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Andrea L.

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  1. Qualsiasi filetto sottoposto a molta forza, come quella che serve per tenere la testa, fa di sfilettarsi o gripparsi...
  2. E i dadi della testa dove li avviti?? Mica sui progionieri?? Infatti ho scritto sui filetti dei prigionieri, dove avviti i dadi della testa. Per emergenza (diciamo fino a 100 km di strada) puoi benissimo farlo, di più non ti dico di andare perchè siccome esce un bel po' di tensione potresti seccare la batteria. Inoltre la corrente di carica è dimezzata perchè lavora un solo diodo su quattro del raddrizzatore. Comunque per andare dovrebbe andare, magari a fari spenti (al massimo solo le posizioni). Comunque se il problema era la saldatura fatta male ed adesso è stata fatta bene, non dovresti avere più problemi di carica. Il raddrizzatore è impossibile che bruci, dato che sarà almeno un 25 ampere contro i 4-5 erogati dalla bobina. La bobina idem.
  3. Il grasso al rame contiene polvere di rame che evita il grippagio di parti sottoposte a calore. Il grasso normale con il calore si scioglie ed evapora ed è come non averlo messo.
  4. La testa se tende a perdere spianala con della carta vetro tipo 600 o 800 bagnata di olio su un piano che sia veramente piano (ad esempio un vetro o un marmo). Per spianarla devi fare un 8 con la testa sopra la carta, poi ogni tanto la ruoti un po' e vai avanti finchè la carta ha attaccato dappertutto. Sul cilindro non dovrebbe servire dato che è molto più forte essendo ghisa ed è praticamente impossibile che si imbarchi. La testa va tirata un bel po', 3-4 chili al metro, se non hai la dimamometrica devi tirare mica male, ti serve il cricchetto grande, impossibile tirare a sufficienza con quello piccolo da 1/4. Per evitare grippaggi metti del grasso al rame sui filetti dei prigionieri, è l'unico che resiste alla temperatura. Giusto mettere le rondelle tagliate, ti consiglio però di mettere quelle nere oppure ancora meglio quelle di acciaio inox, quelle zincate non sono tenaci a sufficienza e quando stringi scoppiano (si aprono).
  5. Con un po' di tempo a disposizione ho completato anche il restauro della targa. Ci eravamo lasciati al punto che l'avevo stagnata e raddrizzata, nei giorni scorsi ho dato due mani di fondo epossidico, quindi carteggiato, una mano diluita per coprire la lamiera scoperta dalla carteggiatura, quindi ho lasciato passire e dato due mani di bomboletta bianco perla RAL1013. Lasciato asciugare per bene (ci vogliono almeno due giorni), ho mascherato le lettere ed i numeri con nastro da mascheratura da 3 mm e santa pazienza (ci sono volute due ore...), quindi ho carterggiato un pelo con la 1000 per favorire l'adesione della pittura e dato due mani di blu notte nitro. Una volta asciutto ho eliminato la mascheratura e quindi fatto i necessari ritocchi (un po' si sfumatura riesce sempre a scappare sotto il nastro) e rifatto il simbolo della RI, che, essendo la targa originale in ferro, è stampato in rilievo. Quindi ho dato una mano di trasparente catalizzato con il 30 % di opacizzante, il risultato mi sembra buono!! Ieri ho sistemato anche la frizione, che è stata aperta, controllato lo stato dei rullini (sono ancora ottimi), e rimontato dopo aver lasciato a bagno i dischi nel SAE30 minerale, che ho preso a Novegro dalla ditta reclamizzata anche su questo sito. Due cose che ho notato nella frizione sono i bollini blu presenti sui dischi condotti, segno della lavorazione a caldo per dare la piegatura ai dischi condotti (probabilmente fatta a mano con cannello a ossigeno) e gli intagli elicoidali presenti sul diametro esterno della sede dei rulli al fine di favorire la lubrificazione. Questo da un'idea di come alla Piaggio facessero le cose per bene, i ricambi riprodotti di oggi se le sognano certe cose.
