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Io ci saressi..............
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....mai dire mai......se mi salta la mosca al naso prima o poi lo faccio volentieri.........però facciamo l'Adriatica........
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Ho chiuso questo racconto indicando EST come anche la prossima direzione da seguire per il viaggio 2013. Ecco riflettendo, pensado, mugugnando e fantasticando sta venendo fuori un giro un Bulgaria.....per adesso però, in quanto siamo volubili, e poco decisionisti per adesso è così. Di massima nave Ancona - Grecia poi via terra Grecia, Bulgaria probabilmente Serbia, Albania e rientro in nave......chi vivrà vedrà...... Quando il tutto prenderà forma e sostanza aprirò un nuovo tread. Cosa ne pensate?
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Quasi certamente sabato 15 vado ad imola per il noto mercatino ma il 14 ed il 1, se volete, posso fare un giretto assieme a VOI. Datemi, se lo gradite, un orario ed un punto e ci sarò, probabilmente con 125 ETS o PX o Primavera o................certamente ETS
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La mattina dopo la prendiamo con vera calma ""tanta è la voglia"" di rientrare a casa. Ci svegliamo verso 9,30 con calma carichiamo la Vespa e partenza direzione Spalato sotto una splendida giornata di sole ed un mare azzurrissimo come il cielo che vi si specchiava. Passiamo il ponte dedicato a Franjo TUDJMAN e via verso Nord. La strada è più che perfetta il traffico inesistente, leggere curve ogni ci accompagnano mentre costeggiamo il mare per non farci annoiare. Nessuno dei due parla nè io nè Maurizio, certamente pensiamo entrambi le stesse cose o meglio mediatiamo su questi giorni passati in giro con le nostre vespe prima e gli ultimi 3 con la mia. Maurizio conosce bene qeul tratto di Croazia che stiamo percorrendo in quanto c'è stato qualche volta in vacanza pertanto giunti a Makrska m'invita a lasciare la Statale ed entrare in paese, così ne aprofittiamo anche per pranzare. La cittadina è veramente carina, pulita, con una bellissima passeggiata sul mare in pietra bianca che riflette di più il sole qualche barca ormeggiata anche di una certa importanza, imbarcazioni più o meno grandi per escursioni sulle isole, ma pochi turisti. Pranziamo alla nostra maniera, PEKARA e scatolette con un paio di Karlovcko Pivo, la birra Croata per eccellenza. Dopo prnazo ci accomodiamo ad un caffe dal quale ammiriamo oltra la strada la passeggiata ed il mare, un buon espresso a cui segue puntualmente un mezzo Toscana "Antica Tradizione"; per non restare a secco me ne sono portati 20 che ammezzandoli sono diventati 40 mezzi.......li ho consumati quasi tutti visto che, come in Italia iniziavo ad accendere il primo dopo colazione con un consumo di 3/4 mezzi al giorno. Dopo il caffè risaliamo in Vespa e verso le 16.00 siamo a Spalato. Al porto iniziamo lòe pratiche d'imbarco, acquisto biglietti, vivande per la cena, doveroso salto ai servizi ecc. Mentre attendiamo l'orario d'imbarco conosciamo quattro ragazzi del Vespa club Spalato "SPLIT" tra cui il Presidente con la sua VNB e due simpatici frateli, sono al porta a salutare degli amici che s'imbarcano anche loro ma non per l'Italia. Foto, pacche sule spalle e scambio di magliette io regalo una di Gazzelle in Vespa ad uno dei fratelli che subito infroca il suo PX torndano dopo circa 15 minuti con una maglietta del raduno 2011 "CROVESPA", raduno Nazionale Croato, e diversi adesivi del loro V.C.. Grazie. Alle 20:00 esatte la nave lascia il porto, aspettiamo che si faccia buio per andare a dormire, anche se viaggiamo da oltre 1 ora abbondante siamo sempre molto vicino alle coste Croate. Adesso il desisderio di essere a casa ci pervade. Alle 06:30 sveglia, usciamo dai sacchi a pelo ci facciamo una doccia fresca sulla nave, raccogliamo il tutto scendiamo in garage a caricare la Vespa. Facciamo in tempo a caricare la Vespa che il portellone si apre sulla banchina del porto di Ancona, sono le ore 08.00 del mattino, tra noi e quello che ci stà intorno cale per qualche minuto il gelo. Siamo tornati, pertanto impegni, lavoro, cacchi vari con tutto il loro corollario ora sono di nuov realtà. Sbarchiamo la Vespa ed ancora in due prendiamo la S.S. 16 direzione Rimini. Ci fermiamo a Senigallia per salutare velociemnte "il Sindaco" di Gazzelle in Vespa e via verso Nord. Prima della 11:00 siamo a Rimini, Maurizio lo lascio alla Stazione FF.SS. da dove in treno proseguirà verso casa. Io oramai giunto alla meta m'immergono in un unico pensiero nei 6 Km. che mi separano da casa: "DOVE ANDREMO NEL 2013??"" Ancora non conosciamo la destinazione ma di certo conosciamo la direzione.........EST ancora piu' EST............ Un grazie alle nostre mogli e figli per i "permessi" concessi, agli amici per averci coperto sul lavoro un saluto particolare a SACHA e CHIARA i quali senza il loro sostegno ed aiuto saremmo ancora in Montenegro a sma....are sulla Vespa di Maurizio ed un grazie anche voi che avete letto questo breve viaggio che, da me scritto in modo prolisso sembra interminabile............. Il GRAZIE più grande ovviamente va alla FEDELISSIMA la quale, come sempre si è comportata superbamente, PX200 Arc. del 1984.
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Questo di fatto E' il viaggio. Basta un pò di coraggio e qualche risparmio........il tempo si trova. Immagino la sera a fine tappa quale beatitudine d'anima condita certamente da stima per se stessi per ciò che si sta facendo. Peccato che, prima o poi, purtroppo, bisgona tornare. Io stò già progettando ilprossimo non conosco ancora la destinazione ma sò quale sarà la direzione....ancora verso EST.
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Chapeaux................per Te, la Vespa e soprattuto per la PASSIONE.
