre la 6*6 ne ha uno soltanto. Credo che si debbano vedere contemporaneamente due numeri, non so però se quello del fotogramma corrente e quello del successivo o due numeri eguali che comparendo in entrambe le finestrelle evidenziano che il fotogramma è allineato. Al momento non ho una carta di protezione sottomano per verificare, se è rimasta in cantina quella dell'ultima pellicola che ho fatto lo verifico.
  22. Oizirbaf

    Zeiss

    Molto molto bella ha il telemetro accoppiato. Se è funzionante può fare bellissime foto. Ti metto il link al sito di una rivista, molto bella, che veniva stampata in occasione di una mostra mercato annuale di attrezzature fotografiche. Sul sito trovi i, purtroppo pochi, numeri che hanno pubblicato tra questi vi è un articolone dedicato alla Super Ikonta http://www.scattineltempo.it
  23. Mi sà tanto che a via Ostiense verrò a piedi, sono a due passi da casa e non ho voglia di guidare in questi giorni.
  24. E vai! Si è economico. Per il bauletto e la chiappa che qualche strnz mi ha graffiato, quindi non sono da ribattere e la vernice, graffi a parte, e nuova a me han chiesto: uno 150 un altro 200. Mi sa tanto che verrò a fare una gita!

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Board startup date: September 04, 2017 19:43:09
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