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Regolatore di tensione vespatronic che non regola
argomento ha risposto a base689 in Tuning Largeframe
Scusa ma... ...dal PDF risulta che ci sia un picco a circa 1800 giri, ma della (alta) tensione che fa scoccare la scintilla: infatti se leggi bene, la scala di Vo è in [kV] ed il picco è di 25 kV a 1800 giri. Secondo il PDF, il Vespatronic per la tensione a.c. in uscita dà 12.7 V ± 0.5 V, mentre per la tensione d.c. in uscita dà 14.5 V ± 0.5 V. Se il nostro amico (vedi altro thread) misura un valore efficace della continua (pur non avendo la batteria) di 40 V, è chiaro che gli zompano le lampadine ogni due per tre. Se le misure che ha fatto sono corrette (tester funzina bene, è carico, ecc ecc) direi proprio che QUEL regolatore non regola proprio niente, subisce tutti gli innalzamenti di tensione che conseguiono all’ aumentare del numero di giri. Morale: il regolatore è da cambiare. Poi, cosa mettere, non lo so... ..non sono esperto. -
Sarà anche vero ciò che dici, a me basta che l' abbia ri-verniciata con <colore-a-tecnologia-odierna-che-più-si-avvicina-all-originale-alla-nitro>, a memoria è lo stesso colore che avevo prima e l' esaminatore FMI me l' ha approvata ed ora è iscritta al RS Sfido chiunque da foto 10x15 a dimostrare che non sia alla nitro e/o sia diverso dal colore originale, ma poiché anche gli esaminatori sanno perfettamente che la vernice alla nitro non esiste più, evidentemente accettano che le vespe <antiche> siano riverniciate con le vernici disponibili oggi, altrimenti non verrebbe iscritta più nessuna vespa al RS Così come altri "componenti" che non sono originali ma geometricamente/funzionalmente sono (quasi) identici all' originale (vedi gancio portaborsa, sella, copriselettore marce, bordoscudo) fanno la loro funzione di rendere la vespa <simil-uscita-di-fabbrica>
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Pneumatici tubeless Metzler ME1 su cerchi FA Italia su P200E
argomento ha risposto a base689 in Tuning Largeframe
No. Il contrario. Gomme 100/90-10 sono gomme a misura metrica e i numeri vogliono dire: 100: 100 mm di larghezza battistrada; 90: 90% l' altezza del fianco rispetto al battistrada (quindi 90 mm); 10: 10"=254 mm diametro del cerchio di calettamento della gomma. Gomme 3.50/10 sono gomme a misura in pollici e i numeri vogliono dire: 3.50: 3.50" = 88.9 mm altezza del fianco (la larghezza del battistrada è "libera" (entro certi limiti) e dipende dal tipo di gomma e dal costruttore, può andare da 80 mm a 97 mm circa): 10: 10" = 254 mm diametro del cerchio di calettamento della gomma. Le gomme omologate per vespa largeframe sono ESCLUSIVAMENTE le gomme a misure in pollici 3.50/10; tutte le gomme a misura metrica (anche se <quasi> identiche alle 3.50/10 (p.e. 100/90-10)) NON sono omologate sulla vespa. Poi, ognuno di noi fa come gli pare, vedi elaborazioni motore, marmitte <strane>, gomme maggiorate. È chiaro che in caso di incidente, è molto facile e rapido vedere il tipo di gomma montato (la marmitta è lampante), mentre non è così immediato conoscere che cilindro hai su. Se avessi un incidente avendo su delle 100/90-10 l’ assicurazione potrebbe non coprirti, quindi l’ importante è sapere cosa puoi montare su (da libretto di circolazione solo gomme 3.50/10) e poi decidere liberamente, tenendo conto delle conseguenze. -
Ma per le vespe con impianto a 6 V, non si trovano lampadine da 35 W? Neanche su eBay?
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Ribadisco: 35 W scaldano lo stesso se alimentati a 6 V che a 12 V. Se le vespe che sono alimentate a 6 V hanno la lampadina ana/abba a 25 W, è ovvio che scalderanno meno delle vespe che hanno 12 V 35 W
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È normale che una lampadina (alogena) da 35 W scaldi Non credo sia ragionevolmente possibile che tu possa bruciare tutto 1° perché il faro del PX MY ha standard la lampadina da 35 W ed è in plastica, 2° perché il faro del vecchio PX è in vetro... ...è senz' altro più <robusto> di un faro in plastica Per la cronaca: 35 W scaldano allo stesso modo, tanto se la lampadina sia alimentata a 6 V quanto se la lampadina sia alimentata a 12 V.
