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Oizirbaf
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Torno su questo post dopo quasi un mese per ragguagliarvi: Ho montato il Sebac posteriore, tipo senza regolazioni (28,00 € senza molla) fa onestamente il suo mestiere. Il CIF anteriore ha ormai percorso almeno 600 KM e non mi pare migliorato. Diciamo che è una schifezza. L'unica nota positiva è che non affonda in frenata. Sui rilievi dell'asfalto da il peggio di se: pare quasi che funzioni solo di molla.
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Anche il 200 preArcobaleno ha una chiave da 24. Il problema è che alcune chiavi hanno uno spessore maggiore dello spazio tra il bullone e la sua sede nel mozzo e quindi sono inadatte. Io mi trovo bene con una chiave spaccata da un lato e ad occhio dall'altro di buona marca. L'occhio entra bene tra bullone e sede e la chiave è sufficientemente lunga da fare la leva necessaria.
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In realta foto di moto d'epoca non ne ho molte: tre o quattro rulli tra bianco e nero e colore. Peraltro scattati ormai da più di dieci anni. Spero che avrò occasione di farne di nuove. Ad inizio anni novanta, come ho scritto, restaurai il corsarino, poi acquistai un Motom 48, ne iniziai il restauro, spendendoci tempo e denaro, non lo portai a termine ed un paio di anni or sono lo ho rivenduto smontato (rimettendoci di brutto) ad un signore pensionato che vive in campagna ed ha tempo e spazio per realizzare dei veri capolavori; ha però il difetto di farsi pagare come fosse Michelangelo redivivo. Però mi è rimasto un rullo di foto che feci prima di smontarlo, mi sa che se questo forum resiste vi annoierò con la storia del Motom. Un altro curioso oggetto che acquistai in quel periodo fu un Velosolex, l'unica moto a trazione anteriore, consuma come un accendino, il serbatoio è sotto rispetto al carburatore ed il motore brucia i vapori della benzina, in salita va aiutato con robuste pedalate. Con un litro supera i 50 km ma oggi sarebbero capaci di sostenere che è un veicolo inquinante. Il poco spazio a mia disposizione (cantina 2 * 3) è conteso tra i miei vari giochi: Vespa e Corsarino, camera oscura, biciclette, capirete che alla fine quel che posso fare è ben poco. In quel periodo ebbi varie occasioni per moto anziane, definirle d'epoca sarebbe eccessivo, quella che più rimpiango è un Moto Guzzi Stornello 125 che stave veramente bene. Acquistai i ciclomotori perchè all'epoca erano liberi da tasse fisse e pastoie burocratiche, fu un inno al ciclomotore come espressione di libertà. Oggi tenere un Ciao o un Velosolex costa di assicurazione quanto un auto, ci vogliono targhe, targhette, patentini, passaggini di proprietucola, ed ogni governo s'affanna a metterci su una gabella o una pratica burocratica in più; insomma non ha più alcun senso. Scusate per questo sfogo ma rimpiango l'epoca in cui un motorino si comprava e vendeva con una stretta di mano ed era considerato come una bici. Conosco le ragioni addotte per questi cambiamenti mi limito a rilevare come siano onerosi per le tasche, ed a pensare che si stava meglio prima, suona nostalgico ma tant'è. Qualche altra foto di Corsarini Scrambler e Super Scrambler, le ultime. neg_27 neg_26 neg_01 neg_22
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Un altra zanzara special su base Corsarino. Di questa realizzazione sono sicuramente degni di attenzione il telaio trasformato in monoammortizzatore e la lavorazione del carterino dal lato dell'accensione. Una lode me la faccio da solo in qualità di fotografo: questi negativi sono stati sviluppati artigianalmente più di 10 anni fa, in questi giorni li ho scannerizzati e sono ancora in ottimo stato. neg_31 neg_18 neg_17 neg_13
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Avevo dimenticato questa foto: un dettaglio del motore dello special. Da notare nelle foto preceddenti il tamburo anteriore con presa di raffreddamento ed il fatto che per assemblare questa zanzara da pista sia stato utilizzato il telaio dello Scrambler con la culla chiusa. neg_32
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Il piccolo motore della Moto Morini è stato per almeno due decenni l'unico 4T di 50 cc disponibile. Ovviamente questa particolarità non è sfuggita agli amanti della bella meccanica ecco un esempio di special su base Corsarino veramente splendida. Queste foto sono state scattate con la fedele Pentax MX nei primi anni novanta in occasione di una manifestazione motoristica presso l'autodromo di Vallelunga. Alcuni dettagli meritano di essere citati: i copertoni Pirelli Mandrake ed il tappone da damigiana per impedire l'ingresso di polvere nel carburatore. neg_28 neg_21 neg_20 neg_19 neg_15 neg_14
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Il Super Scrambler era proprio carino. Le forcelle più alte (e funzionanti) lo rendevano più imponente del Corsarino ZZ che era quello stradale.