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Tolto l'indugio, siamo vicini alle 12:00 circa partiamo. Lo zaino di Maurizio ancorato al portapacchi anteriore, io alla guida con i miei circa 78/80 Kg., Maurizio dietro con i suoi 90 Kg. ed il mio bagaglio nel portapacchi post. a questi aggiungiamo due ruote di scorta, un porta attrezzi di circa 2Kg., un paio di litri di olio e qualche altra cosa spicciola. Puntiamo a nord raggiungendo Cattaro (Kotor) che costeggiamo completamente avendo modo di notare anche qualche isoletta in mezzo ad esse con poche case, una bella chiesa tutto in mezzo al "mare". Da Budva a Dubrovnik sono circa 200 Km., noi scegliamo di costeggiare l'Adriatico e lasciate le bocche di Cattaro iniziamo la risalita dell'Adriatico su una buona strda e con un traffico discreto. Raggiungiamo il confine Montenegro-Croazia che si raggiunge dopo aver lasciato la costa e salito per diversi Km. attraversando solo qualche piccolo e, purtroppo, poco interessante paesino. Stavolta siamo fortunati i doganieri Montenegrini ci guardano appena i documenti passimao la forntiera e ci dirigiamo verso il confine Croato qui i doganieri ci trattengono pochi minuti. Entrati in Croazia, visto che la strada ce lo permette, anche se siamo quasi in montagna, iniziamo a tirare. Abbiamo fretta, Maurizio non ha mai detto una parola dopo oltre due ore di viaggio io mi stò rompendo del suo silenzio ma lo capisco a chi non girerebbero i maroni lasciando la Vespa a 1000 Km. da casa con l'incognita che te la spediscano o meno. Provo ad andare "forte" ma dopo qualche Km. devo chiudere il gas e procede a passo d'uomo per almeno 10/15 Km.. I croati stanno rifacendo il manto stradale ma non lo fanno a corsie alterne lo fanno tutto assieme in una sola volta a pezzetti, chiudono per 200/330 mt. e vi lavorano, mentre il traffico scorre a doppio senso intorno a loro. La Vespa affonda letteralmente in 20 cm. di brecciolino, faccio fatica a tenerla dritta sbanda a destra e manca e più volte rischiamo di cadere nonostante andiamo pianissimo, una tortura ed una preoccupazione in quanto a volte sotto la breccia vi sono delle buche, non grandi e neppure tanto profonde, ma ogni volta che ne prndiamo una entrambi gli ammortizzatori toccano per fine corsa, abbiamo timore di spaccare un pò tutto e malediciamo questo modo di lavorare. Vi lascio immaginare i quintali di polvere che ci cadono addosso unitamente ai sassolini "sparati" dale auto in transito, ovviamente a forte velocità. Il parabrezza e le visiere abbassate dei caschi ci salvano più di una volta dalle pietre "volanti" che spesso vanno anche a sbattere sulla carrozzeria della Vespa. Impieghiamo quasi un ora per venire fuori da questi lavoro in corso, tra l'altro, quasi tutti in salita con alla nostra destra dirupi ed alla nostra sx. boschi posti qualche metro più in alto rispetto alla sede stradale, non vi è spazio nenache per fermarci siamo costretti a proseguire per forza. Finito il supplizio la strada inizia a scnedere nuovamente verso il mare, bella, larga, pulita, qui, nonostante il peso, porto la Vespa sui 90 Km/h di contachilometri, viaggia che è una favola forse meglio di quanto ha fatto nei gironi precedenti. Liscia, fluida, stabile con un sound dalla marmitta che mi par diverso, forse anche "LEI" capisce che stiamo tornado a casa. Verso le 18:00 raggiungiamo Dubrovnik, qualche foto di rito dalla sovrastante statale, qui il traffico aumenta e non di poco, e poi a cercare una camera. Chiediamo a dove vi sono alcune insegna con scritto "SOBE" ma sono già piene oppure il prezzo per noi è fuori range. Continuaiamo verso Nord con la speranza di trovarne anche qualcuna fuori mano, giungiamo e superiamo il nuovissimo ponte intitolato al defunto Presidente degli anni 90 Franjo TUDJMAN, quello Nazionalista a capo del partito HDZ, quello che in parole pover a fatto la guerra contro i Serbi..........per capirci. IL ponte è bello e moderno ed assomiglia molto ad uno di quelli visti a Podgorica, stessi archi, stesso disegno ma questo è più lungo. Passato il pnte alla nostra SX una grande piazzola di sosta con un "information center", freccia sx e ci fermiamo. Oltre all'information center vi sono alcuni omini i quali ancor prima che noi scendessimo dalal Vespa ci avevano attorniati per offrici da dormire, ovviamente a pagamento. Dopo qualche minuto di conversazione siamo delusi in quanto nessuno vuole darci da dormire al nostro prezzo 20 euro max a persona. Improvvisamente uno di loro, che si fa chiamre "LO ZIO" acconsente al nostro prezzo dietro i mugugni degli altri i quali si capisce bene che non lo stanno salutando quando sale sul suo scooter Beverly 250 per accompagnarci dove vi sono le camere. Di fatto "LO ZIO" come avevamo già visto, aveva costrutio una casa a poi di anno in anno vi aveva aggiunto un piano che aveva trasfromato in camere da affittare. La camera è normale, ma con biancheria pulita e con un bagno a se. Possiamo inoltre utilizzare la cucina in comune con altri ospiti, due ragazzi polacchi, una coppia inglese, e due danesi, così come la TV; ma noi dobbiamo straci solo una notte pertanto dopo una doccia via in città e soprattutto a vedere quella vecchia.
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altre foto......il viaggio si avvicina alla fine
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Ancora..... Il giorno dopo essere rientrati da Kotor siamo pronti di "prima" mattina a muovere prima verso Stari Stefan e poi lì proseguire per il lago di Skadar, che fa da confine con l'albania, per passare la giornata girando in lungo ed in largo. Partenza! Appena uscita da Budba e giunti quasi a Becici la Vespa di Maurizio inizia a "borbottare", "Ahi penso tra me e me vista l'epserienza dello scorso anno in Slovenia. speriamo bene" la Vespa sembra riprendersi e proseguimo. Passiamo Milocer ed entriamo a Sveti Stefan. Prendiamo la discesa che porta verso le spiagge e la Vespa di Maurizio si ferma. Il racconto da adessoin poi sarebbe dedicato ai 2 giorni interi passatia provare a riparare la Vespa alle sue false partenze con conseguenti traini da parte mia per riportarla a "casa". Quasi 48 ore passati a smontare e cambiare, statore, puntine bobina, candele....ma niente qualche colpetto qualche Km e moriva di nuovo ed io che trainavo.......un incubo per me..........un odissea che ha distrutto moralmente Maurizio. Il giorno dopo ai due passati a provare di riparare, con un furgone ed un amico del proprietario dell'appartamento portiamo la Vespa al porto di Bar, è il 7/8giugno, per essere spedita con la prima nave utile per Ancona..........il 6 luglio. Verso le ore 12:00 Maurizio è di ritorno da Bar crichiamo sul davanti quel poco di bagaglio che serve in questi due giorni e con una Vespa stracarica, bagagli avanti e dietro + noi due e via direzione Dubrovnik......................... Tra me e me inizia farsi spazio un dubbio..... ma ce la faremo? tra noi ed i bagagli siamo vicinissimi ai 200 Kg. tutti su Vespa anche se 200.
