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Oizirbaf
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Quest'anno mi ero iscritto alla FMI con l'intenzione di iscrivere la Burra al registro storico. Poi, un poco per la pigrizia di non rimuovere il portapacchi e qualche altro dettaglio non originale, un poco perchè è un conservato e quindi la vernice presenta numerose pecche, vuoi a causa del guasto che tuttora la tiene fuori servizio non lo ho fatto, non ho fatto le foto e quest'altro anno dovrò pagare di più. Va sempre così. Però sono contento per i ciclomotori dovrò provare ad iscrivere il Corsarino.
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Allora è deciso? Giovedì 13 ad Ostiense. Per me non dovrebbero esserci problemi. Per giunta la prossima settimana spero di essere in ferie. Non ho deciso cosa fare, probabilmente non farò altro che oziare ma i giorni devo consumarli perchè altrimenti, grazie ad una recente riforma, oltre ai giorni di ferie ci perdiamo anche dei quattrini. Ho un paio di rogne da grattarmi risolte queste, mi piacerebbe fare una gita fotografica, Ravenna o Venezia, è tanto che desidero andarci, non in vespa considerata la stagione, ma sono solo ed anche il piatto piange temo sia poco probabile che riesca.
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Bellissimo! La giusta satira per uno dei veicoli più ingombrantemente cafone mai prodotto!
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Lamiere riciklate dai T34! Roba sovietica! Motore nucleare alimentato a olio di biplano e scorie di sommergibile. Gomme artigliate per procedere in sicurezza sulla taigà gelata, bauletto con impianto di riscaldamento a carbon coke per scaldare le manopole, sella foderata in pelle di yak siberiano.
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Sarà stato lambrettista ma il Gaber era un grande, uno da ricordare con nostalgia. Tra le maledizioni di questo paese di guano vi quella che fa scomparire i migliori prematuramente mentre i peggiori superano Matusalemme. Anche per la Lambretta è un peccato, dopo che la produzione in ItaGlia ebbe fine con le "Macchia Nera" continuarono a produrla per tanti anni in Spagna. Purtroppo ora scompare anche la Vespa!
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Lo vorrei uguale all'attuale. Con un pò più di cilindrata, diciamo almeno 250 cc, freno a disco anche dietro e non toccherei altro. Ma considerato che il motore 2T, che a me piace moltissimo per la geniale semplicità, la leggerezza, il carattere, la potenza specifica, è stato ormai messo al bando mi andrebbe bene anche con motore 4T. Però dovrebbe essere come l'attuale ruota di scorta compresa!
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Bene! Bene! Ho l'impressione di aver stancato con queste macchine fotografiche. Pperò, certo dell'apprezzamento da parte di Eleboro che, mi pare ami la grafica d'epoca, vi allego le immagini delle copertine dei libretti di istruzione. Curiosamente quello allegato alla IKONTA 6 * 6 è intitolato NETTAR 6 * 6 che è un modello coevo, quasi eguale ma meno dotato come otturatore ed obiettivo ed assai più economico. Forse di IKONTA se ne vendevano poche per stampare un libretto specifico. La copertina delle tavole di posa fa invece parte della dotazione dell'esposimetro GOSSEN OMBRUX assieme ad una graziosissima custodia in magnifico cuoio. E' simpatica per l'immagine della ragazza decisamente anni trenta .
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Leo mi dispiace per la Vespa, ma visto che la avevi già fatta riparare posso supporre che tu conosca un bravo carrozziere. Se così fosse potresti presentarmelo?
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La Vi ringrazio e visto e considerato il gradimento, anche se non si tratta di Vespe, aggiungo qualche altra immagine rimanendo in ambito Zeiss ed accessori universali. Il primo oggetto è contenuto in una graziosa scatolina metallica che non ho fotografato, quando mi venne donato, da una anziana zia, che non ne conosceva l'utilizzo ho faticato non poco per capire cosa fosse. :idea: Poi ho avuto l'illuminazione si tratta di un autoscatto meccanico a molla utilizzabile su qualunque fotocamera: si carica ruotando la palettina, caricando fuoriesce una cremagliera con all'estemità una sede in cui incastrare la testa del cavetto universale di scatto a distanza, l'altra estremità si avvita sul pulsante di scatto di una qualsiasi fotocamera. Una levetta comanda la partenza, la palettina lentamente ruota, mentre l'oggetto emette un ronzio, la cremagliera rientra azionando il pulsante del cavetto. Altre immagini dell'ultima Zeiss appartenuta al nonno in mio possesso, si tratta di una macchina a lastre credo degli ultimi anni venti, purtroppo ha la ghiera dei tempi bloccata quindi scatta su un unico tempo. Peccato caricandola con lastrine di pellicola qualche esperimento avrebbe potuto essere divertente, peraltro il soffietto consente limitati movimenti di basculaggio e decentramento dell'obiettivo, la messa a fuoco va effettuata su un vetro smerigliato inserito al posto della lastra spostando avanti e indietro il soffietto, una volta regolata si toglie il vetro, si inserisce al suo posto il portalastra precedentemente caricato, si solleva l'antina di protezione del portalastra, si scatta, si richiude l'antina, si toglie il portalastra ed il gioco è fatto. Rapida, ideale per le foto d'azione.