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Ciao Flavio. Per la verniciatura ha fatto tutto il carrozziere, il quale però mi ha <giurato> che ha usato il colore originale, per il quale ho i due seguenti codici (a seconda del produttore di vernici): 1) Piaggio grigio azzurro metallizzato PM5/4 2) Max Mayer 7002M
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Confermo:tutti parlano bene dei Carbone, me incluso, nonostante ci abbia fatto solo una 10ina di km dall' officina all' ufficio stamattina. I Carbone sono un altro mondo rispetto agli originali (è anche vero che i miei originali avevano solo 29 anni e quindi erano un po' scarichi ); sono regolabili a 3 posizioni, per ora li tengo sul settaggio intermedio, poi vedremo. Su eBay trovi il venditore come carbonesrl e per il PX li trovi a 95 € (spediti a casa).
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Puoi chiedere TUTTE le foto che vuoi... ...ma finché non ti metti di fronte alla Vespa in oggetto, le foto rimangono foto Se gli ammortizzatori sono finiti, se la vespa è scarburata, se l' impianto elettrico ha tutti fili scoperti, se il rubinetto della benzina è un cumulo di ruggine, se la vespa non parte proprio... ...non c'è foto che tenga. Qualsiasi prezzo tu abbia spuntato con l' asta, qualsiasi foto tu abbia ricevuto, rimane il fatto che l' acquisto è condizionato alla visione/collaudo dal vivo della vespa stessa, e quindi è anche <condizionato> il prezzo di chiusura dell' asta <Quella> vespa <potrei> anche decidere di prendermela nonostante tutte le <magagne> io sia venuto a scoprire all' atto del collaudo... ...ma non a QUEL prezzo Pertanto, le aste eBay, così come tutti gli altri siti di vendita di moto usate, sono solo vetrine per iniziare l' approccio/trattativa. Prima di Internet, gli annunci di compravendita di auto/moto usate esistevano, vedi giornalini cittadini, e potevi anche leggere il prezzo di vendita, tanto COMUNQUE la moto/vespa andavi a vedertela di persona.
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Siccome su eBay ci compro parecchia roba, o roba nuova "nota"/"a catalogo" (e quindi so cosa compro) oppure qualche volta oggetti usati (ma anche lì so di che si tratta). Quando si fa un' asta per una auto/moto/vespa (non vi ho mai partecipato) penso che sia ragionevole che valga (anche se non viene scritto espressamente) un concetto del tipo: "chi si aggiudica l' asta si riserva il diritto all' acquisto del prezzo pattuito previa visione/<collaudo> del mezzo stesso". Ti aggiudichi una vespa usata ad un prezzo che ritieni congruo (anche sulla base delle foto presenti nell' asta), per esempio, 1000 €, poi vai per ritirare la vespa e pagamento contestuale... ...e ti accorgi che dalle foto NON si vedeva che la pedana ha ruggine passante, NON si vedeva che il motore è un blocco di ruggine e/o non va in moto, NON si vedeva che il tunnel ha ruggine passante e NON si vedeva che la forcella anteriore è tutta storta. Comprare su eBay una moto usata NON è come comprare delle lampadine LED o un circuito integrato dalla Cina o degli ammortizzatori Carbone nuovi. Quand' anche mi aggiudicassi una moto usata ad un certo prezzo, prima di pagarla e ritirarla VOGLIO vederla e farci un giro su Se una volta che la vedo dal vivo e ci metto il culo sopra, constato che è molto <messa male> per il prezzo a cui me la sono aggiudicata, CC (col caxxo) che gli dò quei soldi e/o CC che gliela compro del tutto. Auto/moto usate su Internet, i vari siti di vendita non sono altro che un tramite per <iniziare> l' approccio/trattativa che NON può ragionevolmente concludersi con un mero scambio di e-mail. Una moto usata DEVI vederla dal vivo anche prima di scucire un solo € Quindi, i prezzi di chiusura delle aste sono dei numeri MOLTO indicativi. Ecco perché poi la vespa (che si pensava fosse venduta con l' asta precedente) te la ritrovi in asta: evidentemente il venditore aveva messo in vendita una moto/vespa messa MOLTO PEGGIO di ciò che lasciavano trasparire le foto.