  6. Nel frattempo ho completato anche il restauro della marmitta originale con IGM. Per prima cosa è stata fatta alla brace per un paio d'ore, ne è uscita di porcheria (è anche giustificata, poverina, si è pippata per anni miscela al 6!!). E' stata cambiata la ghiera, completamente massacrata, quindi è stata spazzolata col il flessibile, spennellata di acido fosforico per eliminare la ruggine più infima e quindi carteggiata con carta 600 per favorire l'adesione della vernice. In foto sembra ancora una ruggine unica, in effetti un velo di ruggine era ancora presente nei buchetti sulla lamiera, il flash esagera la cosa. A occhio nudo anche in piena luce non si notava minimamente. Quindi con il cannello a ossigeno ho ripassato le saldature per far ritornare quel fantastico alone blu che tanto le dona!! Alla fine è stata verniciata con trasparente alta temperatura virato oro tramite una spruzzatina di oro pallido (naturalmente è stata fatta a pistola col compressore).
  7. Per chi volesse leggerlo, ho appena finito di completare il post sul restauro del clacson, seguirà a giorni quello del raddrizzatore.
  8. Il clacson è stato provvisoriamente chiuso con 6 viti M3 per verificarne il funzionamento e registrare le regolazioni in modo da ottenere il gisuto tono, assorbimento di corrente e intensità sonora. Alla fine suonava benissimo e faceva un gran chiasso!! Le regolazioni sono difficili da trovare, bisogna sterci su un momento, la prima regolazione da fare è il gioco che c'è tra la rondella grande (che si muove) ed il telaio del clacson, la seconda è la regolazione del dado in cima che agisce sul contatto e fa aprire e chiudere il circuito. Più si chiude, più il clacson assorbe meno corrente ma sarà stridulo, più si svita più il clacson tirerà corrente ma avrà una voce possente, fino ad incollarsi (in pratica quando si dà corrente fa CLAC e basta). La regolazione migliore è vicino a questo punto, quindi meglio svitato che avvitato. A questo punto il clacson è rimasto così fino a che non sono riuscito a trovare gli occhielli da Andrea Gentili di Milano. Li ho dovuti far nichelare dato che erano di ottone nudo, assieme ho mandato anche i due ribattini di ferro che, non trovandoli in giro, ho realizzato personalmente al tornio. Ho provveduto, come da foto, a ribattere prima i ribattini in ferro, e quindi uno alla volta, in croce, gli occhielli. In tal modo, eliminando una vite alla volta, il clacson mantiene una chiusura forte che porterà ad un suono pieno e possente. Quindi ho saldato i fili al portacontatti e montato il coperchio, preventivamente pulito e leggermente lucidato (:crazy:). Che spettacolo il marchio ICET!! Un clacson originale si nota, oltre per la scritta ICET sul retro (comunque non visibile a clacson montato) anche per l'IGM sul basso, fateci caso se vi capita!!
  9. Come promesso, metto il restauro del clacson passo passo con più foto possibili. Una volta smontato, ho provveduto ad eliminare la vecchia cromatura ormai stanca con una soluzione di acido cloridrico e acido nitrico (occhio se li usate perchè sono belli cattivi), io li prendo in farmacia come materie prime, alla concentrazione da laboratorio (37 % per l'HCl e 65 % per l'HNO3). Una volta che la cromatura è sparita, ho provveduto a ribattere una piccola bottarella che c'era e la lisciare la superficie con carta vetro sempre più fine, fino alla 1000, e quindi pasta abrasiva e polish. Tenete conto che il cromo non ha alcun potere riempitivo, se c'è una minima riga sull'ottone ve la ritrovate anche sulla cromatura. Quindi ho mandato il pezzo a cromare. Il telaietto del clacson è stato liberato di tutte le parti smontabili ed è stato mandato a zincare assieme a tutti i particolari di ferro (vite centrale, rondelle, dado di regolazione, le due vitine in parte che tengono il coperchio, ecc). Nel frattempo ho lucidato le due membrane in alluminio ed ottone. Quando lo smontate fate uno schema come ho fatto io, altrimenti è impossibile rimontarlo a memoria!! Una volta ritornati i pezzi dalla galvanica, ho provveduto al rimontaggio. La guarnizione di carta interna, ormai distrutta, è stata ricostruita partendo da un normalissimo foglio A4 ed è stata quindi cerata come l'originale immergendola in cera (lumini dei morti) fusa per garantire la tenuta d'acqua.
  10. Grazie per i complimenti, adesso sono alle prese con il motore, come si vede in ben due post (qui e qui) aveva crepe nella camera di manovella, questa settimana ho portato i carter a far riportare a TIG dopo aver scavato per bene con la fresa in modo da eliminare completamente la crepa. Poi dovrò far barenare, quindi rifare le boccole in bronzo, spinarle e alesarle una centrata rispetto all'altra... è un lavoro lungo (e costoso) ma secondo me ne vale la pena perchè da certificato di origine è il numero di motore abbinato al telaio...