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Io sedici............. straazz! Bianco e nero! La moto nella 015 mi sembra una Bultaco.
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Bene, giusto. La pizza vespistica di Natale. Propenderei per un venerdì sera e per la consueta pizzeria al ponte ferroviario sull'Ostiense che non è male.
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Oihmè quella borsa la uso anch'io è capiente e funzionale il problema è il mio vecchio Sony che pesa una tonnellata. Comunque cari compagni di sfiga una volta l'attrezzatura per lavorare la si trovava sul posto di lavoro ora siamo condannati a portarcela sul groppone ed averla tra gli zebedei quando abbiamo finito di lavorare. Una vessazione mica da poco! Comunque per quanto informatico ho il contratto dei metalmeccanici quindi abiti formali li indosso assai di rado. Per l'antipioggia se non si vuole acquistare qualcosa di specifico per moto un occhiata al reparto vela di decathlon vale la pena di darla. I miei pantabarca hanno le cuciture nastrate, certo quando li togli sei bagnato per la traspirazione che rimane lì.
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Voto per Agosto. Ma cosa è il calendario di una marca di esche? A ben pensarci l'allevatore di vermi per esca potrebbe essere una attività interessante
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Il dramma è se piove al mattino: si arriva al lavoro zuppi e non hai modo di cambiarti. La sera pazienza, a casa ti cambi e ti asciughi. Non sono ben attrezzato per la pioggia perchè se vedo le brutte prendo l'auto, ho sempre fatto così. Ora però nel posto dove mi hanno sbattuto per l'auto non c'è parcheggio e sono dolori. Uso un completo da barca acquistato da Decathlon in saldo, per altri scopi, la giacca l'ho presa grande XXL in modo che riesco ad infilarla sopra alla giacca da moto. Per ora non mi è ancora capitato di collaudarla con un diluvio tosto, per la pioggia normale funziona. Per le scarpe al Cisalfa Discount ho trovato un paio di stivaletti doposci neri della Tecnica che paiono proprio stivaletti da moto e per la Vespa vanno più che bene. Al mercatino rionale davanti al lavoro di High c'è un ottima bancarella di materiali per manutenzione scarpe, lucidi, spazzole etc. che vende il grasso per gli scarponi con cui di frequente tratto gli stivaletti che essendo da neve, ben ingrassati resistono all'acqua. Però se piove al mattino tiro giù tutti i santi del calendario
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a Questa simpatica sezione del forum potremmo intitolarla: "Anticaja & Petrella" vecchio modo di dire romano che sta per roba povera e vecchia. Ma, noi vespisti, in tempi di scuteroni superautomatici ci stiamo guadagnando un poco l'aura di nostalgici amanti di cose e modi d'operare desueti e manuali come il cambiar marcia orecchiando i giri del motore, impiegare ben due arti per frenare e via manualizzando. Ciò che è manuale presuppone però un frequente utilizzo della materia grigia, magari sbagliando, mentre gli automatismi spesso fanno a meno del ragionamento da parte di chi li utilizza. Forse anche per questo "Anticaja & Petrella" ci sono simpatici, spesso far funzionare un oggetto antiquato che richiede un poco di attenzione e cervello è un piacere, così abbiam veduto radio a valvole che necessitano ruotare pazientemente un manopolone per trovare la sintonia ma ci ripagano con una strizzatina dell'occhio magico e con un suono caldo pieno di malia. Vi propongo una selezione dalla modesta collezione di vecchie fotocamere che i regali di parenti, amici e vicini di casa mi hanno consentito, nel corso degli anni, di mettere assieme. In particolare gli esemplari della notissima marca tedesca Zeiss, che negli anni tra le due guerre creò un autentico impero fotografico producendo fotocamere d'ogni tipo e per tutte le tasche. Particolarmente diffusi erano i modelli "folding" ossia fotocamere con l'obiettivo montato su un soffieto a spiegamento rapido che, una volta ripiegate, assumevano dimensioni tascabili. I modelli più economici avevano la messa a fuoco fissa, un unico tempo di scatto più la posa ed