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Azz... Regulate voltage (AC) 12.7 ±0.5 Vrms (12.2÷13.2V) e poi tu misuri 40 Vrms... ...leggermente fuori specifica... Addirittura dichiarano tolleranza sull' output di ±½ volt, e poi tu misuri 40 V. Le cose sono 2: 1) o i costruttori del Vespatronic dichiarano il falso (±½ V di tolleranza sull' output) mentre poi la normale produzione ha variazioni sull' output del 100% (e più) 2) o il TUO Vespatronic è venuto fuori proprio male (ma li fanno i controlli di qualità sui prodotti finiti? ) Morale: cambia il regolatore In ogni caso, APPARENTEMENTE il Vespatronic ha anche un' uscita in continua 14.5 ±0.5V, deve essere il polo B che dovrebbe andare alla batteria che però tu non hai, e siccome dovrebbe essre collegato alla batteria, non è detto che il polo B sia utilizzabile SENZA batteria (ci sono regolatori dove è espressamente dichiarato di NON usarli senza la batteria, la quale batteria (quando è in funzione) costituisce un megacondensatore e quindi stabilizza gli sbalzi di tensione).
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Giusto per chiarire: con carichi importanti, quali lampadina anabbagliante, lampadina abbagliante (anche se è 1 sola lampadina con 2 filamenti, devi mettere 2 ponti e 2 condensatori), lampadina posizione anteriore, lampadina posizione posteriore, lampadina stop, è opportuno mettere un ponte e un condensatore "grosso", tipo 2200 µF o 4700 µF. Quando parliamo si lampadine per luci spia, quali, lampadina contakm, lampadina spia luci, lampadina spia frecce, non solo è inutile mettere un ponte ma può essere anche "impossibile": per spia luci e spia frecce, potresti mettere un ponte, per la lampadina contakm è <impossibile>: questa lampadina prende il ritorno tramite la massa che è portata sulla carcassa dello strumento. Pertanto, per spia luci, spia frecce e lampadina contakm, è più che sufficiente mettere 1 diodo (per esempio 1N4007 da 1 A 1000 V) e 1 condensatore (a valle del diodo, con il + del condensatore sull' uscita del diodo e il - sulla massa) da 100 µF (diciamo 25 V (ma NON devi avere un impianto che ti caccia 56 V di picco altrimenti siamo da capo a bruciare tutto)). Appena faccio le modifiche alle lampadine delle spie, farò foto che posterò qui (magari in un altro thread). Comunque, se parliamo di "fanali" (non ho ancora aperto il fanale posteriore) il ritorno a massa in genere è sempre fatto con un capocorda con cavetto che va alla carrozzeria (caso delle frecce: gli arriva da "fuori" un solo cavetto al centrale, il ritorno della carcassa della lampadina è ottenuto tramite faston che con un cavetto corto va a un capocorda che va a massa tramite la vite di fissaggio della freccia alla carrozzeria): è facile isolare il ritorno delle lampadine dei fanali dalla "vecchia massa" (=carrozzeria): basta collegare la "vecchia massa" ad uno dei 2 poli ~ del ponte e il - dell' uscita del ponte al cavetto che porta il ritorno alla lampadina. Le carcasse dei fanali non dovrebbero essere metalliche ma di materiale plastico, quindi non è difficile scollegarli dalla "vecchia massa". Lampadine a LED. Considera che sul mio P200E (per in fanale posteriore) abbiamo che le lampadine standard del fanale posteriore hanno i seguenti lumen: 1) BA15S di posizione 12V 5W dà 50 lm 1) BA15S di stop 12V 10W dà 125 lm Pertanto, quando andrai a comprare le lampadine LED sostitutive, spero andrai a comoprare lampadine LED che diano un numero di lumen SUPERIORE alle vecchie lampadine (altrimenti, che le metti a fare?). Considera che (in genere) 1 LED SMD dà circa 16 lm (dà meno un LED SMD <piccolo> ma è tanto per avere un ordine di grandezza), moltiplica il numero di LED SMD che compongono quella lampadina e avrai il numero di lm totali che dà quella lampadina. Per il mio fanale posteriore ho preso lampadine LED SMD a 18 e 45 LED SMD che danno (nominalmente) rispettivamente 120 lm e 220 lm: quella a 18 LED SMD che mi è già arrivata (provata a casa con 12 V d.c.) fa una luce della miseria :mrgreen:
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Non mi sono spiegato bene: la tensione nominale di un condensatore è <semplicemente> la tensione (continua) massima a cui quel condensatore può funzionare. Se metti un condensatore di capacità X µF 25 V vuol dire che se lo sottoponi ad una tensione di 35-40 V, lo bruci. La <funzione> di un condensatore è la suaq capacità che si misura in F (Farad) o meglio in µF (microfarad), la tensione nominale stabilisce solamente il grado di isolamento che è in grado di soportare. Più tensione deve sopportare un condensatore, più le dimensioni del condensatore diventano grandi. No. Un condensatore <semplicemente> stabilizza il picco della tensione raddrizzata a cui è sottoposto, NON può limitare il picco. Una tensione 12 V c.a. (12 è il valore efficace) è una sinusoide di picco 17 V che diventa positiva e negativa ad ogni periodo; dopo un raddrizzatore a ponte di graetz, abbiamo una tensione raddrizzata che niente altro è che una sinusoide solamente con valori positivi, va da 0 a 17 V in ogni semiperiodo (più correttamente, a causa della caduta sui 2 diodi del ponte che conducono, diciamo 2 V, la raddrizzata ha picco 15 V). Se usi la raddrizzata così com'è, hai una tensione positiva che ad ogni semiperiodo va a 0 (hai solo le gobbe positive della sinusoide). Se vuoi cercare di avere qualcosa che assomiglia ad una continua, devi mettere un condensatore per stabilizzare il picco di tensione. Più piccolo metti il condensatore (pochi µF) e più basso sarà il valore minimo della tensione, più grande metti il condensatore (tanti µF) più alto sarà il valore minimo della tensione. Il problema è che devi arrivare ad un compromesso tra valore in µF del condensatore e sue dimensioni fisiche. Per <proteggere> la lampadina 35/35W, raddrizzare e stabilizzare non ti serve a niente: se il tuo impianto ti dà 40 V di valore efficace (e quindi 56 V di picco), ponte e condensatore ti daranno una raddrizzata e stabilizzata che varia (è un esempio) tra 35 V e 54 V: la lampadina alogena la bruci lo stesso. L' unica possibilità è mettere uno regolatore in a.c. che faccia il suo mestiere: far sì che ad alti regimi la tensione in uscita sia pressoché sempre uguale al valore nominale.
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Tutto corretto. L' unica perplessità che mi viene ri-ragionandoci sopra è che, a seconda di quanto faccia schifo il regolatore, potrebbe essere che un condensatore di tensione nominale 25 V potrebbe essere non idoneo: io stesso per il ponte per la lampadina a LED SMD per la luce di posizione anteriore ho messo un condensatore da 25V 2200µF e spero vivamente che il mio regolatore dia veramente 12 V c.a. o poco più, altrimenti lo brucio... Ho scelto un condensatore di tensione nominale 25 V esclusivamente per ragioni di spazio: un condensatore di determinata capacità all' aumentare della tensione nominale, aumenta di dimensioni: è chiaro che potendo scegliere, sarebbe meglio mettere condensatori da 50 V così si <scavalca> qualsiasi questone legata alla <schifosità> del regolatore
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Leggevo il datasheet del diodo superflux di cui parlava sopra luca82. Consuma 100 mW, tollera corrente di picco di 150 mA, sopporta corrente in continuo di 30 mA e ha un reverse voltage di 5 V (con assorbimento di 10 µA) che immagino essere la massima tensione inversa sopportabile da parte di un LED SMD, mentre la caduta di tensione quando lavora in emissione è di 3.2 V. Nonostante (quel) LED sopporti una tensione inversa di 5 V (sopporta anche una tensione inversa di 12 V, mentre facevo le prove di polarità a casa, le mie lampadine LED hanno sopportato 12 V in inversa per qualche secondo), io non farei MAI lavorare un LED in modo che gli venga applicata tensione inversa (costa così poco (tramite ponte a diodi o diodo singolo) applicargli una tensione positiva (anche non stabilizzata)). Ma questa è solo la mia opinione.