  11. Nel frattempo che aspetto il bloccasterzo originale (che poi dovrò far nichelare, quindi ci vorrà ancora una settimana...) ho preparato lo sterzo montando i manettini, le manopole, il fermaguaine interno e, introvabile chicca, la spia rossa originale con la guarnizione nera originale all'interno per tenerla ferma... pagate un cifrone dagli states... notate dalle foto l'immancabile presenza del catalogo delle parti di ricambio, i migliori 50 euro mai spesi... utilissimo. Il manettino delle marce l'avevo sfilato per farlo lucidare dal GSX e zincare il tubo, il montaggio è stato facile facile scaldandolo e mandandolo in sede con una pressa da 10 ton... Nella scatola dei pezzi avanzati ho trovato le tre rondelle in bachelite (quelle spesse e scure in foto) che vanno montate due all'interno e una all'esterno tra il manettino marce ed il manubrio... morale della favola: non buttate MAI niente fino a restauro concluso!!! Avevo montato anche la leva del freno anteriore, completa di leveraggio (originale zincato a nuovo), guania e cordina... naturalmente l'ho dovuta smontare per tirare giù nuovamente la forcella!!
  12. Una volta infilata la forcella ho montato il clacson, restaurato come dscritto qua. Quando vado a provare il bloccasterzo, noto che blocca molto il là, verso destra, la ruota mi risulta quasi dritta. Penso, sia il bloccasterzo che i fermi sulla forcella non erano stati sforzati o rovinati, poi ho scoperto che esistono due misure di "pala" del bloccasterzo, una più corta, per il 125 dal '51 al '57, mentre una più lunga per il GS, naturalmente io avevo montato quella più corta!! Quindi ho dovuto smontare la forcella, per farlo ho tirato via la ruota dietro e facendola appoggiare sull'ammortizzatore ho sfilato la forcella, qui da noi dicono "Fà e desfà gli'e mister dei frà", fare e disfare sono mestieri dei frati... quindi adesso la vespa si trova nello stato della foto... Ho approfittato della ruota posteriore smontata per montare le ganasce originali. Per trovare i ribattini in alluminio del 2.5 mm a testa svasata ho dovuto addirittura scomodare ebay.uk, qui da noi non li avevo trovati da nessuno!! Quando sono arrivati erano durissimi e di un orrendo colore viola, una passata di fiamma ha aggiustato entrambe le cose!! Quindi li ho ribattuti sulle ganasce precedentemente preparate e devo dire che fanno la loro figura!! Lo so, sono malato...
  13. Una volta tirata in piedi sul cavalletto e la ruota anteriore ho provveduto a montare l'ammortizzatore posteriore (preso nuovo) col suo supporto col silent block nuovo, inserito facendolo bollire in acqua. Nel frattempo sono arrivati anche i ribattini in alluminio testa tonda del 2.5 per fissare l'anello parapolvere di maggiorazione da 8 a 10 pollici che ho fatto zincare alla traversa posteriore. Quindi ho montato la traversa coi bulloni originali zincati ed il supporto ammortizzatore ed il suo bullone fosfatato. Per movimentare meglio la vespa ho montato anche la ruota posteriore inserendo il mozzo del cambio in un semicarter volante con i due cuscinetti e montando il tamburo, in tal modo ho ottenuto una Vespa GS modello velocipede!! Va solo a spinta e si frena con le suole dei piedi!!
  14. Così ho potuto proseguire con il montaggio della forcella, che dopo ho duvuto tirare giù ancora per un motivo che poi vi dirò!! Prima si monta il mozzo oscillante sulla forcella, quindi ammortizzatore e molla (un po' rognosa quest'ultima dato che spinge tanto!!). Quindi Il tamburo con l'anello parapolvere in feltro nuovo al suo posto nella sede, poi io preferisco infilare il parafango e DOPO la sede del cuscinetto inferiore col parapolvere. Ho visto che si riesce comunque ad infilare il parafango dopo aver messo la sede, ma bisogna inclinarlo tanto e va a toccare sul mozzo... insomma preferisco fare così. La sede è subito montata saldandola bene con la fiamma ed usando un tubi da 1,5 pollici di lunghezza opportuna per picchiarla a battuta. Quindi si posizionano le sfere (sì, sono un purista delle sfere, niente gabbie!!) con il grasso e si monta la forcella. Solo una volta montata la ruota si stringono bene le 5 viti che tengono il parafango mantenendolo centrato rispetto alla ruota (notate il cuneo di legno!!), come su consiglio del SimoneGSX. Si vedono in giro di quelle GS che hanno il parafango completamente tirato a destra, sembrano quesi incidentate, è per questo motivo.