un rudimentale diaframma costituito da una lamina con alcuni fori di vario diametro che scorreva dietro l'obiettivo. Sembra incredibile che, con le pellicole dell'epoca, si riuscisse ad ottenere foto decenti da oggetti tanto rudimentali. Di questa categoria ho il piacere di possedere una IKONETTE che mi fu regalata da un caro amico grande appassionato e collezionista di moto, addirittura con la sua scatola originale di cartone con gli angoli rinforzati in metallo. Purtroppo non mi è stato possibile utilizzarla perchè la pellicola di 4,5 Cm di altezza non si trova più da anni. Per l'epoca di classe medio alta altre due "folding" che appartennero a mio nonno mi son state regalate degli zii: si tratta rispettivamente di una NETTAR 6 * 4,5 che utilizza la classica pellicola 120 da 6 Cm di altezza ed è pertanto utilizzabile anche ai giorni nostri, fornisce 16 foto, è dotata di un obiettivo nettar-anastigmat, credo sia un tre lenti, di luminosità f1:4,5 otturatore KLIO con tempi da 1 secondo ad 1/175 di secondo, messa a fuoco su scala metrica da valutare ad occhio. E' una bella macchinetta, piccola, nera, con finiture cromate in maniera eccellente, una curiosità è che, dato il formato, per ottenere foto orizzontali va impugnata verticalmente, non ha alcun meccanismo per impedire di scattare nuovamente se non si è provveduto ad avanzare la pellicola. Anche questa mi è giunta con la propria scatola di cartone rosso, purtroppo non intatta, ed il libretto di istruzioni in italiano, mi riprometto sempre di scattarci un rullo ma non lo ho ancora fatto. La seconda folding che appartenne a mio nonno, per l'epoca si collocava nella fascia alta del mercato è una IKONTA 521/16, anche essa utilizza la pellicola 120 e fornisce dodici foto nel classico formato 6*6 è dotata di obiettivo Carl Zeiss Tessar f 1:3,5 il famoso occhio d'aquila della Zeiss, otturatore Compur Rapid con tempi da 1 sec. ad i 1/500 di sec. meccanismo per impedire lo scatto se non si è avanzata la pellicola, messa a fuoco su scala metrica da valutare ad occhio. Anche questa con il libretto di istruzioni, tradotto a cura dell'importatore italiano sull'intestazione recita: "Rappresentanza per l'Italia e Colonie" rimandandoci pertanto a prima della guerra, da ricerche che ho effettuato su internet entrambi questi modelli risalgono agli ultimi anni trenta. Con questa ho scattato diversi rulli in bianco e nero e, fatti salvi i miei errori di ripresa e di sviluppo in un paio di casi sono venute fuori foto sorprendenti. Questa fotocamera dispone anche un filtro giallo originale Zeiss con la sua custodia in bachelite In queste due folding l'avanzamento della pellicola si effettua per mezzo di un chiavistello sulla calotta superiore o inferiore controllando la numerazione, sulla carta di protezione delle pellicole, tramite uno spioncino rosso, protetto da una serrandina, sul dorso posteriore della macchina. Purtroppo non sono dotate di alcun ausilio per la messa a fuoco, il successivo modello, la Super Ikonta era dotata di telemetro per la messa a fuoco e di esposimetro al selenio incorporato, è una macchina bellissima e chi ne possedesse una può ancora trarne grandi soddisfazioni. Per le mie era necessario ricorrere ad un esposimetro esterno ed, anche in questo caso dal nonno, ho ereditato un oggetto interessante: un esposimetro OMBRUX della nota industria tedesca GOSSEN ancora oggi leader del settore. Era il primo esposimetro fotoelettrico prodotto al mondo, è sorprendente che dopo oltre 70 anni in presenza di luce l'ago dia ancora vivaci segni di vita. Augurandomi di non avervi annoiato chiudo con una esortazione: se avete in casa una vecchia fotocamera usatela può essere divertente ed i risultati potranno sorprendervi, un vespista capace di metter le mani sul motore non si lascia di certo intimidire dallo sviluppo di una pellicola in bianco e nero. Comunque funzionano anche con il colore pur non avendo le lenti trattate per questo tipo di pellicole.
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L'ho letto diverso tempo addietro. Ricordo che anche io ne rimasi in qualche misura deluso ma, sinceramente, non saprei dire la ragione.