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fotina...su Cattaro, Budva e Cetnjie
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Per il ritorno da Kotor verso Budva decidiamo di non fare "il mare" e ed il tunnel che abbiamo fatto all'andata ma decidiamo di valicare le montagne che dominano le Bocche di Cattaro e che portano fino a Cetnjie (vecchia capitale imperiale del Montenegro) e da li poi proseguire per Budva. Partiamo con poco meno di mezzo serbatoio a testa sicuri di farcela in quanto la distanza fino a Cetnjie è meno di 40 Km., ma nessuno ci aveva detto che dovevamo fare prima 32 Km. e 25 tornanti per giungere a Negusjie (circa 1000 metri s.l.m.) e poi da li scendere a Cetnjie dove vi eran o i primi distributori di benzina. Essendo una passeggiata turistica non ci eravamo neanche preoccupati di portare dietro le taniche di riserva. Inizia la salita ed una serie infinita di curve prima di giungere ai tornanti veri e propri. Salita che metro dopo metro s'inerpica prima in un paesaggio roccio ma che quasi subito lascia il posto ad una vegetazione che mano a mano che saliamo diventa sempre più fitta con grossi ed alti alberi che di conseguenza portano una gradita frescura. La strada è normale con asfalto non eccezionale ma si può fare. Dopo i primi tornanti la strada si stringe così tanto che in alcuni punti non vi è spazione per far transitare due auto in senso opposto contemporaneamente. Anche se il traffico è scarsissimo ogni tanto ci dobbiamo fermare in quanto se c'è un auto che viene in retromarcia per farne passare un'altra. Vedendo queste manovre mi chiedevo come fanno i pullman di turisti che la percorrono da e per Cetnjie, mistero............... Le Vespe nelle ripide salite arrancano con la seconda io, con il 200, per quqlche metro ho potuto anche sfruttare la terza ma no Maurizio con il suo 125. Il panorama della bocche di Cattaro viste dall'alto è strepitoso così come la vista delle valli intorno con una vicina pista aeroportuale, veramente affascinante. Ad un certo punto i piccoli rettilinei di 80/100 mt. spariscono lasciando spazio solo ed esclusivamente ad una sequela di curve, sinistrorse, destrorse, ampie, strette, con paracarri, senza paracarri, con rocce spioventi meno male che siamo sobri se no avremmo fatto fatica, almeno io, a reggere un simile percorso. Notando la difficiolta e la salita della strada la nostr amente corre alla benzina ed alla mancata segnaletica per colpa di questa non conosciamo ancora la distanza che ci separa dalla nostra meta. Il cielo si rannuvola e la temperatura diventa veramente fresca siamo già a oltre 600 mt. e non si vedono abitazioni di nessun tipo, neppure abbandonate. Dopo un altra mezz'ora circa ditro ad una curca troviamo un venditore ambulante di salumi, anzi di prosciutti e formaggi. Ci siamo, dovremmo essere nei pressi di Negusjie, traiamo questa conclusione in quanto prima di partire una guida Slovena che acompagnava dei turisti di Taiwan ci aveva avvisato di questa località famosa per i suoi prosciutti affumicati. Infatti dopo il venditore ambulante, vi è un ristorante, un bar, una taverna e poi il paese dove ad ogni porta vi è apposto un cartello che dice che si vende prosciutto, formaggio e rakjia (grappa). Ci fermeremmo volentieri ma non lo facciamo perchè convinti di essere vicini a Cetnjie. Invece no appena finito il paese la strada comincia di nuovo a salire e le Vespe ad arrancare, ci fermiamo per controllare i serbatoi.......cacchio siamo quasi al lumicino. Qualche Km. ancora e per fortuna inizia la discesa verso Cetnjie che vediamo lontana dopo un tornante, si perchè anche a scendere vi sono i tornanti; discese che percorriamo rigorosamente a motore spento per risparmiare carburante. Tra una discesa, un rettilineo una salita e qualche foto raggiungiamo Cetnjie. Ingresso trionfale con io che percorro quasi amentta il V.le principale della minuscola cittadina quando la Vepsa si spegne..........finita la benzina. Maurizio se la ride alla grossa e poggiando il suo piede sx. alla parte dx. post. della mia Vespa mi spinge fino al vicino distributore di benzina. Riempiamo i serbatoio e torna la serenità tanto che ci permettiamo l'acquisto di qualche gadget (magliette e cappellini) che costano quasi come un caffè in Italia mentre nelle vicine Budva e Kotor avevano precci decisamente più mooooolto più alti. Ci meriatiamo una birra a testa, anzi tre. Seduti al tavolo di un bar ristorante sorseggiamo le birre accompagnate da patatine fritte e dalla compagnia del giovane cameriere che parla un ottimo italiano. Fa l'università a Bar e d'estate lavora in quale locale, ci parla della cittadina che di fatto oltre ad una zona monumentale per essere stata antica capitale non vi è nulla, ci informa che lì si sono sposati anche il Re d'Italia Vittorio Emanuele III con la Elena del Montenegro........sti caxxi....... Solo dopo averci fornito la terza birtra il cameriere c'informa che la tollerenza alcol in montnegro è pari allo zero per chi guida...ma lo sapevamo già comunque ci preoccupa l'unico poliziotto visto in città a bordo di una Golf istituzionale che da quando ci ha visti ci passa intorno più volte guardandoci più volte. Finite le birre e le chiacchiere aspettiamo il transito della Golf inforchiamo le Vespe e partiamo per la direzione opposta fermandoci nella piazza del paese in quanto, deto dal cameriere, vi è un tabacchi che vende sigari toscani italiani, incuriosito quale fumatore dle prodotto, la cerco ed una volta trovata m'informo sui prezzi assolutamente non convenienti almeno il doppio che in Italia.eppoi aveva solo 3/4 tipi di sigaro e non la vasta gamma che vi è in Italia anche se io fumo sempre lo stesso modello. Usciamo da Cetnjie e la strad asi presenta subito bella, spaziosa, pulita con ampissime curve che dolcemente ti avvinghiano nell'affrontarle il traffico poi è veramente scarsissimo. In meno di mezz'ora siamo già sopra Budva ne vediamo il mare, la parte vecchia ma soprattutto si viene abbagliati dalla cementificazione di massa di alcune zone, cosa che non si nota percorrendo la città. Guardando dall'alto abbiamo modo di notare che quasi tutte le ville, che ben si distinguno dai condomini enormi per turismo di massa, sono fornite di piscina.......... Siamo a casa pertanto doccia, cena e poi a "folleggiare"" in città preparando il programma per il giorno dopo...........
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Finalmente si parte per la Sicilia...speriamo che La Bianca non faccia i capricci...!
argomento ha risposto a tanuz in Viaggi e ....
Da quattro anni e dico quattro monto sul 200 Arc. con 57000 KM una NGK B7ES ed oltre che girarci in città, a dire il vero poco in quanto preferisco altre, lo scorso anno sono stato in Croazia e Slovenia quest'anno Croazia-Bosnia-Montenegro e non i ha mai dato nessun problema anche se i viaggi li ho fatti in estate............ Il fatto d'ingolfarsi e bruciare la candela può derivare anche dalla bobina........... -
Posseggo anche una VNA del 59 con ruote da 8 ed un TS del 77.........devo dire la mia??? TS......... tutta la vita................
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Oramai la sera si avvicina e decidiamo di partecipare alla movida di Budva, iniziamo a percorrere l'isola pedonale per un tratto e notiamo solo la presenza di ristoranti, qualche negozio di gadget e di abbigliamento quasi tutto made in China. Per invogliare i turisti ad entrare al ristorante avvenenti ragazze stanno sull'entrata mostrando menù pluri-lingue con prezzi decisamente molto simili a quelli di Rimini, almeno in questo le due città si somigliano, quasi. Soltanto un apio di ristorante hanno della clientela mentre per molti altri è il deserto, sarà la crisi sarà che ancora la stagione non è partita ma di gente se ne trova,e nenache tanta, solo a passeggiare. Per essere la prima sera Budva ci è sembrata più paragonabile a Porto Garibaldi che a Rimini, per affluenza di persone con tanto rispetto per gli abitanti di Porto Garibaldi dove, tra l'altro, vi ho passato una delle delle estati più bella della mia gioventu'. Visto che non vi è nulla di piacevole da fare decidiamo poco prima di mezzanotte di rientrare. Il mattino successivo decidiamo di recarci alla vicina Kotor (Bocche di Cattaro) in circa 35 minuti di Vespa la raggiungiamo attraverso la comoda statale che alterna ilpercorso tra costeggiando il mare e nell'entroterra. Entriamo in Kotor e subito siamo alla fine delle bocche di Cattaro con una enorme nave da crociera americana parcheggiata.- Già sui marcepiedi è un brulicare di turisti, in gran parte della nave, e tutt'intorno venditori ambulanti locali di falsi occhiali griffati che ti vengono proposti a 20 euro al paio, più che in Riviera dove i Senegalesi, previa lunga trattativa. te li smollano a 12/15 euro. Proprio lì vi è anche il mercato locale ovvero un area coperta con muri all'inizio ed alla fine e sul davanto un mezzo muro con inferriate che sporge verso il mare. Quasi tutti i venditori sono poveri contadini locali i quali pongono in vendita i prodotti da loro stessi prodotti in particolare olive, olive, olive, formaggi e olio ed ortaggi vari, tra tali prodotti notiamo numerosi prosciutti scuri anzi quasi neri di colore che guardiamo con diffidenza e non assaggiamo per prudenza nonostante al nostro passaggio tutti i venditori ne taglino una fetta con il coltello da farci provare. Dopo la passeggiata gastronimica entriamo nella città vecchia, posta anch'essa sulla passeggiata a mare. Entrando abbiamo subito un impatto con un qualcosa di conosciuto, ma certo, cacchio le costruzioni , le vie e le piazze ci ricordano Venezia e non sbagliamo visto che fino al 1400 circa i Veneziani dominarono gran parte della costa adriatica Slava fino a Scutari in Albania dove di fato vi era proprio un regnante Veneziano che aveva poteri fino a Dubrovinik. La stessa sensazione veneziana l'avremo anche durante la visita alla citta vechia di Budva e qualche giorno dopo a quella di Dubrovnik. Nelle strette viuzze della città vecchia di Kotor e nelle numerose piccole piazze è un brulicare di turisti intenti avisitarne i monumenti o sedutio negli innumerevoli bar e ristoranti i quali hanno prezzi più accessibili rispetto alla vicina Budva. Anche qui vi è il rapporto "picka"/ristorante/cliente ovvero bella ragazza che t'invita a degustare i prodotti di questo o quel ristorante o bar. In un poaio di ore molto lente vediamo tutto o quasi tutto spostandoci anche verso la periferia di Kotor tanto per conoscerla in quanto dovremmo attraversarla al momento del rientro. Consumato un frugale pasto ed utilizzato il WI-FI GRATIS che in tutte le zone centrali del Montenegro abbiamo trovato (POdgorica-Budva-Kotor-Cetnjie) decidiamo di fare rientro, abbiamo mezzo serbatoi ma non abbiamo voglia di fare benzina............questo ci darà qualche pensiero.....