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Non so, non sono esperto di regolatori di tensione per moto, ci sono altri thread che ne parlano (ce n’è uno che si intola tipo "regolatore Ducati"). Notevole: devi scollegare da massa un polo di uno degli avvolgimenti dello statore, probabilmente tirare un filo dalla centralina fino al manubrio (=chiave), cambiare il clacson (quello attuale funziona solo in alternata) e mettere un regolatore a ponte (tipo il Ducati 34.8621), più qualche altra modifica, e, OVVIAMENTE, montare la batteria. Puoi evitare la batteria. Poiché sto mettendo lampadine a LED (che vanno solo in continua), debbo avere solo continua (anche se non perfettamente stabilizzata ma almeno devo avere tensione non-negativa). È quello che sto facendo io: ogni qual volta mi serve una tensione continua, ci metto un ponte di Graetz e un condensatore in parallelo all’ uscita in continua (del ponte) e passa la paura. No, non puoi metterne uno, ne devi mettere uno (un ponte e un condensatore) per ogni fase: uno per l’ anabbagliante, uno per l’ abbagliante, uno per la posizione anteriore, uno per la spia luci, uno per la spie frecce, uno per la luce contakm, uno per la posizione posteriore, uno per lo stop. È facilissimo: poiché praticamente tutti i ponti sono per tensioni <importanti> (basta che sia per tensioni superiori a 40 V), ti basta comprare un ponte di Graetz con idoneo amperaggio. In ordine: per anabbagliante e abbagliante (uno ciascuno) ponte di Graetz di almeno 8 A (con condensatore diciamo da 4700 µF (tensione almeno 25 V))(li trovi anche da 10 A e da 25 A, questi li eviterei solo per l’ ingombro), per posizione anteriore, posizione posteriore e stop (uno ciascuno) ponte di Graetz (condensatore da 2200 µF (almeno 25 V)) di almeno 3 A (in genere trovi 3.2 A), per la altre utenze (=luci spie), è <inutile> il ponte, è sufficiente un diodo (e 1 condensatore da 100 µF (almeno 25 V) collegato tra valle del diodo e massa) da 1 A, un diodo comune ed idoneo all’ uopo è il 1N4007. Non so quanta pratica hai di elettronica: i diodi (cilindri in genere di colore nero) hanno la parte del - contrassegnata da una linea circolare argentata, i condensatori hanno il + e il - e devi collegarli conseguentemente, i ponti di Graetz a diodi hanno i 4 terminali contrassegnati da ~ ~ + - : ai due poli ~ ~ ci mandi l' alternata della vecchia utenza (indifferente dove metti la fase dell' alternata e la massa), il polo + è ovviamente la parte raddrizzata positiva e il - è la "nuova massa" che però devi stare ben attento a NON collegare alla vecchia massa (=carrozzeria) e ai capi dei poli + e - del ponte ci metti il condensatore (rispettando la sua polarità): quando hai raddrizzato, il + del ponte lo mandi al centrale della lampadina a LED e il - lo mandi alla "massa" della lampadina che però devi stare ben attento che stia <appesa>. Caso tipico di stare attento alle masse è la luce del contakm: siccome ora gli arriva la fase alternata sul centrale della lampadina ed il ritorno tramite la carcassa dello strumento (in realtà c'è un filo che tramite un capocorda porta la massa alla carcassa), qui NON puoi metterci un ponte di Graetz (dovresti isolare la carcassa, un casino, lascia perdere, poi per una lampadinetta da 3 W non conviene mettere un ponte) ma basta interporre un diodo sul filo che porta l' alternata al centrale (con il - del diodo che va verso la lampadina) della lampadina e il condensatore lo metti tra valle del diodo (+ del condensatore) e la carcassa dello strumento (c'è un capocorda che gli porta la massa). Ora che hai la continua, puoi metere tutte le lampadine a LED che vuoi Stai ben attento, però: puoi raddrizzare e "stabilizzare" (con ccondensatore) ma se hai l' alternata variabile tra 12 V e 40 V, ciò che avrai a valle del ponte di Graetz (con condensatore) è una tensione positiva "abbastanza stabile" ma con picchi fino a 40 V: occhio quindi che condensatori con valori di tensione 25 V NON vanno bene (altrimenti li fotti): devi usare condensatori con almeno 50 V di tensione di lavoro.