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Io da tempo immemorabile ho in cantina una boccettina con tappo fornito di pennellino di un prodotto di cui non ricordo la marca gasket holder (spero di averlo scritto bene) in pratica sigillante per guarnizioni. Mi chiedo se va bene anche per l'uso suggerito da senatore. Sicuramente va bene per la guarnizione alla base del cilindro.
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Nel restauro di un motom che avevo iniziato e poi non portai a termine il carburatore era così incrostato fuori e forse anche dentro da fare veramente schifo. L'ho smontato ed ho messo tutti i pezzi in un barattolo pieno di fulcron forte il detergente per motori dell'arexons che si trova in qualunque grosso supermercato. Lo ho lasciato in guazzetto qualche giorno e quando è uscito brilluccicava come nuovo.
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Con il metodo suggerito da areoib che mi sembra realizzabile se tolgo la ruota il motore dovrebbe scendere di più. Vorrei evitare di svitare i prigionieri dal carter perchè, forse sbaglio, ma non mi pare un sistema corretto. O.K. per il connettore impianto elettrico ma per ruotarlo di 90° devo staccare anche i cavi di cambio, freno e frizione? Il motore avrebbe sicuramente bisogno di una revisione totale ma io non sono in grado di aprire i carter e non ho le attrezzature necessarie. Pistoni e cilindri su altri motori 2T li ho smontati varie volte quindi so farlo. Al più potrei cimentarmi nel revisionare la frizione ma più di questo non mi sento di fare. Gustav hai sicuramente ragione però il motore va, parte al primo colpo ed è affidabile, non sono mai incorso in grippate, quindi credo che la speranza di migliorare parecchio con la sola sostituzione delle fasce non sia infondata.
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A me piace sopratutto il MotoMorini. Tra l'altro era più veloce del Guzzi 350. Il motore del Guzzi nasceva 500 poi fecero la versione ridotta a 350 perchè si poteva guidare a 18 anni (lo fece anche la Ducati) ma era un motore nato per crescere ed i 350 erano fiacchetti. Oggi su quella base sono arrivati a 750, forse esagerando. Il Moto Morini nasceva 350, consumava niente, andava come un treno ed era molto affidabile era considerata una moto da viaggi nonostante la cilindrata modesta. Poi fecero una versione 500 che era veramente bella ma non ebbe successo. Al Morini si poteva montare il secondo disco anteriore che, mi pare, fosse optional nel modello che hai tu e poi divenne di serie. Comunque sono molto belle ed evocative entrambe.
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Il mio P200E funziona ma è spompato: si sente all'avviamento che non ha più compressione. Nonostante gli oltre 100.000 km percorsi vorrei provare a sostituire le fasce (era stato fatto dal meccanico verso i 50.000) senza toccare altro. Non avendo il braccio sollevatore per alzare la vespa i lavori di manutenzioni li faccio sdraiandola su un tappeto di copertoni vecchi ma non ho mai smontato il cilindro su un largeframe. Lavorando in queste condizioni voi come procedereste? E' possibile sganciare l'ammortizzatore e ruotare il motore sino a farlo scendere dal telaio lavorando con la vespa sdraiata per poter sfilare il cilindro?
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Auguri!! A proposito di cozze pelose, verso la fine degli anni '80 mi è capitato di venire in Puglia, a Bari per essere precisi, varie volte per motivi di lavoro. Erano altri tempi. Per farla breve ricordo delle magnate omeriche (Omero era anche il nome del mio capo all'epoca) di tutti i tipi di molluschi con conchiglia, ostriche in primis, assolutamente indimenticabili in un ristorante di Bari che da solo valeva il viaggio.