  15. Un po' di aggiornamenti dei lavori eseguiti in questi giorni... Ho cominciato montando il cavalletto, finalmente sono arrivate le molle giuste. Il metodo migliore per montarlo è girare il telaio a gambe all'aria, è per questo che è una delle prime cose da fare. Mettendo le molle prima sul cavalletto e portando tutto sulla vespa si riesce a montare tutto con le originali due viti a taglio senza scheggiare minimamente la vernice. Quindi ho inserito in sede i cuscinetti dello sterzo, almeno avevo intenzione, poichè è saltato fuori un altro problema (e te pareva). Le sedi riprodotte comprate dal commerciante di turno andavano bene tutte tranne una: la sede superiore del cuscinetto inferiore. La differenza era macroscopica, come si vede in foto c'è un colletto che la sede originale non ha. Ma questo era l'ultimo dei problemi, dato che ho un amico con il tornio e si poteva eliminare facilmente. Arrivato a casa, provo a controllare e vedo che il colletto si può lasciare che tanto non va a sbattere da nessuna parte. Provo a inserire la sede e questa va dentro a mano e lasciandola cade in terra! Il difetto peggiore era molto più infimo ed invisibile ad occhio nudo. La sede riprodotta ha un diametro che è di circa un decimo più piccolo di quella originale, fatto che porta a non avere più interferenza col telaio!! Per fortuna il Largo mi è vanuto in aiuto e mi ha fornito una sede originale fondo di magazzino.
  16. Lava la guarnizione vecchia con un po' di diluente nitro per togiere l'olio che sicuramente l'avrà impregnata, quindi un velo di pasta rossa (motorsil) da una parte e dall'altra e la monti. Quando poi rifarai il cilindro togli tutto. Se ti interessa un cilindro io ne ho uno completo di pistone a 57.8 (penso asso) pronto da usare. Aveva due alette rotte ma le ho fatte saldare (solo questione di estetica, una volta montato non si nota minimamente).
  17. Vedo con piacere che qualche mod ha giuntato il titolo, volevo quasi suggerirlo io!! Vanny, non hai fatto più niente?? Sei riuscito a risuscitare il GS??
  18. Io per togliere il volano delle GS faccio come dice lore, porto il pistone al PMS, in modo da avere un po' di botta, poi punto la chiave e con una martellata il dado molla. Svito il dado fino a che non batte contro il seeger, poi un'altra martellata alla chiave e in modo da far mollare l'accoppiamento conico.
  19. E quanto ci vuole a tirare via il volano?? E' un dado!!
  20. esatto hai ragionato giusto, tra i due neri deve segnare qualche ohm dato che c'è la bobina... mi sembra comunque strano che si sia interrotta la bobina, è comunque un filo da mezzo millimetro di diametro, ci vogliono correnti ben più alte di quelle generabili da un volabo di una vespa per fonderlo. Per me si è strappato il collegamento sulla pistrina dello statore, oppure come detto prima una saldatura fredda.
  21. Se non arriva neanche un po' di corrente ci sarà qualche filo interrotto, per sicurezza misura la continuità tra i due fili ma ormai la cosa è certa... a questo punto bisogna smontare il volano e controllare. Già che mi viene in mente, potrebbero essere anche le connessioni sulla presa bt.
  22. Non ci siamo!! I fili neri sono isolati da massa, la tensione al e lampadina va messa tra un filo nero a l'altro!!
  23. Per il momento non smontare lo statore, collegati direttamente ai due fili neri che arrivano al raddrizzatore...
  24. Potrebbe essere anche una saldatura fredda ad esempio dove i fili della bobina si collegano ai fili flessibili sulla piastrina di bachelite sullo statore!! Prova a misurare la tensione presente sui due neri che arrivano dalla bobina di carica o ancora meglio a collegargli una lampadina da 20/25 watt (6 volt naturalmente). In tal modo verifichiamo se esce corrente dalla bobina.
  25. Le bobine nello statore sono 3, due sono luci in parallelo, l'altra è l'alimentazione. Se dici che fa una bella luce potrei escludere il volano, fà lo stesso una prova con la mazzetta, dato che non servono estrattori ed il volano è subito tolto. Potrebbe essere andato in corto il raddrizzatore.

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Board startup date: September 04, 2017 19:43:09
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