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Il "problema" della sovratensione esiste SEMPRE. Se non c'è sovratensione (V alim > V LED, se cioé la tensione di alimentazione non supera la caduta ai capi dei diodi), non circola corrente; se c'è sovratensione ma è non controllata, la corrente che ne "consegue" è non controllata e quindi brucia i LED: anche 1 V di sovratensione farebbe circolare troppa corrente e brucerebbe i LED. Adesso, è chiaro che 1 V è difficile da gestire: in genere si mettono tanti LED in serie in modo che la differenza V alim - V LED sia (almeno) di qualche volt: questa <sovratensione> residua viene poi usata per dimensionare la resistenza di limitazione della corrente. I diodi "normali" sono fatti per raddrizzare tensioni e quindi reggono perfettamente tensioni negative di valore assoluto uguali alle tensioni positive che li attraversano quando conducono. I LED sono fatti per emettere luce al passaggio di corrente, sono costruttivamente diversi, e non gli puoi buttare dentro tensiomni negative (per periodi lunghi) e questo è ben noto a chi tratta di elettronica. Nel mondo commerciale, non per niente i costruttori di lampadine LED scrivono "This product is for DC12V vehicles only" Estremizzando: se i LED fossero in tutto e per tutto uguali ai "normali" diodi (tipo 1N4007), potremmo avere ponti raddrizzatori di Graetz fatti con LED: sai che luminaria Un' (altra) prova che diodi "normali" e LED sono PROFONDAMENTE diversi, è che i diodi normali li trovi per correnti (massime) di 1 A - 3 A - 5 A - 100 A (e fanno cadere da 0.6 V a 1.1 V a seconda della corrente che ci passa) e via in su, e comunque in un diodo normale puoi farci transitare una corrente a piacere (fino al suo massimo); i LED hanno sempre correnti di funzionamento di pochi mA: 10 mA - 20 mA - 30 mA (e fanno cadere tensioni diverse a seconda dello spettro della luce emessa: 1.5 V - 2.5 V - 3.6 V ). P.S.: Ripensando al tuo schema: vedo che la resistenza di limitazione corrente l' avevi messa... ...e mettendo i 2 rami di 2 LED ciascuno così in parallelo (ed einvertiti) avresti che la tensione negativa ai capi dei 2 LED che in quel momento non conducono è esattamente uguale alla tensione che cade ai capi di ciascun LED che conduce, vale a dire che i LED che non conducono si trovano ad avere 3.6 V in inversa: probabilmente non è un valore proibitivo ma in ogni caso NON userei un LED soggetto ad un regime sinusoidale. Alla fine la cosa più semplice (e più duratura) è mettere un diodo (tipo 1N4007) in serie al LED (o ai LED) e dimensionare la resistenza sul valore di tensione residuo (V = V diodo - 2 x V LED (se i LED sono 2)): il LED condurrà solo nei semiperiodi di semionda positiva (d' altronde devi illuminare, non leggere il giornale). Un' altra soluzione elegante è quella di utilizzare un ponte di Graetz a 4 diodi (si vendono già fatti o te lo puoi costruire con 4 diodi singoli, che magari ti viene più piccolo) e quindi ai capi dell' uscita del ponte di Graetz ci metti tutti i LED che vuoi, così sei sicuro che hai solamente semionde positive (ed essendo diventata la frequenza 100 Hz, non hai neanche lontanamente il "problema" dello sfarfallio) e non danneggi i LED: se ad un LED con corrente nominale 30 mA, gli fai passare dentro una corrente di 20 mA sempre positiva (anche se pulsata), ti durerà una vita
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Sì che esistono ma non è che li metti "a monte" dell' impianto luci, la questione è molto più complessa: non è che levi il regolatore del Vespatronic che abbiamo appurato fornire 12 V c.a. (MOLTO poco regolata) e metterci un regolatore che dia 12 V d.c.. Ci sono thread dove si è discusso ampiamente tanto il mettere un regolatore di tensione 12 V d.c. che consenta di mettere la batteria (e quindi alimentare a 12 V d.c. eventuali utenze aggiuntive) quanto lo stravolgere l' intero impianto e passarlo da c.a. in d.c. (comporta fare certe modifiche all' impianto, oltre che a mettere la batteria). Nel tuo caso, potresti mettere un regolatore di tensione che in uscita dia 12 V c.a. ma stavolta VERAMENTE STABILIZZATA.