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Una curiosità è che il motore del Corsarino nasceva per essere montato su in ciclomotore tipo tubone (rarissimo) quindi con il cambio al manubrio tipo Vespa. Allo scopo l'alberino d'uscita del cambio era in basso dietro il motore ed aveva un bilaciere per essere azionato mediante due tiranti. Nelle versioni tipo moto, quelle che ebbero successo, il cambio a pedale azionava unu meccanismo che trasmetteva il movimento all'alberino mediante una forchettina. Un mezzo accrocco infatti il cambio del corsarino non è ne preciso ne di facile uso e bisogna farci il piede. Qualche altra foto. dia_33 dia_32 dia_20 dia_31
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Il Corsarino Scrambler era veramente il più carino. Aveva il telaio, sempre scomponibile ma con la culla chiusa sotto il motore che quindi non era appeso come nei modelli strada. A parte la culla il telaio era lo stesso. La marmitta alta, all'insù nelle ultime serie. Sopratutto, cosa invidiatissima dai Corsarini Stradali, la forcella Marzocchi con idraulica. Nel Corsarino strada la forcella era il componente di più bassa qualità. I rapporti di trasmissione più corti. Da qualche parte devo avere foto dello Scrambler ultima serie ma non mi riesce di trovarle. Queste sono dei modelli precedenti. dia_25 dia_10 dia_08
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Invece da pischelli un motorino così solo a vederlo ci ammazzavamo de pippe!!!!!! Roba da diventare ciechi!!! Ancillotti (credo) motore Sachs 6 marce carburatore Bing (roba tedesca) ammortizzatori a gas mozzi conici, marmitta alta a serpentone cerchi Akront. Il meglio del meglio !!!!! diap_14
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Horus: se intendi dire che ti piacevano queste moto posso proprio capirti!!! Avevano un disegno stupendo. diap_22 diap_21
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Trovo sia una buona idea l'introduzione di questo forum non vespistico, ne approfitto per raccontare del Corsarino. Per farlo devo necessariamente raccontarmi un poco anche io. Potrei esordire con: Ai miei tempi.... Esagero 44 primavere non consentono un simile inizio. Liceale nella seconda metà degli anni '70 ero, come tutti in quel periodo, appassionato di moto da cross i cinquantini se non avevano ruote artigliate, sospensioni lunghissime, mozzi conici, parafanghi alti non li guardavamo neanche. Il più bello era l'Aspes, il più venduto il Caballero. Le modifiche e gli aggiornamenti che facevamo erano incredibili, al punto che molti di noi si erano trasformati in assemblatori ed avevamo moto inventate, con esiti più o meno felici. Il casino che producevano questi mezzi era peggiore di quello delle motoseghe ma Pizzardoni, revisioni, bollini, norme euro e quant'altro erano ancora di la da venire. A parziale spiegazione di questa tolleranza va detto che vivevo dove, all'epoca, la città finiva e con questi mezzi ci andavamo perlopiù per campi, poi, ammettiamolo, era molto più il tempo che trascorrevano smontati, guasti, o camminando a spinta, in attesa che i risicati bilanci di adolescenti ne consentissero la riparazione o il completamento. Tra i ciclomotori che compivano onestamente il loro dovere di portare in giro i propri conducenti senza creargli problemi oltre all'immancabile, robustissimo Vespino 50 c'era il Moto Morini Corsarino ZZ. Una moto da strada in miniatura, unico nel panorama dell'epoca per il motore quattro tempi. Ai miei occhi aveva il difetto di essere molto piccolo ma, per questo era apprezzato dall'utenza femminile. L'unica modifica che ricordo si facesse al Corsarino consisteva nel montare il carburatore da 15 mm a vaschetta laterale dei modelli da esportazione in luogo del 14 mm a vaschetta centrale con cui usciva di serie. A dispetto dell'aria esile il Corsarino era robusto, il piccolo motore affidabile e parco nei consumi in maniera leggendaria. A sedici anni, in attesa di prendere la patente A vendetti a pezzi il Caballero da fuoristrada, che avevo acquistato sacrificandogli la mia prima Vespa, per comperare con il ricavato una Vespa o un Corsarino, capitò per prima la Vespa. Mi rimasero inappagate curiosità e simpatia per quel ciclomotore tanto particolare. Nel '92, ormai più che trentenne, assieme ad un amico scultore, grande appassionato di moto (Moto Morini in particolare) , dotato di notevole abilità nella meccanica e nella carrozzeria, decidemmo di reperirne un paio e restaurarli. Non vi dico, date le mie scarse capacità di meccanico, i soldi che ci ho speso, inoltre il merito va in massima parte all'amico che ho citato prima. Quando mi imbarcai in questa impresa il ciclomotore era ancora libero da ogni pastoia burocratica, considerato come una bici. Dopo breve tempo vennero assicurazione obbligatoria, targa e quant'altro. Da allora il mio Corsarino giace in cantina, una volta l'anno lo accendo, faccio il giro del cortile e lo ripongo. Restaurammo i due corsarini con i colori e le decorazioni dell'ultima versione prodotta, in realtà credo che il telaio, per quanto uguale, sia precedente a questa versione. Avevo il carburatore 14 di serie ma lo scambiai con il 15 perchè mi piaceva di più, non fu una scelta saggia ma tant'è. Tra i vari disastri che ho combinato vi è la rottura del carter interno di un motore a causa dell'errato montaggio della leva di avviamento. Questo motore può funzionare, accendendolo a spinta, perchè la crepa è in alto, sulla battuta di fondo corsa della leva e l'olio da sopra non esce. Comunque ne ricomperai un secondo ed il primo giace. Peccato perchè aveva il condotto di aspirazione fresato ed andava una meraviglia. La forcella, che non aveva idraulica ma solo molle, è bloccata probabilmente perchè introdussi due tubetti di grasso al litio per ogni stelo. Se a qualcuno interessa ho della documentazione tecnica che potrei scannerizzare. In futuro vorrei aggiungere delle nuove foto che realizzerò. Il risultato del restauro lo vedete nelle foto, assieme al sottoscritto con circa tre lustri in meno ma questo non si può restaurare. F. Mongioj cors_12 cors_11
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Allora doppi auguri!!!