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A Roma, per non so quale motivo , secondo mia madre (80) i suoi nonni (si arriva a Garibaldi o giù di lì) lo chiamavano "ZiPeppe" e veniva riposto o sotto il letto o, chi poteva permetterselo, in un comodino. Un chiodo piantato nel muro serviva da fermaglio per pezzi di carta di giornale od altro per il lavoro di rifinitura. Chi ha letto "L'insostenibile leggerezza dell'essere" certamente ricorderà che in una pagina del libro il WC viene definito "la più grande invenzione della storia umana", ed a tale l'affermazione seguono una serie di considerazione filosofico teologiche. Comunque sulla prima affermazione non si può che concordare. Negli scavi di Ostia Antica ho veduto ed anche fotografato un antico cesso pubblico: uno stanzone lungo le cui pareti corre una panca di marmo, ad altezza di seduta, con tanti buchi. Al di sotto della panca una canaletta in cui evidentemente scorreva acqua destinata ad asportare i prodotti finiti. Certamente gli antichi, in epoca precristiana, dovevano essere molto diversi da noi, mi è capitato di chiedermi quale fosse il rapporto che avevano con quel luogo: la mancanza di separazioni atte a garantire la privacy, della quale noi non potremmo fare a meno, farebbe supporre una certa convivialità, chissà se l'evaquazione era vissuta come un normale momento della giornata, da condividere senza alcuna vergogna? Mi chiedo se Tizio, Caio e Sempronio potessero darsi appuntamento nel luogo, al mattino, per commentare le ultime novità politiche o trattare affari, accompagnando la amabile conversazione con battute sugli sforzi dell'uno, la sciolta dell'altro, i rumori del terzo. Se, un pò come noi ci si può lasciare dicendo: "Ci vediamo domattina al caffè" questi, l'uno in toga, l'altro con elmo e lorica, si davano appuntamento sulla panca di marmo per fare due chiacchiere facendo la cacca in allegria?
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Oppure usa il 777! Comunque hai fatto bene a rinunziare, quel che chiedono è davvero uno sproposito, a parer mio gli oltre 3000 € che si pagavano sino allo scorso mese erano già una esagerazione.
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Questa macro è fantastica. Complimenti vivissimi al fotografo.
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L'attuale vertice Piaggio ha dei trascorsi in Telecom Italia che ricordano l'operato di Alarico il Vandalo nel 411 D.C. spero, per gli operai della Piaggio, che non sia un segno premonitore.
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Si ho scaricato anche io il pdf del depliant informativo del caciccato di Roma. Vi si fanno affermazioni del tipo: ciclomotori EURO 0 alimentati a miscela (olio benzina) sono infatti tra i principali responsabili di una elevata emissione di polveri sottili che spesso superano i limiti fissati dalle norme vigenti. Sul sito del Caciccato si afferma testualmente: "Sono veicoli fortemente inquinanti, sottolinea l'Assessorato all'Ambiente: è stato calcolato che un vecchio motorino a miscela olio-combustibile scarica nell'atmosfera sostanze nocive pari a quelle emesse da 63 auto non catalitiche a benzina." Ricordo di aver letto che i motori a benzina polveri sottili ne emettono poco o nulla e che i principali responsabili di questo tipo di emissioni sono i diesel, dato confermato empiricamente da chiunque si trovi dietro un diesel. Forse nel caso dei 2T le polveri sono causate dall'olio? Comunque mi paiono affermazioni esagerate, ritengo che, come al solito, l'unico scopo del provvedimento sia costringere i cittadini (non i consumatori questi ultimo non hanno bisogno di essere costretti) all'acquisto forzoso di nuovi veicoli. Quanto al cosidetto "anello ferroviario" sarebbe ora che, dopo quaranta anni di chiacchiere, si decidessero a realizzarlo cioè a costruire i BINARI che mancano per renderlo davvero un anello perchè sino ad oggi è un FERRO di CAVALLO ferroviario.
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Grande idea :idea: Organizziamo un Dragon Boat di Vespisti? Servono venti volenterosi + un tamburino piccolo e leggero ed un timoniere. Eventualmente c'è anche il mini Dragon e l'equipaggio si dimezza. Ci facciamo tutti una maglietta uguale con su disegnata la Vespa. Verrebbe uno squadrone!
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Quindi ancora rubano le Vespe? Pensavo che fossero oggetti ormai apprezzati solo da pochi appassionati. Mi dispiace proprio, oltretutto il furto di un veicolo oltre al danno ed al dispiacere è pure fonte di infinite rogne burocratiche che spesso finiscono per essere peggiori del danno. Ma questa storia degli EURO 0 non la sapevo: la limitazione è per il cosidetto "Anello Ferroviario", come era dallo scorso anno per i 2T oppure la hanno estesa? Comunque per una o l'altra cosa in questo paese di guano non si vive più! La valigia è l'unica cosa ragionevole da fare.
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Aermacchi Harley Davidson fine anni '70. Vinsero parecchi mondiali 250 e 350 cc. Non ricordo però i nomi dei piloti. Gallina .... forse!
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L'autoreggente della fanciulla sull'Aermacchi mi fa Ognuno ha i suoi punti deboli
Board Life Status
Board startup date: September 04, 2017 19:43:09
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