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Sì, hai detto una str...fesseria (ho visto anche il tuo schema). Sopra avevo scritto "...mi sembra di aver letto che qualcuno ha montato delle lampadine a LED su vespe con impianto in alternata, ma in questo modo i LED sono destinati a non durare...". I diodi sono una cosa, i LED sono un' altra cosa, anche se i LED sono dei Light Emitting Diode. I diodi "normali" sono fatti per raddrizzare la tensione e quindi reggono perfettamente la tensione inversa che subiscono durante la semionda negativa. I LED sono fatti invece per lavorare in continua: è chiaro che se gli butti dentro una tensione negativa (=la semionda negativa) questi non conducono e non emettono luce (conducono ed emettono luce durante la semionda positiva), ma con la tensione negativa ai propri capi, i LED <soffrono>. Quando compri lampadine a LED (anche a LED SMD), c'è scritto ESPRESSAMENTE sulla confezione "This product is for DC12V vehicles only" - "Lighting voltage range: DC10.5V÷15.8V" - "The LED has its + and - poles. So if it does not light on, after setting in, please try to set it on reverse sides". Usare LED in presenza di tensioni negative li fa bruciare nel medio termine. Facendo un collaudo a casa di alcune lampadine LED a 12 V, alimentandole in un modo, non si accendevano, invertendo rosso e nero si accendevano: ho fatto un segno + con pennarello rosso sul terminale positivo così da beccare subito il verso giusto quando la installerò sulla Vespa. Buttando tensione negativa su un LED per un breve periodo non succede niente (a parte non accendersi), giusto il tempo materiale per capire quale sia la polarità; se usi un LED PERMANENTEMENTE con tensione alternata sinusoidale, lo bruci. Inoltre. Lo schema che hai proposto NON funziona perché mettendo 2 LED in serie (condurrebbe una coppia di 2 LED in serie per ciascuna semionda) "avresti" 2 x 3.6 = 7.2 V di casuta per ogni ramo: se hai 12 V d.c., hai una "sovratensione di 4.8 V, se ha 12 V c.a., hai un picco di 17 V ed una sovratensione di 9.8 V. Tanto con sovratensione di 4.8 V che sovratensione di 9.8 V, non inserendo nel circuito resistenze che ti limitano la corrente (trascurando il fatto che con il tuo schema ciasacun ramo di LED subisce la semionda negativa ad ogni periodo), mettendo i LED <nudi e crudi> in serie così come hai proposto, ti si bruciano subito (subitissimo) poiché non c'è nessuna limitazione alla corrente che ci passa dentro: quando usi i LED "singoli" devi metterci in serie una resistenza di valore tale da garantire una corrente di 10-15-20-25 mA, a seconda delle prescrizioni del costruttore (se il costruttore dice che la corrente tipica di un LED è 30 mA, io gliene farei scorrere dentro 20 mA, per non farlo bruciare in tempi brevi in caso di sovratensione). Anche con 4.8 V di sovratensione, non c'è limitazione alla corrente che attraversa i LED (i LED hanno una resistenza diretta piccolissima): passerebbe un "sacco" di corrente finché si bruciano i LED, cioé immediatamente: vederesti un lampo e poi più niente:Lol_5:
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Come ti hanno detto su: la plastica protettiva sui cofani deve essere tolta (capisco che c'è chi ha avuto l' iscrizione al RS FMI con le plastiche protettive su, il mio Vespa Club mi ha detto di toglierle e mi è andata bene), la regola è: per iscrizione al RS la Vespa deve essere come uscita di fabbrica, colore identico ad uno dei colori eistenti nell' anno di immarticolazione, senza targhette, protezioni, tappetino di gomma, accessori, è tollerato solo lo specchietto sinistro poiché è obbligatorio per la circolazione (nella domadna d' iscrizione, il box dello specchietto sinistro è già barrato). Per quanto riguarda lo sfondo delle foto, è <accettabile> anche uno sfondo non esattamente omogeneo: la foto del mio P200E è una di quelle che ho inviato per la domanda di iscrizione al RS FMI, e mi è arrivata l' iscrizione il 12/08/2010: il cartoncino plastificato del "Certificato di Rilevanza Storica e Collezionistica" che mi è arrivato, sul retro riporta proprio questa foto, quindi diciamo che lo sfondo non proprio omogeneo è "tollerato" (è il cortile del mio condominio, non avevo altri posti dove fare le foto...). Tutto ciò che non è esattamente conforme all' originale PER QUANTO POSSIBILE dovresti sostituirlo con un <qualcosa quasi identico all' orioginale>, tutto quanto è difforme è un "rischio" per l' omologazione. Dopo che hai sistemato tutto quanto ragionevolmente possibile conforme all' originale, per quanto ancora difforme, chiedi consulenza al tuo Vespa Club o al limite all' esaminatore a cui invierai la domanda d' iscrizione al RS (quando invia la 2ª e-mail con richiesta di chiarimenti all' esaminatore a cui poi avrei inviato la domanda, mi rispose MOLTO laconicamente e concluse l' e-mail con un "...per altre consulenze c'è il Vespa Club...").