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Ehi :!: High organizziamo un censimento di vespisti scapoli e vespisti ammogliati?
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In sostanza se voglio acquistare una Vespa più recente della mia e poi assicurare quella che ho come moto d'epoca, magari dopo un periodo di inutilizzo causa restauro, devo rimetterci i punti del Bonus Malus. Si anche a me hanno dato una strana risposta quando ho fatto presente che il destino del mio vecchio veicolo non li riguarda essendo una MIA proprietà quindi non hanno alcun diritto di pretendere di sapere se lo ho venduto, rottamato oppure lo tengo nella mia stanza senza circolarci. Hanno asserito che il profilo di rischio in base a cui hanno attribuito lo sconto riguarda quel conducente sul quel veicolo. Una idiozia visto che se rottamo il veicolo mi applicano la polizza ad un altro veicolo e quindi il profilo di rischio non è comunque più quello. Il problema lo conosciamo: in Italia le assicurazioni si inventano ciò che vogliono dopo essersi accordate tra loro e nessuna autorità vigila per impediglielo, anzi! Ma che razza di foglio rilascia lo sfasciacarrozze per dimostrare all'assicurazione che il veicolo è stato rottamato?
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Da sempre la mia Vespa è assicurata presso una importante compagnia nazionale, non so se è lecito nominarla quindi per il momento non lo faccio. Non avendo avuto, per fortuna, incidenti con la Vespa ho il punteggio di Bonus Malus massimo. Ora se desidero acquistare una altra moto, anche dello stesso modello questi si rifiutano di passarmi la polizza e relativo punteggio sulla nuova moto in assenza di una carta che certifichi che ho venduto o rottamato quella che ho attualmente. In sostanza se voglio tenere anche quella che ho, magari ferma, smontata, nel mio garage e quindi senza assicurazione fino a nuovo utilizzo devo fare una nuova polizza e ripartire dal punteggio più basso. Non solo ma se compero una moto usata per non essere costretto a fare una nuova polizza solo per arrivarci sino a casa dovrei, preventivamente, essermi "liberato" rottamando o vendendo quella che ho attualmente. Avete anche voi questo problema?
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Io ho sempre usato olio per cambio per i motori 2T, quello delle moto da cross. Il ricambista da cui andavo prima mi dava il Bardhall. Ora che quel ricambista purtroppo non c'è più dove vado ora mi danno il Repsol SAE 30 per trasmissioni moto 2T. Flacone verde da mezzo litro. Sono a 102.300 km e feci cambiare i dischi frizione almeno 60.000 km fa.
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Se non mi confondo il Benelli 50 cinque marce si chiamava anche lui T5 che credo significasse turismo 5 marce. Esisteva un modello analogo Moto Guzzi, quando erano entrambe queste industrie di De Tomaso (anni 70). Ricordo di averlo sempre considerato un motorino brutto però all'epoca mi/ci piacevano solo quelli da cross con motore Minarelli o Sachs ed il benellino T5 era da strada.
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Gran bel lavoro. Complimenti. La hai smontata completamente ed altrettanto completamente rimontata. Per ribattere i bernoccoli come hai fatto? Sai fare anche questo lavoro? Chiappe e banana (parafango) erano piuttosto malconce, sopratutto la chiappa lato ruota di scorta. Le hai sostituite con perti nuove o sei riuscito a ribatterle? A ruggine nella parte centrale come stava messa? Tutte queste domande perchè mi piacerebbe fare lo stesso lavoro alla mia che ad occhio e croce forse è messa un pochino meglio di come era la tua in origine.
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