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Percorriamo palcidamente i circa 30 Km che ci separano da Budva su una tranquilla ma anonima statale, poco traffico, qualche casa, diversi venditori di bevanda (una costante), diversi tratti in salita ed una costa che varia dalla sabbia agli scogli ai dirupi veri e propri. La statale di fatto fa un sali e scendi passando dal livello del mare a qualce centinaio di meri s.l.m. con sempre il mare alla nostra sx.. Durante il viaggio veniamo rapiti da una isola distante qualche decina di metri dalla terra ferma ed ad essa collegata attraverso una striscia di terra con numerose case dia tetti in tegola, bellissima da vedere e molto suggestiva per la posizione. Ancora 7 Km ed eccoci a Budva. La strada si allarga e diventa almeno a due corsie, in alcuni punti anche a tre, pulita, con nuovi palazzi che si mischiano prepotentemente a case basse dove il piano terra è quasi sempre un attività commerciale. Ad un incrocio, davanti al negozio di un gommista, vediamo un PX; quale miglior posto per chiedere informazioni per conoscere la strada che porta all'appartamento prenotato via internet. Il negoziante è gentile ma furbetto si accorge che ho un problema al minimo della mia Vespa e subito si offre di metterla a posto dietro compenso, lo ringrazio ma rifiuto lo farò da solo qualche ora dopo aprendo il carburatore e pulendolo da un residuto di benziana sporca che lo soffocava. Dietro indicazioni prendiamo una lunghissime e ripidissima salita che porta su una collina alla fine di questa la stra s'infila in un bosco. siamo certi di aver sbagliato torniamo indietro e prendiamo una strada laterale, ovviamente sterrata con diverse buche, che ci porta davanti ad un gruppo di 4 case, mostriamo il gfoglio con l'indirizzo ad un signore il quale dopo averlo letto più volte prende il suo cellulare e chiama direttamente gli affittuari della casa, gentilissimo. In 3 minuti siamo a quela che per i prossimi giorni sarebbe stata la nostra casa. Una grande casa costruita su 4 livelli al piano terra i proprietari SACHA e CHIARA con la figlia 12enne, gli altri tre livelli appartamenti da 2/3/4/5 posti letto che affittano ai turisti. Il nostro monolocale è composta da una grande camera con annesso cucinino, bagno ed una veranda con uan vista incantenvole sul mare che si trova circa 200 metri sotto.............il tutto per soli 10 euro a persona a notte. Scaricate le Vespe, pulito il mio carburatore, fatta la doccia pagata la pigione ovviamente usciamo per vedere la città. In soli 4 minuti siamo in centro con una grande isola pedonale dove la fanno da padrone i ristoranti, con la Vespa possimao attraversarne un crocevia e parcheggiare vicino ad una immancabile auto della Polizia. Siamo esattamente a 20 mt. dalla spiaggia e dal porto della cittadina al quale sono ormeggiati anche diversi yacht di grandissime dimensioni, nessuno battente bandiera italiana. La paseggiata brulica di famiglie russe con bambini al seguito e diversi nuclei familiari ne riempiono anche i numerosi ristoranti. Il mare è limpido e dietro la città vecchia si vede il sole tramontare in direzione dell'Italia mentre un vendotre di pesce con il banco sulla passeggiata stà seduto sul suo PX 80E verde bottiglia, una serie prodotto solo per Svizzera e Germania.
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E' sempre stata una mia pecca quella di scrivere senza rileggere e solo dopo mi accorgo degli strafalcioni che lascio sia a livello di ortografia che grammaticale oltre ad una sequela di errori di battitura...........ma la presunzione di "battere" veloce sulla tastiera mi fa commettere tali errori conditi da altri dovuti al fatto che devo scrivere veloce, di getto senza rileggere come se fossi una "grande penna". Vi chiedo scusa. Proverò a scrivere con pacatezza cercando di esprimere al meglio lo scritto.
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Da Podgorica a Budva ci sono poco più di 60 Km. pertanto la partenzal aprendiamo con moooolta calma. Affascinati dai caffè, e non solo, trascorriamo buona parte della mattina in centro a passeggiare ed acquistare qualche cartolina da mandare a lontani amici come a dire "vedi, io ci sono stato"............... Questi giorni trascorsi a Podgorica sono stati per nostra fortuna soleggiati e caldi con una metereologia molto vicina a quella pugliese, così ci ha detto un barista che aveva lavoratoa Brindisi, effettivamente siamo ai primi di giugno e di giorno arriviamo a 21/22 gradi una temperatura veramente gradevole. Dopo la nostra solita sosta n una Pekara ci sediamo un apio di ore al bar a guardare questo lento, ma straordinario, movimento di gente peccato che invece qualdo sono alla guida di un veicolo i cittadini di Podgorica si dimostrano tutt'altro che flemmatici, anzi ti superano a destra ed a manca, è comunque consentito in quanto anche in città le carreggiate hanno tre corsie per ogni senso di marcia, impedendoti a volte di rientrare o svoltare. Verso le 12:00 torniamo n hotel e recuperiamo i bagagli che avevamo lasciato lì in deposito, vestizione da viaggio, anzi no decido di mettere solo il giubbino da moto ma non i pantaloni indossando un paio di jeans ma non mi lascio convincere dalla tentazione di indossare le "snicker" mi metto su un pesante scarpone da viaggio, non si sa mai. Uscire da Podgorica è un pò come entrarci si percorrono dei lunghissimi viali enormi che sembrano dirigersi verso il nulla con ogni tanto all'incrocio un'auto della Polizia. Ah, a proposito in Montenegro vi sono poliziotti ovunque a pedi in auto in moto in scooter sempre, pensate che, almeno a Podgorica, ne abbiamo visti diversi controllare le auto in transito usando come appoggio le loro auto private. Ci siamo informati e ci è stato detto che tale "costume" fa guadagnare minuti all'operatore di polizia il quale finito il turno va direttamente a casa senza passare dal Comando:shock: Stiamo su questi enormi viali lasciandoci la Capitale del Montenegro alle spalle viali i quali, come constatato all'arrivo, s'interrompono d'improvviso per immetersi in una misera strada statale ricca di abbondanti rifiuti ai suoi margini, con un asfalto non certo sublibe, ma in fondo dobbiamo anzi dovremmo fare solo 60 Km.. La statale scorre in una pianura con alla nostra destra la ferrovia ed a siistra, campi, caee, negozi improvvisati, attraversiamo anche un paio di minuscoli villaggi dove da ogni uscio che si affaccia alla statale sono riversati sui passanti, birre, acque minerali, detersivi, plastica, canotti, salvagenti ed una immane ed immesna distesa di paccottaglia varia. Comunque gli SHOP/MARKET di bevande in genere sono queli più frequentati, tanto che ciò ci fa pensare ad una assurda sete che attanaglia il popolo del Montenegro. Dopo circa 20 Km. mentre alla nostra dx. rimane la ferrovia e sx. inizia a dipanarsi la costa di un lago il quale con il procedere divente sempre più grandem, enorme senza vederne la fine tanto che per un buon tratto la nostra ferrovia scorre su un lungo ponte, come non tra l'altro, che attraversa una porzione di questo enorme bacino d'acqua. E' il lago SKADARSKO JEZERO per i montengrini mentre per gli Albanesi è il lago dfi Scutari isto che è così grande da fare ad un certo punto confine tra i due stati. Qualche Km. ancora e seguando distrattamente la segnaletica svoltiamo a sx. direzione Budva notando un netto miglioramento della sede stradale, ci credo siamo entrati in una sorte di tangenziale dal pedaggio di uno euro con il quale attraversando un tunnel di qualche Km.ne risparmiamo il doppio di strada normale. Non era quest al nostra intenzione ma oramai non possiamo fare inversione di marcia e pertanto imbocchiamo il tunnel mentre 4 motociclisti locali con potenti "giapponesi" ci guardano non capendo cosa stessimo guidando. Alla ifne del tunnel una discesa ci accompagna verso la statale che conduce dal confine dell'Albania fino al confine croato. Noi ovviamente prendiamo la direzione sbagliata ovvero andiamo verso Bar, verso sud verso l'Albania mentre invece dovremmo andare a Nord. Di tale errore ce ne accorgiamo quando siamo quasi allaperififeria di Bar visto che nessu cartello, neanche ai crocevia indicava nulla. Stop inversione di marcia e via verso Nord verso questa decantata BUDVA, detta la Rimini del montenegro, io che a Rimini ci vivo da 22 anni sono ancora più curioso di conoscere questa città.....................