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No, non sono voltaggi assurdi. Se le misure che hai fatto sono ripetibili (=misure fatte a distanza di pochi minuti, spostando il selettore e riposizionandolo sul fondo di scala di prima), quelli sono i valori di tensione che hai sul tuo Vespatronic. Punto. Ti dirò di più. Se hai l' alternata (come in realtà hai), mettendo il tester con scala sull' alternata, leggi i valori giusti (leggi il valore efficace della tua alternata); mettendo il tester con scala sulla continua, leggi i valori del valor medio in continua della tua alternata (vedi 13.4V - 11.8V). Se avessi tensione continua, mettendo il tester su scala alternata, non dovresti legger alcun valore. A metà acceleratore leggi valori più alti: possibile, non dovrebbe esser così visto che il Vespatronic "dovrebbe" essere un regolatore, ma è possibile. Morale: il tuo Vespatronic non fa quello che dovrebbe fare: stabilizzare l' alternata, vale a dire far sì che a regimi medio-alti la tensione non superi il valore nominale. Poiché non ho esperienza in merito al Vespatronic (né diretta né indiretta), non posso dir niente se è il TUO Vespatronic che è starato/funziona male oppure se TUTTI i Vespatronic funzionano così. Corretto: se sulla tua Vespa metti delle lampadine 12 V 35 W, in realtà metti delle resistenze da R = V²/P = 12²/35 = 144/35 = 4.11 Ω. È chiaro che se metti una resistenza da 4.11 Ω su una tensione da 12 V, assorbi 35 W di potenza; se la stessa resistenza da 4.11 Ω la alimenti ad una tensione di 20 V (a dir bene...), la tua lampadina/resistenza assorbirà: P = V²/R = 20²/4.11 = 400/4.11 = 97 W. Una lampadina fatta per dare 35 W a 12 V (avente resistenza 4.11 Ω), quando la metti a 20 V questa assorbe una potenza di 97 W, vale a dire 2.77 volte la potenza che dovrebbe assorbire quando alimentata alla tensione corretta. Se ad una lampadina fai assorbire il triplo della potenza che dovrebbe assorbire, ci credo che questa duri poco
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Direi che è poco serio fornire un dispostivo elettrico che costa sui 300 € e NON fornire uno schema elettrico semplificato, dove per semplificato intedo che PRETENDO sapere che tensioni ho in ingresso e uscita, incluso se sia in continua o in alternata. Rapida lezione di misure elettriche. I tester commerciali hanno (tra le altre cose) 2 scale per la misura della tensione, la scala delle tensioni in continua (contraddistinta da una V con a destra una specie di = che ha però la linetta inferiore tratteggiata) e la scala delle tensioni in alternata (contraddistinta da V~). In genere la scala delle tensioni in continua ha i fondo scala: 200 m, 2000 m, 20, 200 e 600 e in genere la scala delle tensioni in alternata ha i fondo scala 200 e 600. Inizia mettendo il selettore del tester su 200 della scala della tensione alternata (V~), metti il puntale nero sulla massa del Vespatronic (polo 2) e il puntale rosso lo vai a mettere sul polo 3 (cavi giallo grigio verde che vanno alle utenze): se leggi un valore (12 – 12.5 – 13.5...) stai misurando tensione alternata; se non misuri niente, vuol dire che la tensione che stai misurando è continua (in ogni caso, se con il tester così settato metti il puntale rosso sul polo 4 del Vespatronic, misuri la tensione alternata in ingresso al Vespatronic stesso). Allora porta il selettore del tester sul fondo scala 20 della scala della tensione continua, puntale nero sul polo 2 e puntale rosso sul polo 3: dovresti allora misurare il valore della tensione continua: 12- 12.5 – 13- 13.5. O misuri tensione continua o misuri tensione alternata. Non ci sono altre possibilità Una valore DEVI tirarlo fuori
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Domanda: ma il Vespatronic non è venuto con un manuale con lo schema elettrico? Rispondo io ora La tua risposta può essere data in uno dei 2 seguenti modi: 1) interviene in questo thread qualcuno che abbia il Vespatronic e che sappia cosa esce dal Vespatronic 2) con 10 € ti compri (in un supermercato) un tester e misuri l' uscita del Vespatronic
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Contakm P200E 1ª serie: come si cambia la lampadina?
argomento ha risposto a base689 in Officina Largeframe
OK, grazie. Quindi devo trovare il posto più <furbo> dove saldare il polo negativo del condensatore. Nella foto vedo l' <andata> e il <ritorno> dell' alimentazione alle spie di luci e frecce, non riesco a vedere qual è/quali sono i fili di alimentazione della lampadina contakm...? P.S.: OK, ho visto la massa: è portata tramite vite con capicorda e la vite è fissata con rondella dentellata. A questo punto, posso saldare lì sul capicorda, oppure, visto che TUTTA la carcassa è a massa, qualsiasi altro punto va bene. Ma a pensarci bene, saldare il filo (negativo) del consdensatore è un casino da farsi su una carcassa ferrosa, meglio sul cavetto, all' inizio del capicorda... -
Contakm P200E 1ª serie: come si cambia la lampadina?
argomento ha risposto a base689 in Officina Largeframe
Ho appena letto il thread che parla della manutenzione del contakm, c' erano alcune foto dove era tutto smontato e si vede la lampadina vista da dentro, e m'è venuto un flash: ma il circuito elettrico della lampadina, dove si chiude??? La fase (i 12 V in c.a.) gli arrivano tramite il faston ma il ritorno a massa come avviene? Tramite il corpo dello strumento? Che è a massa tramite staffa e viti e il resto? Mettere un diodo che raddrizzi è facile (interrompo il filo che gli porta i 12 V c.a. e ci metto il diodo) ma come faccio a mettergli il condensatore di stabilizzazione? Dove collego il negativo del condensatore? Al corpo dello strumento?
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Board startup date: September 04, 2017 19:43:09
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