Un paio d'anni fa mi trovavo in un ristorante in un paesino tra la provincia di Lecco e la provincia di Sondrio. A occhio e croce una novantina di km da Milano.
Il gestore, un ragazzo giovane e alla mano, mi indica un signore di una certa età, a memoria sull'ottantina buona, seduto al tavolo con davanti un bianco.
"Lo vedi quel signore là, è un grande. Pensa che arriva fin qua in Vespa dalla Brianza"... (grossomodo circa ottanta km).
Mi sono fatto accompagnare a quel tavolo, volevo avere il piacere di stringergli la mano. Un signore visibilmente non più giovane, che esprimeva tanta simpatia, un simpatico Nonnino. Attacco bottone, dicendogli che anche io ho una Vespa alla quale sono molto affezionato.
Di risposta, mi dice: "Pensa che non volevano più farmela guidare, perché non ho la patente". Ho pensato che qualche familiare voleva proibirgli di usare la Vespa per l'età. Invece no...
Mi raccontava di avere un Vespino, probabilmente non avendo mai conseguito la patente per l'automobile, con l'avvento del patentino per i 50cc non poteva più guidarlo. Evidentemente quel Vespino era il suo unico mezzo di locomozione.
"Ah! E lei che cosa ha fatto?"
"Io mi sono iscritto a scuola guida e l'ho fatta!!!"
Ero affascinato. Che forza!
"Mi han detto che viene fin qua in Vespa, complimenti... E' un bel pezzo di strada"
"si, mi metto un bel giornale sotto il giaccone, così non entra aria. Quando arrivo a Lecco (a metà strada più o meno), mi siedo sulla panchina vicino al lago, sto un po' là e poi piano piano riparto e vengo qua".
Veramente un grande. Era un piacere star lì e mi sono intrattenuto po' a chiaccherare.
Mi ha raccontato della guerra, di quando è tornato a casa da Roma a piedi. Non voleva prendere il treno per paura di incontrare i tedeschi, con altri avevano deciso di tornare a piedi. Di giorno si nascondevano e di notte camminavano sulle rotaie.
Ricordo sempre con affetto quell'incontro.