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Podgorica, già Titograd fino a qualche anno fa, capitale di lunghi e rettilinei viali, un centro con grigi palazzi stile anni 60/70, una piazza che non dice nulla ed una periferia dove enormi, anonimi palazzi/dormitorio anch'essi in stile "soviet" la fanno da padrone, l'unica cosa di moderno, che ricordo di aver visto, è un ponte che che unisce la zona centrale nei pressi della facoltà di Economia e Commercio. A dire il vero di ponti ce ne sono diversi visto che la città è attraversata da ben due fiumi il Moraca ed il Ribnica. Nonostante un reddito pro capite meno dei nostri pensionati la sera, ma anche la mattina senza distinzioni, i bar sono sempre affollati di gente giovane ed elegante che sorseggiano lunghi caffè alla turca o analcolici seduti nei bei tavolini esterni dei locali. Non esiste il servizio al banco solo seduti ai tavoli dove vengono serviti anche degli ottimi ed abbondanti porzioni di dolci. Come sempre i bar sono un buon punto di osservazione, soprattutto se in centro, per apprendere qualcosa dei posti e la nostra sosta non è stata da meno. una gioventù variegata con bellissime donne, parlo da 25 anni in sù, le quali anche al mattino sfoggiavano delle "mise" impeccabili con tutte che calzavano, anche al mattino tacchi altissimi o zatteroni in sughero accompagnati jeans strettissimi e vertiginose minigonne che farebbero voltare anche un cieco. La città invece è molto meno fascinosa ed affascinante, come già detto molto ma molto anonima ma di contro molto viva, sarà anche colpa della disoccupazione ma di giorno era un vero piacere percorrerne i lunghi viali in Vespa notando tante gente in giro ma a passo leggero, e senza alcuna fretta come invece succede da noi. I bar ancora una volta pieni anche solo chiacchierare ma tutto con molta calma, nessuno che stia con il cellulare in mano.....insomma una filosofia ed uno stilo molto diverso dal nostro........su qyesto ho molto riflettuto chiedendomi chi, tra noi e loro, stà correndo verso la parte sbagliata della vita............. Dopo averla girata in lungo in largo fino alle perifierie, oltre quello non offriva nulla, a tarda sera torniamo in hotel per affrontare il giorno dopo i pochi km che ci separano da Budva nostra ultima metà, almeno così era in previsione, prima del rientro.......
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per Gabriel: il viaggio è stato fatto a fine maggio inizi giugno 2012 e non anni fa. .......torniamo in argomento............ Cachi come piove abbiamo fatto circa 200 Km. in "sole" 6 ore. E continua a piovere. Ci armiamo di coraggio e ripartiamo, oramai siamo alla periferia di Nksic, dopo circa 20/30 minuti siamo in "centro " città. Facciamo il pieno e proviamo a ripararci sotto un distributore di carburante, ne approfittiamo per cambiarci la biancheria umida mentre guardando verso Ovest, direzione Podgorica, s'intravede un debole sole. Siamo un pò abbattuti per la pioggia che oramai da circa 4 ore ci tartassa, siamo quasi invogliati a fermarci a Niksic ma siamo a soli 50 Km da Podgorica pertanto nonostante gli scrosci decidiamo di proseguire. Appena superata Niksic il tempo seppur nuvoloso in parte si rischiara, alla nostra sx. lasciamo Niksic sotto il temporale mentre la nostra strada si dirige verso il sole, detto fatto. Dopo circa 10 Km. la strada migliora, diventa una strda degna di tale nome edil sole appare ed allora via apriamo quasi a manetta per recuperare un pò di tempo. Dai Podgorica è a meno di 50Km.. Dopo circa un'ora la raggiungiamo, di fatto ce la prendiamo con calma non ci fidiamo dei driver locali i quali con sgangherate auto si credono di perocorrere circuiti automobilistici e non strada parzialmente dissestate. Entriamo in Podgorica. Subito cerchiamo una accomodation pertanto puntiamo verso il centro. Isola pedonale dalle 17:00 alle 05:00 del giorno dopo, tutti i giorni. Parcheggiamo le Vespe e mentre Maurizio aspetta vado al locale ufficio turistico per cercare una letto comodo, pulito ma soprattutto economico. Mi viene indicato un ostello ed un Hotel, Podgorica non èun'attrazione turistica e pertanto c'è poco da scegliere. L'ostello è in città ma decentrato la camera è minuscola gli armadi dei puffi, e tra un letto e l'altro vi saranno al mx. 30 cm. di spazio, costo 20 euro a cranio a notte, ringraziamo e lo teniamo di riserva. Proviamo da soli e troviamo un 4 stelle da 60 a notte, troppo, gira e rigira parlando con un tassista ci viene indicato un hotel 25 a notte 3 stelle, ok può andare. Partiamo ala ricerca dell'albergo ed ovviamente sbagliamo strada, vediamo una Fiat Multipla con targa Italiana, alal guida una donna, belle e giovane, la quale vedendoci in difficoltà si offre di aiutarci, è montenegrina. Scende dall'auto e dlalavicina villetta chima il marito, italiano di Bari, un ragazzo di circa 35 anni che da 6 lavora come artigiano in proprio in Montenegro, si trova bene, ha messo su famiglie, fatto la villetta, comperato il terreno intorno casa, da noi si direbbe un borghese medio lì è un qualcosa in più visto che lo stipendio medio è di 400,00 euro mensili. Giuste indicazioni, qualche chiacchiera e via dopo 10 minuti siamo in albergo. Nuvo, pulito, accessoriato spazioso con servizi e TV con solo 25 euro a testa..........ci voleva proprio. Una doccia lunga ma lunga veramente per scrollarci la pioggia di dosso e la polverosa strada. Le gallerie, le strade sconnesse, le buche le enormi pozzanghere sembrano un lontano ricordo anche se ci sguazzavamo fino ad un paio di ore prima. Dopo la doccia in Vespa per cercare dove cenare, detto fatto, in centro proprio nell'isola pedonale, da italiani ignoranti, acquistiamo degli ottimi tranci di pizza. Da quelle parti o mangi pecora e verdure o fai dieta...........
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Il confine, come quasi in tutte la parti del mondo, è segnato da un fiume che divide i territori. Questo posto di confine possiamo definirlo, qualora esistesse una scala di merito, di terza categoria. Tre container bianchi prelevati in chissa quale caserma SFOR smatellata, un gruppo elettrogeno ancg'esso bianco con in bella vista due grosse lettere nere "UN" (United Nation), una sbarra manuale, una fontana che disperde centinaia di litri di buonissima acqua al minuto mentre in alcune case ancora oggi il servizio idrico corrente non esiste, 6/7 scortesi doganieri, tra di essi i tre poliziotti di Foca i quali durante il nostro cammino ci superavano a bordo di una vecchia Skoda. Il controllo, come sempre da questi parti si divide in tre opzioni: OK puoi passare senza chiedere nulla se sei Serbo di Bosnia o Serbo della vicina Serbia, leggero controllo solo sui documenti se sei Montenegrino, ovvero di religione orotodossa come i Serbi, rottura di scatole con richiesta di tutto il richiedibile per gli altri, noi compresi. Espletata la formalità entraimo in Montenegro e dopo 3/4 Km. giungiamo al locale posto di confine. Qui è peggio di prima mentre quasi tutti passano indenni e senza controllo il doganiere il quale, ovviamente, parla solo la lingua locale chiede spiegazioni come mai sulla carta di circolazione della mia Vespa vi siano i nomi di 4 persone diverse compreso il mio. Gli spiego o almeno provo a farlo dicendogli che la Vespa è usata e che in Italia si usa solo rilasciare il tagliando per la trascrizione del nuvo proprietario che però avvalla attraverso il C.d.P., capisce o almeno sembra. Un minuto dopo chede come mai sul C.d.P. vi è un indirizzo e sulla carta di circolazione un altro, altra spiegazione, nel frattempo sono passati oltre 30 minuti e si scatena un temporale. Per cercare di abbreviare le lungaggini diciamo che noi in Italia facciamo più o meno lo stesso lavoro mostrando le nostre tessere, questi inizia allora a ripetere una sequela infinita di OK, OK, OK dando la colpa al p.c. che va lento. Dopo 40 minuti mi dice che posso passare, ma adesso tocca a Maurizio andiamo bene. Magicamente il suo controllo si risolve inb soli 7/8 minuti. Piove ma nell'attesa ci siamo messi le tute antipioggia leggere visto che il temporale andava scemando, mai errore fu più tragico. Prendiamo subito confidenza con le ""strade"" Montenegrine, anzi chiamrle strade è un eufemismo, asfalto quasi inesistente, una carreggiata larga al mx 5/6 mt., a sinistra la parte iniziale di alte rocciose montagne che perdono continuamente "pezzi" che puntualmente ti ritrovi sulla carreggiata, dx. un profondissimo dirupo che finesce in un impetuoso e certamente profondo fiume ovviamente i pochi guard-rail sono sfondati da coloro che ci hanno preceduti, ma il meglio deve ancora venire. Qualche Km. ed incontriamo le prime gallerie:mrgreen: dei veri e propri antri scavati manualmente nella montagna, quasi tutte in curva e tutte prive di illuminazione. La prima entriamo piano buio completo asfalto pietoso con il faro alogeno faccio fatica a vedere, Maurizio con faro originale segue la luce rossa del mio fanel posteriore, non si vede nulla nelle altre entreremo ad una velocità inferiore al passo d'uomo ma non basta dopo qualche metro intravevo alla mia destra nel buio assoluto un flash di colore arancio ed un grido che si leva fortissimo, non mi fermo proseguiamo e fuori dalla lunga galleria ci fermiamo. Ci vestiamo con le tute da pioggia pesanti visto che il maltempo è aumentato commentando tra noi chi avesse lanciato quel grido, addirittura Maurizio non aveva visto neanche l'arancione da me notato. Mentre ci vstiamoe parliamo dalla galleria escono due ciclisti, del Nord europa, bici super tecnologice con zaini ed ammeniccoli vari ma......:evil:.......nessuno di loro aveva le luci ne anteriori nè posteriori entrambi vestivano un poncho antipioggia arancione ma NON rifrangente..............ma andate a fare inXXXXXXX Ripartiamo a bassisima velocità il temporale impazza ed alla grande ma per fortuna il traffico è inesistente e nonostante la pioggia, superati i dirupi alla nostra dx. possiamo ammirare dei bellissimi altopiani, che dal tipo di vegetazione esistente certamente dovevano essere oltre i 500/600 mt.slm. Piano piano procediamo verso Niksic uno solo moticiclsta con un custom, jeans stivali e gilet in pelle ci supera a palla. Qualche Km. più avanti lo troviamo fermo nell'atrio di una casa in costruzione a ripararsi dalla pioggia e dal freddo che improvvisamente è calato, stavolta siamo noi con le nostre Vespe a guardarlo e sogghignare, tra parabrezza, tutte antipioggia, e scudo certamente siamo meno bagnati di lui.....ma di poco..... Alla periferia di Niksic però tocca a noi fermarci è impossibile proseguire la pioggia è tantissima, troppa e la zona pianeggiante da forza alla formazioni di enormi, profonde pozzanghere, in alcuni punti l'acqua raggiunge e supera la pedana meglio accostare. Unico riparo il tetto ""spiovente"" di una casa, è così poco spiovente che dobbiamo stare attaccati al muro con il casco in testa per non bagnarci..........
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Come oramai da due giorni ci svegliamo di buon ora per due semplici motivi il primo che le finestre della stanza d'albergo sono prive di persiane o scuri vi è soltanto una leggera tenda bianca che, ovviamente fa entrare la luce, secondo le stesse finestre affacciano su un grande piazzale ove fin dalle 03:30/04:00 iniziano un andirivieni auto, furgoni, persone camion in quanto vi è una zona commerciale per la vendita esclusiva di bevande, acqua, pivo (birra), bibite varie, succhi di frutta e tutto quanto può bersi. Scarna colazione vista l'esperienza del giorno prima, scarso buffet con qualche marmellata, un pò di burro, acqua rigorosamente del rubinetto, latte, yougurt ed un abbondanza di carne di pecora essiccata la quale visto lo stato di essicamento stava lì almeno d aun mese; Maurizio l'ha assaggiata descrivendola, al momento, sublime ma poi ha passato tutta la giornata a bere fiale di enterogermina. Alle 09:00 muoviamo dall'albergo in direzione Foca pochi Km. e siamo già sulla strada che scorre davanti all'aeroporto di Butmir, alla nostra sx. iniziano le prime case "serbe" ancora con evidenti segni del recente passato pochi metri e sulla strada, ancora centro di Sarajevo; troneggia grande con la sua aquila al centro un grande cartello che ci da il benvenuto nella Repubblica Srpska (Welcome to Serpska Republik), si proprio una repubblica a se con tanto di capitale a Banjia Luka. Riassumendo la Bosnia Erzegovina è formata dalla Federazione a maggioranza croato musulmane con capitale Sarajevo e poi vi è all'interno anche la Serpska ovvero la repubblica dei Serbi di Bosnia ciò comporta due eserciti, due polizie, due amministrazioni diversi con stipendi diversi, lingua diversa si diversificano in tutto ma sono invece tutti concordi a voler primeggiare gli uni sugli altri. Lasciata Sarajevo proseguiamo dentro le verdi vallate ed altopiani della zona Serba, guarda caso le zone serbe, paesaggisticamente, a mio parere, sono più belle rispetto alle altre della nazione, strade quasi rettilinee che attraversano gole altissime fiancheggiata dal fiume Drina giungendo a Foca dopo circa 1 ora di piacevole guida anche se con tempo incerto. Foca anonima cittadina con abitanti dediti in prevalenza alla disoccupazione, emigrazione e qualcuno all'agricoltura. Seguando la nostra cartina sappiamo dove andare ma per sicurezza chiediamo a tre poliziotti, due uomini ed una donna, seduto beatamente al bar posto al crocevia che porta verso la Macedonia da una parte ed a Trebinjie, sempre in Bosnia, dall'altra. Bene passiamo il ponte sulla Drina e via continuiamo verso Ovest, il confine dovrebbe essere a circa 35 Km., beatamente ridiamo e scherziamo visto che l'ampia strada il bel paesaggio e l'assenza di traffico lo permettono, ma dura poco, anzi meno. Improvvisamente la strada si restringe di molto, si abbassa fino al livello del fiume diventa dissestata e piena di buche, ci destiamo e rammentiamo di essere in Bosnia. 35 km di curve, buche, avvallamenti, interruzioni stradali, mucche e tori sulla strada, animali al pascolo tutti rigorosamente dietro la prossima curva un calvario che ci porta dopo oltre un ora al confine con la Macedonia.
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Superata la cortina fumogena ci facciamo mostrare la stanza piccola, essenziale ed abbastanza linda ma la cosa più importante era che il tanfo di sigarette non giungeva fino a lì. Dopo una rapida doccia decidiamo di uscire, ovviamente in Vespa, per dirigerci verso Ilidjia, la zona delle terme, dove entrambi ci ricordavamo di un bel ristorante sul fiume Miljacka, il risotarante vi è ancora e nonostante siano da poco passate le 19:00 è già pieno di gente; gli uomini tutti vestiti all'occidentale con obbligatoriamente vestiti da sartoria "bulgara" rigorosamente in grigio o nero e diverse donne con lunghi abiti e veli in testa. A darci il benvenuto nel locale è ancaroa quella opprimente cappa di fumo che ci ha costretti a consumare una velocissima cena visto che anche le sale che davano sul fiume avevano le finestre chiuse ed tutto il locale era impossibile respirare, a differenza nostre gli altri commensali beatamente consumavano le loro leccornie. Piatti di carni composti principalmente da pecora, agnello, montone e pollo anche se all'ingresso nella vetrina faceva bella mostra di sè una serie di braciole di vitello che, tra il nervoso del fumo e la poca disponibilita' dei camerieri che non si sforzavano minimamente di comprendere, capire o almeno annuire alla lingua inglese o italiana, non ho potuto assaggiare prpinandomi un mega hamburger di carne di pecora con patate, chieste fritte, e prelevate invece da una pentola dove bollivano insime a cane ovina con sugo rosso, pagato l'equivalente di 9/10 euro incazzati andiamo via, per fortuna abbiamo in hotel una riserva di scatolette varie sia in pesce che in carne delle più famose marche "nazionali". Persino il Mc Don.......di Sarajevo ha nel suo menù hamburger esclusivamente di carne di pecora, come evidenziato con insegna luminosa all'esterno del locale oltre ovvimente a piatti a base di pollo e pesce, il manzo è bandito così come il maiale (per motivi religiosi) e le bevande alcoliche. Lasciato il ristorante ci dirigiamo verso il centro città, siamo al tramonto, e dai tram che vanno e vengono da Ilidjia da e verso il centro, scendono e salgono una miriade di persone le quali con dififdenza o forse stupore guardano sti due (noi) con due ancora più strani mezzi....insomma suscitiamo curiosità e qualche "bravo Italia". Parchiamo le Vespe all'inizio dell'isola pedonale del centro sotrico e cidirigiamo verso l'ennesima pekara vicino al mercato dei fiori, teatro di una strage fattaa colpi di mortatio dai serbi ai tempoi dell'assedio della città, acquistimao ciambelle e pane e passeggiando per il centro consumiamo questa frugale cena. La mattina dopo, dopo un rapido consulto, decidiamo di visitare i posti che conoscevamo per vedere come sono cambiati negli anni. Prima tappa il quartiere turco questo è rimasto quasi del tutto immutato ed appena giunti una gradita ed inaspettata sorpresa. Mentre parcheggiamo le Vespe sulla strada da dietro una voce in italiano ci dice:" Anche ai Carabinieri possono rubare tutto"" istintivamente ci giriamo e...sorpresa... chi ha pronunciato la frase altri non è che "GIANNI" il pizzaiolo che gestiva la pizzeria nella nostra base di Butmir.....cacchio sono passati 12 anni e lui si ricordava di noi come noi di lui......adesso fa il pizzaiolo in Alto Adige e si trovava a Sarajevo in vacanza. Baci, abbracci, saluti ricordi il tutto in 10 minuti, poi Gianni ci indica un vicino parcheggio custodito dove lasciare in sicurezza le Vespe. A prima vista il parcheggio non sembra tanto sicuro ma poi vedendo le facce di chi lo gestisce capiamo che di certo nessuno avrebbe il coraggio di andare li a rubare, con 2 KM (Konvertible Mark) lasciamo le Vespe un paio di ore in questo antro sotterraneo alla strada, privo di illuminazione e con uan cascata d'acqua continua che arriva dalla sovrastante sede stradale. Dopo giro e foto di rito al quartiere turco raggiungiamo la collina di Zetra, prima e durante la guerra sede di una clinica pediatrica durante la missione IFOR prima e SFOR dopo sede del Comando Italiano ed adesso nuovamente struttura sanitaria rimordernata ma circoandata da migliaia di tombe che si stendono nella duepiccole valli a destra e sx. con annesso il Memorial Center di Sarajevo. Dopo Zetra ci dirgiamo verso la "Tito Barack" già caserma dell'Esercito della Federazione Jugoslava poi caserma Esercito Italiano, all'epoca il posto più sicuro dove parcheggiare i mezzi per farsi una passeggiata a piedi a Sarajevo, ed adesso sede dell'Università di Sarajevo. Per concludere la giornata ci portiamo a Butmir, nei pressi dell'Aeroporto, sula vecchia line di confine tra serbi e bosniaci, per ritrovare la nostra vecchia base e farci una foto di rito. Gira e rigira non troviamo la strada, tutto cambiato, la vecchia strada che partiva dal capolinea dei tram è sparita da li adesso partono tre lunghi viali uno va verso il centro, uno in direzione Mostar e l'altro si perde nel nulla della valle ove vi è Sarajevo. Chiediamo, ovviamente a gesti aggiungendo a questi qualche parola del tipo "base, military, SFOR, Italiani"" un gruppo di ragazzini, più interessati alle Vespe che anoi ci indicano di percorrere il viale del "nulla" e poi svoltare a sx.. Detto fatto all'incrocio svotiamo a sx. e d'incanto ci ritroviamo sulla vecchia strada a noi conosciuta..........ecco lì veramente ho avuto una forte emozione che è arrivata altisisma quando ci siamo trovati davanti ai cancelli, ora chiusi, di quella che per oltre 6 mesi fu la nostra casa............ Ci avivicniamo al cancello ed attraverso a questi cerchiamo di far comprendere al militare bosniaco di voler fare una foto in quanto vi eravamo stati tanti anni fa ma lui rispondeva dicendo soltnto"NEMA CARABJINIERI. CARABJINIERI ITALJA"" inutile, s'incazza pure all'ennesima richiesta che non comprende pertanto desistiamo anche a farci la foto visto che oramai il sole stà calando e dovremmo usare il flash e quello se ne accorgerebbe con chissa quali conseguenze.................... Altro gioro di cazzeggio e poi a "kuca" (casa) riflettendo sul fatto che in quei quasi due giorni abbiamo notato una forte "islamizzazione" delle donne di Sarajevo le quali in tantissime portano vestiti lunghi alla caviglia con l'immancabile velo una cosa che 12 anni fa avevamo visto soltanto in alcuni villaggi lontano dai grandi centri a grande presenza musulmana.......il mondo cambia....... ma di contro una cosa che non è cambiata a Sarajevo è la scelta della auto; 12 anni fa come adesso solo ed esclusivamente Volkswagen Golf di tutti i tipi e modelli dalla vecchie "Golf C", di certa provenienza teutonica visti i colori giallo, verde, arancio e viola, prodotte negli anni 80 alle più recenti con diverse Mercedes ovviamente il tutto a gasolio con certi fumi che vi lascio immaginare.......... A nanna domani ci spetta la tratta Sarajevo-Podgorica (MNE) circa 200 Km., ovviamente senza autostrade..........
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Mano a mano che percorriamo la strada da Mostar a SArajevo sotto un cielo variabile con pioggia e sole a tratti inizio a ricordarmi ogni curca ogni dosso ogni ponte ogni villaggio che separano le due città visto che quella strada l'ho percorsa decine di volte, assieme ad altre, quando sono stato lì in missione tra il Settembre 1999 ed il Marzo 2000........dodici anni e mi sembra ier quasi nulla è cambiato solo qualche nuovo palazzo si è incuneato e fatto spazio tra vecchi palazzoni in stile ex-sovietico e povere case che chiamarle villette sarebbe un eufemismo. Quasi tutto è rimasto così com'è i posti di ristoro per la vendita di pecenjia cotta su improbabili girarrosto, gli stessi buchi di colpi di mitra sulle facciate di alcune case e perosno lo stesso venditore di miele nella stessa curva con il medesimo banco di vendita, spero che almeno il miele non sia lo stesso. Km. dopo Km. giungiamo a Sarajevo, Maurizio ci era stato anche lui in missione ma nel 2006 , e qui le cose anzi le case e soprattutto le strade sono profondamente cambiate. Mi ricordavo un lungo rettilineo che dalla periferia di Butmir portava agli incorci per Foca o Benjia LUca o Tuzle per poi proseguire per il centro città....sparito. Una sorta di mini tangenziale ci porta su dei viali di nuova costruzione costeggaiti da nuovi alberghi ma soprattutto da numerosissime "benziska pumpa" di nuova generazione su modello americano benzina-shop-albergo tutto assieme e di contorno ad essi nuovo e grandi centri commerciali dove si vende di tutto a prezzi simili a qualli italiani ma con stipendi di circa 400 euro al menso ovvero 400 Konvertible Mark, la moneta ufficila della Bosnia Erzegovina e guai a cercare di pagare con euro o kune croate si offendono pure. Ripresici dal cambiamenteo della città cerchiamo un albergo carino, pulito ma soprattuto economico..........trovato "BANANA HOTEL", vi risparmio il logo rappresentativo di questo albergo ma potete facilmente trovarlo in rete:banana: Appena entrati alla recpetion un "muro" di fumo ed un tanfo di sigarette ci blocca sull'uscio, io fumo il sigaro toscano dal 1993, ma quella puzza era un ostacolo tra noi e la reception, il divieto di fumo nei locali pubblici non è conosciuto..............
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Visto che mi trovo in ferie ed ho qualche oretta libera vorrei farvi una breve cronistoria del viaggio di cui al titolo. Partenza pomeriggio del 28/05/2012 da Rimini direzione Ancona. splendido pomeriggio di sole che ci da ancora più carica e con lenta andaturain due ore siamo nella città Dorica. Alle 20:30 puntuali la nave mollati gli ormeggi lascai il porto di Ancona direzione Spalato. Per risparmiare abbiamo preso un passaggio "ponte" ma di fatto ci accomodiamo in una deserta sala poltrone dopo aver lasciato le Vepse nel garage della nave. Buon per noi siamo i soli ad usufruire della sala pertant piazziamo bagagli e sacchi a pelo ci togliamo le tenute da viaggio ed indossiamo delle tute ginniche deicisamente più comode. La nostr euforia per lo spazio a disposizione dura poco meno di un'ora quando nel salone si presentano circa 10 signore di oltre mezz'età, noi siamo vicini ai 50, le quali in pellegrinaggioa Medjiugore hanno delle cabina sul fondo nave prive di oblo le quali le rende claustrofobiche pertanto decidono di passare la notte nel salone. La cosa positiva che ci invitano a cena con una miriade di prodotti locali (Avellino) e gustosi manicaretti confenzionati con le lor mani..ovviamente non ci tiriamo indietro. Dopo una tranqulissima attraversate, bonaccia fissa, attracchiano puntuali alle 07:30 a Spalato. Prima tappa una Pekara (panificio) in periferia e subito dopo rintracciamo la strada che porta a sud, direzione Dubrovnik. Il tempo varia ogni 10/15 Km. sole, coperto, leggera pioggia è un continuo cambiarsi alla fine optiamo per la giacca impermeabile visto che dopo dobbiamo inizia una salita verso Est in montagna. Dopo circa 70 Km. percorsi sulla statale che fiancheggia il mare Adriatico, ma Croato, giungiamo al bivio per Imotski in quanto abbiamo deciso di raggiungere Mostar attraverso un percorso alternativo che non fosse la costa. Cacchio che salita! Non tanto per il mio 200 ma per il 125 di Maurizio ci guardiamo in faccia vedendo una ripida salita con diversi tornati....prviamoci.........e via dopo neanche 4 Km. i tornati spariscono lasciando spazio a normalissime salite su strade belle, larghe, con asfalto da piega e curve ampissime che chiedere di più? Passiamo qualche villaggio e paesino veramente piccoli, in uno di questi vi è un mercato da entrambi i lati della strada e diversi pullman direttia Medjuogroe fanno scendere i turisti per fare shopping???!!! In pratica si vendono solo verdure, ortaggi e qualche attrezzo agrigolo forgiato a mano oltra, ovvimaente, all'immacabile pecora (pecenjia) cotta, cruda...o viva. Passato il confine Croato-Bosniaco cambia un po tutto le case, vecchie basse e squadrate, le strade, sporche piene di buche e pericolose. Proseguimao verso Mostar mentre il tempo volge al brutto prima per poi iniziare a piovere copiosamente qualche Km. prima della città famosa per il pote, prima distrutto dai serbi poi costruita una poasserella in legno dai militari Spagnoli ed infine ricostruito in copia all'originale....il tutto con fondi UE...ovvero con soldi nostri. Entriamo a Mostar sotto un temporale che rimane tutto depositato lungo le strade, il sistema fognanrio non assorbe neanche un goccio d'acqua....un veloce occhiata in giro vediamo una Pekara e ci fermiamo sotto l'androne di un palazzo ex comunista per ripararci e pranzare.pne scatolette di tonno o sgombro....la scelta è variegata. Mentre pranziamo, sono circa le 13:30 un grosso topo ci sfila di fianco fermandosi a pochi metri da noi, sulla strada principale, in cerca anche lui di cibarie.......per me è una sensazione orripilante.......per rgionid lavoro ho visto di tutto compresi morti nelle più diverse condizioni......ma un topo grande o piccolo che sia mi fa sussultare ed accaponare la pelle. Dopo circa un ora la pioggia diminuisce e decidiamo di ripartire alla volta di Sarajevo.......................................
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